Prospettive e opportunità per le imprese italiane in Turchia di Eleonora Paglialunga

Prospettive e opportunità per le imprese italiane in Turchia

Tipologia:

Tesi di Laurea di secondo livello / magistrale

Anno accademico:

2011/2012

Relatore:
Carmelo Maria Porto
Corso:

Scienze politiche e delle relazioni internazionali

Cattedra:

Geopolitica

Lingua:
Italiano
Pagine:
254
Formato:
Pdf
Protezione:
DRM Adobe
Dimensione:
4.29 Mb

Descrizione Prospettive e opportunità per le imprese italiane in Turchia

Grazie alla sua posizione geografica, alla forte organizzazione militare, nonché alle sue crescenti potenzialità economiche, la Turchia è oggi considerata una nuova potenza emergente a cavallo fra il continente europeo e quello asiatico, e viene sempre più spesso denominata in gergo una delle "nuove tigri" dell'economia mondiale, rappresentando, insieme a stati come Bangladesh, Egitto, Indonesia, Iran, Corea del sud, Messico, Nigeria, Pakistan, Vietnam e Filippine, uno degli 11 nuovi paesi emergenti (i così detti next 11) identificati in alternativa alle economie dei brics (Brasile, Russia, India e Cina), che invece in questi ultimi mesi stanno registrando un rallentamento rispetto al passato. L'eredità storico-culturale del paese unita alla sua conscia ridefinizione identitaria come repubblica laica, moderna e democratica avvenuta a partire dagli anni Venti per opera del suo fondatore, Mustafa Kemal Atatürk, hanno ulteriormente contribuito ad aumentare il valore geopolitico e strategico di Ankara. Nel tempo, infatti, all'ottimale posizione geografica dello stato, si è sempre più venuta a sovrapporre un'articolata componente geopolitica determinata dal contesto internazionale, ovvero una forza dinamica per definizione, in quanto essenzialmente mutabile in relazione alle alleanze, alle direttrici di gravitazione e alle situazioni economico-politiche contingenti. In base ai dati a nostra disposizione, la Turchia ha importato, nel 2011, merce europea per un totale pari al 38%, ed ha esportato nell'Unione il 46% della sua produzione interna, rivelandosi così uno dei migliori partner economici e commerciali dell'Europa. Oggi l'economia turca è una realtà troppo grande e troppo importante per essere trascurata: popolazione tendenzialmente giovane e in crescita (solo il 6, 3% su circa 75 milioni di persone ha un'età pari o superiore ai 65 anni), economia in espansione, investimenti in logistica e infrastrutture in aumento, posizione geopolitica strategica, ponte fra l'occidente europeo da un lato e la complessa regione medio orientale dall'altro, confinante con i principali mercati energetici mondiali, nonché dotata di strategici sbocchi sul mediterraneo e sul Mar Nero. E i dati dimostrano che grazie all'introduzione della nuova lira turca (1° gennaio 2005) pari ad 1 milione della vecchia valuta, grazie alle numerose riforme, alle privatizzazioni e ai cambiamenti strutturali nel settore bancario, commerciale e delle comunicazioni avvenute soprattutto a partire dal 2002, oggi la turchia è diventata uno degli stati a più rapida crescita economica del mondo ed è considerata una media potenza industriale emergente. Tra il 2002 e il 2011 il pil è cresciuto del 234%, passando da 231 miliardi di dollari nel 2002 a 772miliardi di dollari nel 2011, e il tasso di crescita media annua del pil reale è stato pari a +5, 2%. Con la crescita costante dell'economia, anche gli standard di vita del paese sono cresciuti in modo significativo e il livello del pil pro capite è passato da 3. 492 dollari nel 2002 a 10. 444 nel 2011. Al contempo, il debito pubblico è sceso dal 74% al 39, 4% del pil, e il deficit di bilancio è diminuito, passando fra il 2002 e il 2011 dal 10% a meno del 3% del pil. A prescindere dalle tematiche dell'adesione o meno della Turchia all'UE, gli imprenditori italiani più aperti si renderanno certamente conto che all'interno di una competizione economica globale e difficoltà finanziaria quale è quella odierna, è necessario cambiare le regole che soffocano la concorrenza e volgere a proprio favore le dinamiche che questo nuovo contesto internazionale offre. Da questo punto di vista, quelli che potrebbero essere percepiti come rischi e minacce in termini di adesione all'UE, potrebbero essere interpretati come opportunità economiche. Nonostante la risposta negativa da parte dell'unione europea relativamente alla sua ammissione, infatti, pur nel suo indiscutibile essere un paese in prevalenza musulmano (98% della popolazione totale), la repubblica turca ha sempre dimostrato, sin dal momento della sua fondazione, di cercare un'apertura culturale e politica più ampia rispetto al suo passato ottomano, impegnandosi visibilmente per raggiungere gli standard dei paesi occidentali più avanzati, assumendo, per mezzo di una politica imposta dall'alto dal suo stesso fondatore Atatürk, l'identità di una repubblica laica, moderna, democratica e occidentalizzata. Quando oggi parliamo della turchia, dunque, parliamo di un paese che è in pieno sviluppo, una regione che ha una dimensione territoriale, una popolazione e una capacità d'acquisto procapite tali che non è possibile non pensare ad essa come una realtà territoriale dalle grandi potenzialità, sia in termini di domanda che di offerta, tanto per l’unione in generale, quanto nello specifico per l’italia, la quale, invece, si presenta ormai da anni come un’economia stagnante e incapace di crescere.

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