La riforma delle politiche del lavoro in Europa: il ruolo dell'UE attraverso la strategia europea per l'occupazione di simona vecchiotti

La riforma delle politiche del lavoro in Europa: il ruolo dell'UE attraverso la strategia europea per l'occupazione

Tipologia:

Tesi di Laurea di secondo livello / magistrale

Anno accademico:

2006/2007

Relatore:
Elisabetta Gualmini
Correlatore:
David Natali
Corso:

Economia e politica dell'integrazione europea (Studi europei)

Cattedra:

Politiche del lavoro nell'Unione Europea

Lingua:
Italiano
Pagine:
154
Formato:
Pdf
Protezione:
DRM Adobe
Dimensione:
1.63 Mb

Descrizione La riforma delle politiche del lavoro in Europa: il ruolo dell'UE attraverso la strategia europea per l'occupazione

Nella ricerca si analizzano i più recenti cambiamenti relativi alle politiche per il lavoro in sei Paesi europei (Gran Bretagna, Germania, Francia, Italia, Svezia, Danimarca) e l'influenza esercitata dall'Unione Europea attraverso la strategia europea per l'occupazione (SEO). Il primo capitolo ripercorre l'evoluzione storica delle politiche per l'occupazione a partire dagli anni Cinquanta, per poi proseguire nel secondo capitolo con la ricostruzione delle tappe più importanti dello sviluppo della strategia europea per l'occupazione dal 1993 fino al 2003. Il terzo capitolo analizza l'impatto della SEO sulle politiche nazionali, prendendo in esame i dati statistici forniti dalla commissione, le raccomandazioni prodotte da quest'ultima nel 2000, nel 2002 e nel 2004 e i processi di formulazione dei NAP nazionali. Infine, il quarto capitolo riprende gli ultimi cambiamenti introdotti dalla commissione, sotto la spinta dei due rapporti Kok del 2003 e del 2004. Metodologia seguita nell'indagine: analisi temporale e storico-causale, comparazione tra alcuni Paesi europei attraverso la lettura di documenti della Commissione Europea, della letteratura esistente, analisi multi-dimensionale dell'influenza del coordinamento europeo sulle politiche nazionali, interviste e ricerca presso l'osservatorio sociale europeo a Bruxelles. Principali risultati raggiunti: la strategia europea per l'occupazione e il metodo aperto di coordinamento sono strumenti detti di soft law, introdotti per facilitare la collaborazione tra gli Stati membri e tra questi e le istituzioni europee per il raggiungimento di obiettivi comuni. Si tratta di un processo di coordinamento che si basa sul rispetto del principio di sussidarietà, al fine di trovare soluzioni efficaci e rigorose alle diverse problematiche relative alle politiche per l'occupazione della prima metà degli anni Novanta. Sulla base della definizione della natura peculiare del processo, la ricerca ha reso possibile l'individuazione di uno schema multi-dimensionale per lo studio dell'influenza da questa esercitata sulle politiche dei Paesi membri. Per quanto sia difficile stabilire l'impatto della SEO sulle politiche nazionali, la nostra analisi si è basata su tre dimensioni: statistica, normativa e procedurale. Riguardo alla prima dimensione, sono stati analizzati i tassi di occupazione totale, femminile, della popolazione tra i 55 e i 64 anni e i tassi di disoccupazione. In linea con le conclusioni della teoria del "fit-misfit”, i dati mostrano che i Paesi che risultano essere più lontani dai target stabiliti sono quelli che hanno avuto i maggiori benefici dalla SEO. In particolare, si tratta di Italia, Francia e Germania. Riguardo alla dimensione normativa, sono state analizzate le raccomandazioni della Commissione ai Paesi membri nel 2000, nel 2002 e nel 2004. La comparazione del numero e del contenuto delle raccomandazioni ha dato l'opportunità di una prima valutazione dell'influenza della SEO. Contrasti aperti con la Commissione si sono verificati solo nel caso della Gran Bretagna. I Paesi scandinavi sono quelli dove si è registrato l'impatto più lieve, a causa della comunanza di vedute con la Commissione. Dal punto di vista del numero delle raccomandazioni, queste sono andate progressivamente aumentando attraverso gli anni. Infine, a livello procedurale, sono state analizzate le dinamiche di formulazione e implementazione dei Piani d'azione nazionali. È interessante, in questo caso, notare come si sia verificata una razionalizzazione dei processi di decision-making nei diversi Paesi in esame.

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