L'autenticità e l'inconscio: un confronto tra antropoanalisi e ontopsicologia  di enrico Buonanno

L'autenticità e l'inconscio: un confronto tra antropoanalisi e ontopsicologia

Tipologia:

Diploma di laurea

Anno accademico:

2007/2008

Relatore:
Natalia Grishina
Facoltà:

Psicologia

Corso:

Psicologia

Cattedra:

Ontopsicologia

Lingua:
Italiano
Pagine:
68
Formato:
Pdf
Protezione:
DRM Adobe
Dimensione:
1.03 Mb

Descrizione L'autenticità e l'inconscio: un confronto tra antropoanalisi e ontopsicologia

Il nostro studio affronta il concetto di autenticità, un concetto fondamentale in tutta la psicologia esistenziale (per cui l'autenticità rappresenta il fine stesso della psicologia) ma forse non sufficientemente approfondito. Lo studio si intitola "L'autenticità e l'inconscio”, in quanto il rapporto tra autenticità e inconscio è il punto critico in cui le diverse concezioni dell'autenticità divergono maggiormente (inoltre, nonostante diversi autori in psicologia abbiano utilizzato il concetto di autenticità, abbiamo ritenuto più fertile limitare il nostro studio ai due psicologi che hanno maggiormente approfondito questo concetto: Binswanger e Meneghetti). L'esplorazione del concetto di autenticità e di come esso sia applicabile alla prassi dello psicologo ci ha portato a fare un'investigazione sia filosofica, sia clinica, sia empirica. Nell'investigazione filosofica abbiamo voluto chiarificare le implicazioni del concetto di autenticità, cioè definire quali sono i tratti tipici di una visione dell'esistenza all'interno di cui il concetto di autenticità prende il proprio senso. Questi tratti tipici (illustrati attraverso la filosofia di Kierkegaard) sono i seguenti: l'esistenza come relazione tra eternità e temporalità, infinitezza e finitezza, per cui il mio qui e adesso è anche fondato in un assoluto che è sempre e comunque. L'incommensurabilità dei termini di questa relazione, che è l'esistenza, determina una sorta di scarto interiore per cui io "sono” sempre di più di ciò che "oggettivamente” o "esternamente” sono. Questo scarto interiore segna la vettorialità del movimento trascendente del divenire, per cui io divento me stesso superando costantemente me stesso. Questo movimento è contingente, cioè io posso scegliermi o meno (libero arbitrio). La libertà di scegliersi deve possedere un fondamento, cioè un criterio in base a cui io posso scegliermi autenticamente. Questi sono dei concetti forti, per cui in molte scuole di psicologia, particolarmente in quelle basate su presupposti naturalistici, il concetto di autenticità non è trattabile. Nell'investigazione clinica, abbiamo preso in esame il caso Ellen West, famosamente discusso da Binswanger proprio alla luce del concetto di autenticità e rivisitato qui nell'ottica dell'analisi ontopsicologica, nonché in un'ottica di confronto tra ontopsicologia e antropoanalisi. Attraverso questo confronto cerchiamo di far emergere la specificità delle due scuole nell'intendimento del concetto di autenticità e il ruolo che in questa comprensione dell'autenticità spetta all'inconscio. Nell'investigazione empirica abbiamo voluto illustrare come praticamente il terapeuta che segue l'approccio ontopsicologico utilizza la conoscenza biografica e la conoscenza dell'inconscio, per valutare e ristabilire l'autenticità del paziente.

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