Applicazioni dell'implantologia in odontoiatria di Lisa Lardani

Applicazioni dell'implantologia in odontoiatria

Tipologia:

Tesi di Laurea di secondo livello / magistrale

Anno accademico:

2008/2009

Relatore:
Ludovico Sbordone
Corso:

Odontoiatria e Protesi Dentaria

Cattedra:

Parodontologia e implantologia

Lingua:
Italiano
Pagine:
87
Formato:
Pdf
Protezione:
DRM Adobe
Dimensione:
2.48 Mb

Descrizione Applicazioni dell'implantologia in odontoiatria

L'implantologia si è imposta recentemente nel panorama odontoiatrico, vivendo un notevole sviluppo a partire dalla seconda metà degli anni '80 del secolo scorso, grazie al comprovato successo dell'osteointegrazione evidenziato da numerosi studi a lungo termine e, prima ancora, dall'articolo di Branemark del 1969 sugli impianti osteointegrati, che segna il punto di inizio della metodica. Nonostante la ricerca si sia concentrata maggiormente sull'impiego degli impianti osteodentari nella sostituzione di elementi dentari persi, è necessario ricordare che gli impianti possono essere utilizzati anche in altri ambiti dell'odontoiatria: in ambito protesico, come supporto per protesi fisse o rimovibili nella sostituzione di uno o più elementi dentari persi a causa di traumi o processi patologici vari (implantologia convenzionale); in ambito maxillo-facciale, per l'ancoraggio di epitesi o in malformazioni cranio-facciali; in ambito ortodontico, preparazione degli spazi per l'inserimento degli impianti (apertura degli spazi, riduzione, ampliamento o creazione dello spazio implantare) o come dispositivo di ancoraggio ortodontico. L'idea di ricorrere agli impianti in ambito ortodontico nasce dalla necessità di ottenere un controllo ottimale dell'ancoraggio, fattore irrinunciabile nella realizzazione del successo del trattamento ortodontico. L'impiego iniziale degli impianti in ortodonzia era limitato a creare spazio o allineare gli elementi per rendere possibile il successivo inserimento degli impianti: si trattava, quindi, di un trattamento pre-implantare e, conseguentemente, pre-protesico. L'utilizzo dell'implantologia in ambito ortodontico si è esteso nell'ultimo decennio e prevede il ricorso agli impianti osteointegrati nell'ancoraggio scheletrico, la possibilità di posizionamento di impianti palatali, gli onplant e, più recentemente, l'inserimento di mini-impianti. Durante il trattamento attivo, l'ancoraggio ortodontico ha lo scopo di limitare la creazione, nociva e non voluta, di un movimento dentale indesiderato. Esistono vari metodi disponibili per creare un ancoraggio scheletrico durante il trattamento, come gli archi transpalatali, il lip bumper, gli elastici di I, II e III classe e le trazioni extraorali. Queste tecniche danno spesso solo risultati parziali a causa della loro stretta dipendenza dalla collaborazione totale del paziente. L'utilizzo degli impianti nella pratica ortodontica presenta i seguenti vantaggi: è un possibile metodo di ancoraggio ortodontico, elimina il disconfort provocato dai tradizionali apparecchi ortodontici extraorali, riduce i tempi di trattamento, offre la possibilità di eseguire trattamenti ortodontici in pazienti parzialmente edentuli. gli impianti osteointegrati, risultando stabili ai carichi occlusali e, non richiedendo la compliance del paziente, possono essere usati in ortodonzia come unità di ancoraggio. Nelle malocclusioni, che richiedono un alto livello di controllo dell'ancoraggio, gli impianti osteointegrati possono essere utilizzati provvisoriamente per minimizzare la perdita di ancoraggio. Nel 1989 Roberts posiziona impianti convenzionali in titanio con procedura two-stage (a carico ritardato) nella regione retro molare. Da questo studio emergono due dati importanti, uno clinico e uno istologico. Clinicamente gli impianti consentono un rinforzo dell'ancoraggio ortodontico e la chiusura degli spazi risultanti dall'estrazione dei primi molari inferiori. Istologicamente gli impianti, rimossi al termine del trattamento ortodontico, presentano un elevato grado di osteointegrazione, malgrado il caricamento. Nel 1988 Turley dimostra la stabilità degli impianti two-stage in caso di trazione ortodontica/ortopedica e ne evidenzia la maggiore efficacia rispetto agli impianti one-stage (a carico immediato). Gli impianti osteointegrati possono rappresentare una fonte di ancoraggio nei seguenti casi: retrusione e riallineamento degli elementi anteriori senza il supporto posteriore; chiusura degli spazi edentuli dopo l'estrazione dei primi molari; correzione della linea mediana quando mancano gli elementi posteriori; intrusione/estrusione di singoli elementi; utilizzo in pazienti parodontali per evitare un carico eccessivo sugli elementi posteriori presenti. Gli impianti convenzionali utilizzati a scopo ortodontico presentano, tuttavia, diversi svantaggi: sono ingombranti, motivo per cui i siti anatomici disponibili sono limitati all'alveolo o alle creste edentule; richiedono una quantità sufficiente di osso (spesso non presente); possono interferire con il movimento ortodontico; risultano costosi; possono essere utilizzati solo in pazienti adulti. Per fronteggiare questi problemi sono state progettate delle differenti tipologie di impianti a scopo ortodontico.

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