Un antropologo di frontiera i nativi americani negli studi di John Gregory Bourke (1843-1896) di Tommaso Maglione

Un antropologo di frontiera i nativi americani negli studi di John Gregory Bourke (1843-1896)

Tipologia:

Tesi di Laurea di primo livello

Anno accademico:

2012/2013

Relatore:
Enzo vinicio Alliegro
Facoltà:

Sociologia

Corso:

Tecniche della comunicazione

Cattedra:

metodi di ricerca demo-antropologica

Lingua:
Italiano
Pagine:
282
Formato:
Pdf
Protezione:
DRM Adobe
Dimensione:
6.16 Mb

Descrizione Un antropologo di frontiera i nativi americani negli studi di John Gregory Bourke (1843-1896)

La cospicua eredità etnografica lasciataci dall'antropologia americana, che attraversa una linea temporale alla cui estremità giacciono le figure fondamentali di Henry Lewis Morgan e Franz Boas, rappresenta il punto d'origine da cui nasce l'oggetto di studio della presente tesi, il cui intento è illuminare quella parte di retaggio etnologico, rimasto per motivi apparentemente ancora sconosciuti, sepolto, o poco considerato dai manuali di storia dell'antropologia. Uno dei custodi di tale eredità, nonché protagonista della presente ricerca, è il capitano John Gregory Bourke (1843-1896). Ufficiale dell'esercito degli Stati Uniti, etnologo e storico militare, che si dedicò alla redazione delle cronache e delle culture degli indiani d'America durante l'ultimo quarto del XIX secolo. Gran parte di quanto sappiamo oggi riguardo lo stile di vita e l'organizzazione delle tribù dei nativi americani, ci viene dagli scritti di un pugno di attenti osservatori, inclusi i membri dell'associazione dei soldati-etnografi, di cui Bourke stesso faceva parte. Grazie agli indiani d'America, nell'ultimo scorcio dell’ottocento, l'etnologia americana cresce e si afferma a livello accademico, sostenuta dal programma promosso dal Bureau of American Ethnology, che sotto la direzione del maggiore John Wesley Powell, condusse importanti ricerche che approfondirono enormemente la conoscenza che si aveva della cultura dei nativi americani. “L'ultimo decennio del secolo, infatti, fu segnato dai lavori di Mooney, sul movimento nativista sioux, di John Henry Powell, sui miti e le lingue aborigene, di Frank Hamilton Cushing, sui miti degli zuni e di Alice Fletcher, sul rito di iniziazione degli indiani pawnee, il rito hako”. Rispetto ai suoi colleghi, J. G. Bourke collaborò con il B. A. E nell'ultima fase della sua carriera, il cui ruolo sembra dividersi, a metà, tra un libero ricercatore e un collaboratore occasionale, piuttosto che un membro attivo dello staff di Powell. Ciò nonostante, pubblica nel 1891, nella nona relazione annuale del B. A. E. Uno dei suoi lavori più completi, The medicine-men of the apache, la cui analisi e traduzione esposta nel quinto capitolo del presente volume, è assolutamente inedita. Pubblicazioni come the Snake dance of moquis of Arizona e The medicine-man of apache, gli portarono fama internazionale come etnografo, mentre lavori come An apache campaign in the Sierra madre e On the border with Crook gli hanno assicurato un posto di riguardo nella storia dell'esercito di frontiera. La preliminare attività di ricerca trova il suo punto di partenza nell'opera di Joseph C. Porter (studioso di etnologia e storia dell'america occidentale) autore di Paper medicine-men, John Gregory Bourke and his american west, pubblicata nel 1986. Basata sullo straordinario diario di Bourke, l'opera di Porter, è l'unica biografia degna di nota dedicata all'etnologo di frontiera. Sebbene si presenti come un testo piuttosto soddisfacente dal punto di vista storico, lascia, d'altro canto, inaspettatamente delusi sotto il profilo etnologico. Tale osservazione trova conferma nelle parole di Marta Weigle (docente all'università del New Messico al dipartimento di antropologia) che nell'autunno del 1987 in un articolo del Journal of anthropological research pubblicato dall'università del New Messico, giudica quella di Porter una biografia deludente per gli antropologi e i folkloristi il cui interesse principale non è di certo la storia dell'esercito degli Stati Uniti. La Weigle lo accusa di essere insicuro quando analizza il rapporto tra Bourke e il Bureau of American Ethnology e afferma che il materiale da lui organizzato nel libro soffre di una mancanza di prospettiva globale e insufficienti mezzi per renderla coerente ed accessibile. Secondo la scrittrice, il John Gregory Bourke che emerge dall'analisi di Porter, non solo appare come un personaggio intrinsecamente meno colorato dei contemporanei quali Frank Hamilton Cushing e Matilda Coxe Stevenson, ma viene anche presentato come meno essenziale di Francis Parkman, Otis T. Mason, e altri – apparendo piuttosto, come un diligente parassita nella sua combinazione di servizio militare e impresa etnologica duramente conquistata. Nella prima parte della tesi, ci si soffermerà sia l'antropologo, preciso e minuzioso nel descrivere e raccontare ciò che osserva, in cui ben visibili, sono i dogmi della teoria evoluzionista, sia sul capitano dell'esercito degli Stati Uniti che prende parte alle guerre indiane, contro i sioux, i cheyenne e gli apache, al fianco del famigerato generale George Crook. L'obiettivo ultimo del presente lavoro è esporre un quadro, sufficientemente appagante del Bourke etnologo, evidenziando modelli teorici, tempi e metodi di ricerca, strumenti utilizzati ed eventuali sforzi interpretativi al fine di conferire alla ricerca bourkiana una maggiore fruibilità e di colmare quei vuoti di natura etnologica lasciati da porter e messi in luce dalla Weigle.

€ 16.00
Download immediato
servizio Prenota Ritiri su tesi Un antropologo di frontiera i nativi americani negli studi di John Gregory Bourke (1843-1896)
Prenota e ritira
Scegli il punto di consegna e ritira quando vuoi

Recensioni degli utenti

e condividi la tua opinione con gli altri utenti