Un doppio dispatrio: appartenenza, identità e narrazione nell'opera di Luigi Meneghello di Giulia Cupani

Un doppio dispatrio: appartenenza, identità e narrazione nell'opera di Luigi Meneghello

Tipologia:

Tesi di Laurea di secondo livello / magistrale

Anno accademico:

2013/2014

Relatore:
Emanuele Zinato
Correlatore:
Franco Tomasi
Corso:

filologia moderna

Cattedra:

teoria della letteratura

Lingua:
Italiano
Pagine:
342
Formato:
Pdf
Protezione:
DRM Adobe
Dimensione:
2.55 Mb

Descrizione Un doppio dispatrio: appartenenza, identità e narrazione nell'opera di Luigi Meneghello

Nella mia tesi ho proposto una rilettura in chiave postcoloniale dell'esperienza letteraria e umana di Luigi Meneghello, autore nato a Malo, in provincia di Vicenza, nel 1922 e morto a Thiene nel 2007 dopo una vita interamente trascorsa in Inghilterra, presso l'università di Reading, dove aveva fondato la cattedra di studi italiani e dove aveva insegnato dagli anni '40 fino alla pensione. La vita di Meneghello è una vita fortemente segnata da quella che è una doppia esperienza di "dispatrio" (neologismo da lui stesso coniato per definire la sua condizione): nel 1939, infatti, dopo un'infanzia e una giovinezza tutte legate al mondo veneto degli anni '20 e '30 e all'universo fascista che lo dominava, il giovane Meneghello compie la radicale scelta di abbandonare la sua precedente identità di fascista decidendo di "dispatriare" nel mondo per lui nuovo e sconosciuto della resistenza, di cui parlerà diffusamente in "I piccoli maestri", uno dei testi centrali della sua produzione. A questo primo dispatrio - radicale ma tutto interiore - che mette in discussione le radici stesse dell'identità di colui che lo compie, seguirà nell'immediato dopoguerra un secondo dispatrio, questa volta concreto e fisico, che condurrà l'autore di Malo verso il mondo accademico inglese presso cui lavorerà per tutta la vita e in cui, parallelamente, si scoprirà scrittore e lavorerà alla stesura delle sue opere di narrativa e di saggistica, tutte segnate dalla continua riflessione sul proprio passato, sulla propria patria di origine e sul rapporto tra esperienza e scrittura. L'esperienza di Luigi Meneghello risulta così, quindi, l'esperienza di un soggetto postcoloniale "inconsapevole": nella sua vita e nella sua produzione letteraria egli analizza molti dei nodi problematici che saranno tipici della riflessione dei teorici postcoloniali, che iniziano i loro studi proprio nel periodo in cui Meneghello mette mano alle sue opere, e lo fa in modo istintivo e liberatorio, senza alcuna volontà di rivendicazione politica ma solo tenendo fede al proprio profondo e disinteressato desiderio di analizzare la propria esperienza esistenziale e di "trovarci un senso, se c'è". In questo senso la vita di Meneghello risulta essere la vita di un soggetto che ha sperimentato sulla sua pelle un'esperienza radicale come quella di un doppio abbandono della propria identità e della doppia necessità di rifondare se stesso all'interno di un contesto totalmente nuovo, in cui il singolo individuo è chiamato a fare i conti a livello profondo con la parte più autentica, irrinunciabile e profonda della propria identità.

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