La sospensione della sequenza del procedere e le prescrizioni di tipo educativo
- Tipologia:
Tesi di Laurea di secondo livello / magistrale
- Anno accademico:
2016/2017
- Relatore:
- Clelia Iasevoli
- Facoltà:
Giurisprudenza
- Corso:
Giurisprudenza
- Cattedra:
legislazione penale minorile
- Lingua:
- Italiano
- Pagine:
- 272
- Formato:
- Protezione:
- DRM Adobe
- Dimensione:
- 2.19 Mb
Descrizione La sospensione della sequenza del procedere e le prescrizioni di tipo educativo
La sospensione del processo con messa alla prova costituisce una delle innovazioni più interessanti del processo penale minorile. Introdotto con la riforma generale del processo penale del 1988, esso si trova disciplinato nell’art. 28 d. P. R. 22 settembre 1988 n. 488. La misura della sospensione del processo con messa alla prova trae ispirazione dal probation system anglosassone, dal quale però, si differenzia in quanto non costituisce una misura alternativa alla pena, quindi posteriore alla sentenza, ma interviene nel corso del processo penale; pertanto il modello italiano costituisce più esattamente un probation processuale dal momento che interviene nel corso del processo, comportandone la sospensione per un periodo predeterminato, allo scopo di consentire al giudice di valutare la personalità del minorenne all’esito della prova (art. 28, comma 1, d. P. R. 448/88). In tal modo lo stato rinuncia alla sua pretesa punitiva, chiedendo in cambio al ragazzo non solo di astenersi, in futuro, dalla commissione di altri reati, ma anche l’impegno ad aderire ad un programma di risocializzazione e rieducazione. proprio tale natura anticipatoria rispetto all’affermazione della responsabilità penale consente di affermare che l’istituto della sospensione del processo con messa alla prova si presenta come un istituto assolutamente originale nel nostro ordinamento nel quale sono pur tuttavia presenti, già da tempo, alcuni istituti i quali, pur non rientrando nel probation in senso stretto, condividono con esso la finalità rieducativa, nella convinzione che la detenzione non aiuta il recupero sociale del reo, ma, al contrario, lo isola dal contesto sociale e ne indebolisce la personalità, diventando perciò spesso uno stimolo alla conferma della scelta delinquenziale.