La democrazia diretta nell'era digitale
- Tipologia:
Tesi di Laurea di primo livello
- Anno accademico:
2019/2020
- Coautore:
- Gianluca Prisco
- Relatore:
- Emanuele Castelli
- Università:
Università degli Studi di Parma
- Facoltà:
Scienze Politiche
- Corso:
Scienze politiche e delle relazioni internazionali
- Cattedra:
scienza politica
- Lingua:
- Italiano
- Pagine:
- 70
- Formato:
- Protezione:
- DRM Adobe
- Dimensione:
- 2.54 Mb
Descrizione La democrazia diretta nell'era digitale
Democrazia diretta, democrazia partecipativa, o deliberativa? Questi termini vengono erroneamente sovrapposti l’un l’altro, o peggio utilizzati in contesti differenti. La presente ricerca tenterà di spiegare, e specificare, il significato di ognuno dei tre concetti democratici e le relative caratteristiche. Si verificherà quali strumenti di democrazia diretta sono applicati nel nostro sistema di democrazia rappresentativa, constatando quale sia il “rapporto” fra le due nozioni, e capire se possono convivere insieme, oppure, come spesso viene teorizzato, uno esclude l’altro. Negli ultimi anni, la crisi profonda subita dalla democrazia rappresentativa ha riportato in auge proprio il concetto di democrazia diretta. In tutto ciò ha sicuramente contribuito lo sviluppo dei social network, i quali permettono un confronto diretto ed interpersonale fra gli individui su qualsiasi tematica politica, sovente riportando richieste o proposte rivolgendosi “senza filtri” ai politici stessi, attraverso quindi un’interazione diretta. Ne consegue un indebolimento dei partiti politici, storicamente chiamati a fungere da intermediari fra i cittadini e le istituzioni politiche. Anche il modo di fare politica non poteva che subire cambiamenti significativi: con lo sviluppo della tecnologia, la nascita di gruppi di interazione telematica e lo scambio sempre più insistente di informazioni, sorge dalla collettività una nuova visione di partecipazione sociale alla vita politica. In Italia Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo furono tra i primi a concepire un nuovo modello di partecipazione sfruttando le potenzialità di interconnessione fra gli individui offerta dal web. Nascono così in primi meetup, gruppi online in cui ci si poteva scambiare idee, informazioni, fare proposte, condividere pensieri e sviluppare soluzioni riguardanti svariati argomenti; tutto questo attraverso la comunicazione telematica e la condivisione. La nozione di democrazia diretta è di nuovo sotto i riflettori, e viene intesa come – per l’appunto – una partecipazione senza filtri dei cittadini alle decisioni politiche, affinché possano essere loro stessi ad indirizzare il potere decisionale, o fra le altre cose, ad effettuare concrete proposte di legge. Questi concetti verranno analizzati nel dettaglio, individuando pregi e difetti della web society nonché le caratteristiche della cosiddetta “democrazia elettronica”. Come anticipato, il nostro paese non fu estraneo a questa ondata di innovazione tecnologico-partecipativa. Una vera e propria rivoluzione del linguaggio, del modo di concepire la vita amministrativa e la partecipazione venne incarnata dal Movimento Cinque Stelle che furono i primi a sviscerare nelle piazze tutti quei concetti estranei alla tradizione politica italiana. Quando si parla del movimento, non si può eludere la piattaforma Rousseau, tanto affascinante quanto piena di contraddizioni: un sistema informatico di partecipazione online, che prese spunto da un software già preesistente ed ampiamente utilizzato nel nord Europa: Liquidfeedback. Quest’ultima piattaforma venne pensata – ed è tutt’ora utilizzata – dai partiti pirata dell’Europa settentrionale, fra i primi a ri-teorizzare la democrazia diretta, e a proporre di integrarla al vigente sistema rappresentativo ormai espressosi in tutti gli stati europei. Non solo, negli Stati Uniti altri movimenti e gruppi di interesse come moveon. Org contribuirono al diffondersi di questo nuovo modo di fare politica, applicando anch'essi alcuni postulati di direct democracy. L’obiettivo della tesi sarà quello di chiarificare il concetto di democrazia diretta, nonché, attraverso le esperienze ormai consolidatesi dei vari partiti proponenti la medesima nozione in chiave moderna, individuare se sia funzionale al contesto politico italiano ed europeo; inoltre dimostrare se la stessa sia conforme o alternativa alla democrazia rappresentativa.