La valutazione dei principali istituti finanziari internazionali e il ruolo delle agenzie di rating nella stima della probabilità di default di Dario Volpe rinonapoli crisafi

La valutazione dei principali istituti finanziari internazionali e il ruolo delle agenzie di rating nella stima della probabilità di default

Tipologia:

Tesi di Laurea di secondo livello / magistrale

Anno accademico:

2012/2013

Relatore:
Stefano Fontana
Facoltà:

Economia

Corso:

Economia Aziendale

Cattedra:

valutazione d'azienda

Lingua:
Italiano
Pagine:
189
Formato:
Pdf
Protezione:
DRM Adobe
Dimensione:
2.78 Mb

Descrizione La valutazione dei principali istituti finanziari internazionali e il ruolo delle agenzie di rating nella stima della probabilità di default

Quello sulle agenzie di rating del credito è oggi, alla luce della recente crisi dei mercati finanziari, uno dei temi caldi del dibattito economico. In questo elaborato si vogliono mettere in evidenza le principali caratteristiche dell’industria del rating, evidenziandone pregi e difetti, e focalizzando l’attenzione sul ruolo che tali agenzie rivestono nella stima della probabilità di default di alcune tra le più importanti banche internazionali. La probabilità di default, infatti, può essere utilizzata come metro per effettuare una stima più o meno veritiera della durata di vita media attesa di una società, unitamente all’interpretazione di alcuni tra i più importanti indici bancari. Alcune società verrano analizzate sotto il profilo della market capitalization, del revenue growth, del profit margin, del leverage ratio, del price/book value, del price/sales, del price/earnings e infine del dato relativo alla quantità di azioni in circolazione della società stessa. L’analisi procederà poi dando evidenza del beta factor di ciascun istituto finanziario aggiornato a Giugno 2012 confrontato col beta medio a 60 mesi (pre e post fallimento Lehman Brothers). La varietà di dati in nostro possesso ci permetterà poi di trarre delle conclusioni, basate sul tentativo di trovare una corrispondenza con il long term rating assegnato da Moody’s ad ogni società. Le agenzie di rating fungono principalmente da intermediari di informazioni tra coloro che emettono titoli e gli investitori, riassumendo, dopo un’accurata analisi, le indicazioni fondamentali del merito creditizio in una semplice lettera che sta ad indicare una precisa classe di rating; questa dunque può essere interpretata come un giudizio più o meno positivo in base ad una scala, dietro pagamento di un certo ammontare da parte dell’emittente. Oltre alla funzione di informazione, ne vanno ricordate altre due: la funzione di certificazione, che favorisce la regolamentazione della sorveglianza all’interno dei mercati finanziari, e la funzione di normalizzazione, la quale consente un monitoraggio costante e globale dell’intero mercato dei titoli. Le tre agenzie più importanti, spesso definite le “tre sorelle del rating”, sono Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch; esse utilizzano scale di rating che presentano leggere differenze, tuttavia il processo messo in atto per il calcolo del giudizio di rating è, grosso modo, lo stesso per ogni agenzia. La valutazione del merito creditizio avviene secondo cinque fasi distinte: l’attivazione del processo di rating, il contratto per l’assegnazione di un credit rating, il processo di rating in senso stretto, la fase di formulazione e pubblicazione del rating e la fase di monitoraggio. Come testimoniato da alcuni studi, nell’ultimo periodo l’impiego dei sistemi di rating interno è notevolmente aumentato, e ciò in ragione della crescente sfiducia nei giudizi delle agenzie, spesso troppo generosi, anche nei confronti di società prossime al fallimento, come dimostra l’evidenza empirica del caso Lehman Brothers. A questa motivazione si possono aggiungere, inoltre, i disparati problemi interni al mercato del rating, quali la mancata assunzione delle dovute responsabilità nella proposizione dei rating da parte delle agenzie, nonché le speculazioni ed i conflitti di interesse endogeni al sistema. Questi elementi negativi si sono sommati alle molteplici cause che hanno favorito il protrarsi della crisi a livello internazionale, generando serie conseguenze sui mercati secondari e sull’economia reale, fino ad arrivare ad un vero e proprio collasso globale. A tal proposito, oggi si cercano dei rimedi per cercare di risollevare le diverse economie da questa situazione, proponendo talvolta eventuali alternative alle agenzie di rating, che oltre alla scelta dei metodi di rating interni, spesso contemplano anche l’analisi delle quotazioni di mercato di alcuni strumenti derivati, come ad esempio i credit default swap. Proprio l’andamento dei cds, infatti, nel caso di Lehman Brothers, aveva, in qualche modo, dato i primi segnali di avviso della situazione critica, a differenza di quanto invece avevano fatto le principali agenzie di rating, classificando la società con un rating medio “a” a pochi mesi dal fallimento. Nel nostro elaborato, utilizzeremo le performance relative ai cds per stimare la probabilità di default normalizzata ad un anno e la confronteremo con quella associata al giudizio di rating targato Moody’s.

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