Il cane per la pubblica amministrazione italiana: una prospettiva storica
- Tipologia:
Tesi di Laurea di primo livello
- Anno accademico:
2006/2007
- Relatore:
- Giuseppe Olmi
- Università:
Università degli Studi di Padova
- Facoltà:
Scienze Politiche
- Corso:
Scienze dell’Amministrazione
- Cattedra:
Storia dell'amministrazione
- Lingua:
- Italiano
- Pagine:
- 59
- Formato:
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- DRM Adobe
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Descrizione Il cane per la pubblica amministrazione italiana: una prospettiva storica
L'addomesticamento del cane viene datato tra i 15.000 e 20.000 anni fa, ovvero da quando alcuni canidi selvatici affiancarono le tribù umane preistoriche, creando una simbiosi tramite la quale i canidi ottenevano gli avanzi del cibo umano e gli umani godevano di un sistema d'allarme contro attacchi di altri umani e animali grazie alla maggiore sensibilità degli organi olfattivi, visivi e uditivi dei cani. Attorno al V secolo a.C. molte società imperialistiche e basate sulla suddivisione in classi sociali, iniziarono a impiegare le potenzialità aggressive dei cani per la difesa dai nemici esterni e per il controllo sociale. Nel primo caso venivano impiegati veri e propri cani da guerra; nel secondo i cani venivano impiegati per controllare gli schiavi e vigilare i depositi di merci. I Romani utilizzarono sia per il controllo dell'ordine interno che per le loro campagne coloniali i famosi molossi (canis pugnax). Il console romano Marco Pomponio Matone impiegò cani nella campagna del 231 a.C. per combattere e sottomettere gli indomiti ribelli delle zone interne della Sardegna. Uno studio del dott. Marco Zedda della Facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università di Sassari ipotizza che i cani importati dai Romani fossero, in realtà, segugi (sagaces canes) dal fiuto finissimo, atti a scovare i nascondigli dei ribelli sardi. Nell'Italia contemporanea le amministrazioni pubbliche iniziarono a utilizzare cani per le loro finalità istituzionali tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo: primo fu l'esercito, con un esteso impiego nella prima guerra mondiale, che ha stimolato l'allora corpo delle guardie di P.S. a dotarsi di cani nei primi anni '20. Dopo la devastazione del secondo conflitto mondiale, assistiamo a una lenta ripresa dell'impiego delle unità cinofile, che vede un vero e proprio boom con l'inizio del XXI secolo, in apparente contrasto con il dilagare della tecnologia e dell'elettronica. La tesi si chiude con l'esame di un caso che ha dimostrato l'efficacia delle unità cinofile nei servizi di controllo del territorio e con uno studio comparativo dei percorsi formativi per unità cinofile da pattuglia.