Scrittura (e lettura) del desiderio. Gli incipit di Se una notte d'inverno un viaggiatore di Italo Calvino. di Giovanna Grasso

Scrittura (e lettura) del desiderio. Gli incipit di Se una notte d'inverno un viaggiatore di Italo Calvino.

Tipologia:

Tesi di Laurea di primo livello

Anno accademico:

2010/2011

Relatore:
Massimo Schilirò
Corso:

Lingue e Letterature Straniere

Cattedra:

sociologia della letteratura

Lingua:
Italiano
Pagine:
84
Formato:
Pdf
Protezione:
DRM Adobe
Dimensione:
1.23 Mb

Descrizione Scrittura (e lettura) del desiderio. Gli incipit di Se una notte d'inverno un viaggiatore di Italo Calvino.

Si legge Calvino scivolando tra le sue parole. Se ne assapora l’armonia che le lega, il ritmo veloce, il potere evocativo di ogni suono. Come se fosse voce di sirena, la poeticità intrinseca degli incipit di Se una notte d’inverno un viaggiatore dà, di primo acchito, l’impressione di un canto d’amore. Due corpi che si amano, questo potrebbe leggere il lettore. Eppure, proprio nel momento in cui ci si sofferma sull’immagine, se ne indagano i contorni, si scopre un intero mondo sotto: irruento, forte, a volte crudo. Si sente il desiderio scorrere dalla penna al foglio. È voluttà, è corporeità, è fusione non in un abbraccio ma in una stretta, quasi una morsa. Il desiderio è evidentemente l’elemento chiave su cui si sviluppano le trame degli incipit e, al di là del viaggiatore, esso permea tutta l’opera calviniana. Oggi più che mai, in una società materialista dove la mercificazione e il consumo hanno assorbito tutto il possibile, l’amore mentale, il godimento immaginario, sembrano fari che lontani indicano una strada perduta. Ma dove porta il sentiero sensuale tracciato da Calvino? Il fine di questo studio sarà comprendere il significato metaforico che il desiderio riveste nei dieci micro-romanzi, articolando l’analisi in tre diverse sezioni. Par où commencer, si chiederebbe roland barthes a questo punto. Sicuramente non si può prescindere da un’analisi linguistica del testo, dove parola e immagine si incontrano dando vita a un eros quanto mai leggero e rarefatto. La valenza simbolica, forte in calvino, fa della tensione sensuale un possibilità di percezione del reale. Ma presupponendo tale simbolismo un rapporto tra un emittente e un referente di certo non immutabili nel tempo, tal tipo di indagine necessita di una parentesi di più largo respiro. A chi si è ispirato Calvino? Chi sono stati i suoi maestri? Da chi ha cercato un netto distacco? Da Ariosto a Leopardi, da Sade a Stendhal, le diverse sfere di influenza hanno condotto a più accezioni possibili del desiderio nel viaggiatore. Eppure una s’impone su tutte. Una brama che è senza fine e senza tempo, che immancabilmente trova la sua soddisfazione – sempre immaginaria - nella donna. La figura topica della donna-vampiro, la seduttrice, è sorgente e fine dell’azione di tutti gli incipit. Così, mentre l’esplorazione sensuale esercita la sua fascinazione tanto sul protagonista quanto sul lettore, calvino percorre i limiti del linguaggio attraverso i sensi. Gusto, olfatto, vista, udito, tatto si fanno strumenti di scrittura (e lettura) del desiderio. Una volta compreso come il desiderio si collochi nel testo, bisogna analizzare nello specifico le conseguenze che ciò ha sui singoli incipit. Facendo della dialettica il punto di partenza dell’opera, Calvino utilizza l’inizio del racconto – strutturalmente parlando- per rendere omaggio a diversi tipi di letteratura. Dalla “ricerca della pienezza” alla “fine del mondo”, ogni racconto è un intertesto in cui il desiderio prende vie diverse, da un punto di vista tanto psicologico quanto letterario. Di conseguenza, lo studio si concentrerà sulla struttura dell’incipit, i riferimenti intertestuali e intratestuali, infine la specificità del desiderio nel singolo micro-romanzo. Dal “romanzo nella nebbia” procedendo in avanti, l’eros prende sempre più corpo all’interno del testo. Ma è nel “romanzo della perversione” che la descrizione dell’amplesso si fa più precisa e insieme più metaforica. L’ottavo incipit del viaggiatore svela un controllo della forma tipicamente orientale e i personaggi risultano legati più che mai al testo di origine. Per comprenderlo pienamente bisognerà quindi analizzare la sorgente, ovvero la chiave, in cui tanizaki svela determinati retroscena che in calvino sono solo intuibili. In Sul tappeto di foglie illuminate dalla luna, la meccanicità dell’amplesso amoroso si oppone e al contempo si (con)fonde con una sensibilità erotica e immaginaria, che si genera nella mente del protagonista e si nutre con e dei suoi sensi. Sensi che, visti nella prospettiva della loro assenza, svelano il significato del desiderio nell’opera calviniana.

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