L’attività motoria per la riduzione dell’ansia nella disabilità intellettiva in età evolutiva di Vanessa Cristofoli

L’attività motoria per la riduzione dell’ansia nella disabilità intellettiva in età evolutiva

Tipologia:

Tesi di Laurea di secondo livello / magistrale

Anno accademico:

2019/2020

Relatore:
Emiliano Bernardi
Corso:

Scienze Motorie

Cattedra:

aspetti psicopedagogici e sociologici delle attività motorie

Lingua:
Italiano
Formato:
Pdf
Protezione:
DRM Adobe
Dimensione:
3.07 Mb

Descrizione L’attività motoria per la riduzione dell’ansia nella disabilità intellettiva in età evolutiva

La mia esperienza professionale mi ha portato nel corso degli anni a lavorare principalmente con bambini dell’età evolutiva nell’ambito delle attività motorie. Ho da sempre avuto la possibilità di confrontarmi con gruppi multietnici oltre che con bambini con diverse disabilità cercando di integrarli più possibile all’interno del gruppo stesso. La motivazione che mi ha portato a scegliere il tema riguardante l’attività motoria come riduzione dell’ansia nella disabilità intellettiva in età evolutiva per la mia tesi di laurea è legata alla mia esperienza professionale affrontata in quest’ultimo anno scolastico. Dall’inizio dell’anno sono stata assunta come insegnante di sostegno presso una scuola primaria nella provincia di Verona. Questa esperienza mi ha dato la possibilità di conoscere una realtà diversa a partire dal rapporto 1 a 1 con un bambino disabile; oltretutto mi ha dato l’opportunità di poter mettere in campo le conoscenze apprese, negli ultimi due anni, nel corso di studio magistrale in scienze delle attività motorie preventive e adattate. Il caso che mi è stato affidato per la maggior parte delle ore riguardava un bambino con disabilità intellettiva piuttosto grave: il bambino è certificato fin dall’infanzia ma la diagnosi non è specificata; infatti, in una delle ultime certificazioni viene riportato quanto segue “disturbo specifico misto e funzionamento cognitivo limite, disturbo della sfera emozionale non specificato”. Nel corso dell’anno sono avvenuti diversi incontri tra gli specialisti, le insegnanti e la famiglia specialmente nell’ultimo periodo dove la situazione è decisamente andata via via peggiorando sino ad arrivare a provvedimenti, presi da parte della scuola, come l’istruzione domiciliare, per concludere con un periodo di completa assenza. Nell’ultimo incontro la neuropsichiatra di riferimento presenta il caso come un potenziale disturbo psichico con tratti borderline della personalità. L’area affettivo relazionale del bambino risultava di difficile gestione poiché il bambino adottava condotte non adeguate in ambito linguistico, come ad esempio l’uso di parolacce e bestemmie. Spesso il bambino presentava atteggiamenti e comportamenti inadeguati dal punto di vista fisico, in quanto tendeva ad essere aggressivo e violento con i compagni e con le insegnanti. Inoltre l’alunno era attratto da tutto ciò che è “proibito” e che include una trasgressione delle regole della convivenza. un sintomo rilevante nel bambino era l’ansia, infatti, egli viveva semplici questioni della vita quotidiana con preoccupazione e diffidenza allontanando e rifiutando in continuazione oltre che le persone nuove anche le figure di riferimento. L’ansia, infatti, come verrà affrontato all’interno della tesi rappresenta uno dei sintomi principali del disturbo intellettivo del bambino. Essa è un'emozione di base, caratterizzata da uno stato di attivazione dell’organismo che deriva da un meccanismo fisiologico assolutamente normale, chiamato attacco-fuga, che si attiva quando una situazione viene percepita soggettivamente come pericolosa. Dall’inizio dell’anno ho scelto, in accordo con le altre insegnanti, sulla base delle mie conoscenze, di attuare un percorso motorio individuale e di gruppo quindi rispettivamente in palestra senza il gruppo-classe oppure con gli altri compagni durante l’abituale ora di motoria. La scelta è stata chiaramente dettata dalla necessità di far trovare al bambino dei momenti di sfogo in funzione della riduzione dei suoi sintomi più importanti tra cui anche il disturbo dell’ansia stessa. Come accennato precedentemente, la frequenza scolastica del bambino nel corso del secondo quadrimestre è stata molto ridotta a causa del peggioramento dei suoi comportamenti dovuto per lo più all’ambiente famigliare non adattato, nella quale il bambino stesso si trovava costretto a convivere. Sono stata, quindi, spinta e motivata nell’intraprendere questa ricerca per il coinvolgimento professionale in questo ambito con l’interesse di approfondire il tema e poter trarre vantaggio dalla mia esperienza.

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