Le misure e le sanzioni interdittive a carico degli enti collettivi nel decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231
- Tipologia:
Tesi di Laurea di secondo livello / magistrale
- Anno accademico:
2008/2009
- Relatore:
- Tullio Padovani
- Correlatore:
- Giovannangelo De francesco
- Università:
Università degli Studi di Pisa
- Facoltà:
Giurisprudenza
- Corso:
giurisprudenza
- Cattedra:
Diritto penale
- Lingua:
- Italiano
- Pagine:
- 188
- Formato:
- Protezione:
- DRM Adobe
- Dimensione:
- 1.74 Mb
Descrizione Le misure e le sanzioni interdittive a carico degli enti collettivi nel decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231
Nell'applicazione giurisprudenziale delle interdizioni abbiamo trovato alcune utili interpretazioni sui punti più controversi della disciplina, ma accanto alle soluzioni esegetiche sono arrivati nuovi interrogativi, non previsti dal legislatore nel 2001. Mentre si attende un nuovo intervento generale sul decreto 231, dato che finora tutte le novelle hanno arricchito la sola parte speciale (artt. 24-25) di ulteriori fattispecie incriminatrici, dobbiamo guardare all'attuale efficacia delle sanzioni interdittive nei confronti degli enti collettivi. Sta dando risultati il nuovo approccio collaborativo con i destinatari delle misure incapacitanti? Gli scarni dati empirici impediscono di soppesare l'efficacia dissuasiva delle condanne incapacitanti, specialmente nel lungo periodo; per converso, essi dicono molto sull'immediata capacità lato sensu rieducativa delle sanzioni interdittive negli enti. Allora, le sanzioni e le misure interdittive del decreto sono molto più incisive di quanto risultino nelle statistiche; non è il numero delle condanne a indicarne il grado di effettività, ma il novero delle imprese tornate spontaneamente al rispetto della legalità, a seguito di un provvedimento cautelare o a prescindere da esso.