Enneagramma come base interpretativa della personalità del bambino e del tipo di intelligenza emotiva

Nel corso della vita ciascuno di noi deve affrontare cambiamenti, ricostruire schemi, tentare di comprendere le proprie emozioni, provare a conoscersi davvero costruendo un’immagine di sé che possa soddisfare la propria aspettativa e quella altrui. Crediamo che al mondo ci siano miliardi di personalità, caratteri ereditari, atteggiamenti ripresi dai nostri familiari; in parte è vero in parte no. L’enneagramma, oggetto di studio della tesi, riconosce che al mondo esistono solo nove tipi di personalità che si influenzano tra loro e che possono cambiare caratteristiche a seconda delle situazioni di stress o di euforia vissute e dell’influenza esercitata dalla variante dominate (la tensione verso l’istinto sessuale, la conservazione di sé e l’istinto sociale). L’enneatipo non è innato ma è la risposta agli stimoli che riceviamo soprattutto nei primi anni di vita, non è ereditario ma è, in qualche modo, unico seconda della persona; perciò non è detto che due enneatipi uguali abbiano gli stessi comportamenti; «ciò che noi conosciamo di noi stessi, non è che una parte di quello che noi siamo. E tante e tante cose, in certi momenti eccezionali, noi sorprendiamo in noi stessi, percezioni, ragionamenti, stati di coscienza che son veramente oltre i limiti relativi della nostra esistenza». Il percorso affrontato, parte da un excursus storico sulla nascita dell’enneagramma, di come questo sia stato tramandato oralmente di generazione in generazione, passando per le religioni fino ad arrivare in europa negli anni venti grazie a Gurdjieff per poi introdursi nei percorsi di studi, negli anni sessanta, grazie a Naranjo. Individuo, poi, i nove enneatipi spiegandone le principali caratteristiche, le variazioni che in essi avvengono in momenti di stress e di euforia, e come questi possano esser influenzati dai tipi che lo affiancano nell’enneagramma. Comprese le caratteristiche generali di ciascun enneatipo, inizia il percorso di conoscenza di se stessi e di come questo possa aiutare: i genitori, ma anche educatori e operatori dell’infanzia, a comprendere quale sia la linea educativa migliore da adottare seconda dell’enneatipo di appartenenza del bambino che si ha, ciascuno di noi a crescere e migliorare le prestazioni nella vita di tutti i giorni, comprendendo quali competenze emotive siano dominanti nel nostro tipo e su quali dobbiamo lavorare.