Trama Tana per la bambina con i capelli a ombrellone
Crescere a Roma negli anni Settanta: tempi di conflitto trasgressione e sangue, angoscia militanza e voglia di cambiare. Scivolare poi nei primi Ottanta, in bilico tra echi post-fascisti e strascichi del '77, tra concerti punk rock e notti senza tempo intorno a una canna. Noi siamo nel mezzo, nella generazione ibrida di passaggio tra menzogna e ideologie sconnesse, timore e ricerca dello scontro, perché siamo insieme alla bambina con i capelli a ombrellone e la sua speranza di aderire a qualcosa, la sua prima volta, il contraddittorio egocentrismo e l'indicibile necessità di affetto. Il destino della bambina, prima attrice di un'educazione affettiva corrotta e senza filtri, è già chiaro nella sua infanzia caotica abitata da sette fratelli, un padre distaccato, una madre remissiva e una nonna chiusa in un passato lontano. Sogna di apparire a qualunque prezzo al resto del mondo che non la percepisce neppure; il suo spazio di visibilità è quello in cui due suoi fratelli abusano di lei. E sopravvive e riesce a crescere aggrappandosi alla sua feroce ironia, all'inconsistente sostegno del grottesco, quando tutto il resto è senza senso.