Anisotropia sismica in Val d'Agri e sue relazioni con la struttura crostale e il campo di sforzo attivo

Negli ultimi due decenni lo studio dell'anisotropia sismica ha fornito informazioni utili per l'interpretazione e la valutazione del campo di stress attivo e di deformazione crostale. Lo studio dell'anisotropia sismica permette, infatti, di definire lo stato di fratturazione del volume di crosta di interesse senza ricorrere a costosi sondaggi. Tale mezzo di indagine può essere applicato alla geofisica di esplorazione (Crampin & Booth, 1985 ), allo studio della sorgente di eventi sismici (Zollo & Bernard, 1991; Bouin & Bernard, 1994) e alla definizione del campo di sforzo attivo (Margheriti et al. 2006). Secondo alcuni ricercatori (Gao & Crampin, 2006), monitorare le variazioni dei parametri anisotropici può essere persino uno strumento per la previsione di terremoti ed eruzioni vulcaniche. Lo scopo di questa tesi è contribuire alla ricostruzione della struttura crostale e del campo di sforzo attivo del bacino della Val d'Agri tramite l'analisi della direzione di polarizzazione delle onde di taglio o onde S. La tecnica utilizzata è lo studio dello shear wave splitting nella crosta superiore, che definisce i parametri anisotropici che caratterizzano il mezzo attraversato. In questa porzione della catena appenninica sono stati identificati diversi sistemi di faglie attive sulla base di indagini prevalentemente a carattere geomorfologico e strutturale; le misure dello shear wave splitting possono fornire importanti informazioni riguardo lo stato di fratturazione e la presenza di fluidi nella crosta, utile per la caratterizzazione delle faglie presenti nell'area. In questo studio sono stati analizzati i dati registrati da una rete sismometrica locale temporanea, costituita da 19 stazioni sismiche a tre componenti che coprono un'area di circa 30 x 50 km, installata dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, nell'ambito di un progetto, coordinato dal dott. Claudio Chiarabba (responsabile della rete sismica mobile dell'INGV). Il principale scopo di questo progetto è identificare e caratterizzare le faglie sismogenetiche nella zona della Val d'Agri (Appennino campano-lucano) attraverso l'integrazione di dati geologici di superficie, di microsismicità e di sismica attiva ad alta risoluzione; parte di tale progetto costituisce il dottorato di ricerca della dott.ssa Luisa Valoroso. Gli eventi che ho analizzato sono stati registrati nel periodo compreso tra maggio 2005 e giugno 2006. L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia mi ha fornito le informazioni relative ai terremoti registrati e i software necessari per la loro analisi, rendendo possibile la realizzazione di questo lavoro. Si è scelta la Val d'Agri perchè essa è considerata una tra le aree italiane a maggiore potenziale sismogenetico, il quale si manifesta prevalentemente mediante l'attivazione di faglie normali a direzione appenninica legate a un regime tettonico estensionale con direzione NE-SW5. Questa regione, che è stata colpita da grandi terremoti storici (terremoto di Polla, 1561 con Me=6,5; terremoto della Basilicata, 1857 con Me=7,0), negli ultimi 25 anni è stata caratterizzata da un basso tasso di rilascio sismico ed è, quindi, classificabile in termini di "lacuna sismica”.