Descrizione La strada di SE. Storia di un giornale centrafricano
Il collettivo SE nasce nel 2017 su una terrazza ligure, il mare in lontananza. È estate, scorrono diapositive del 1988. L'obiettivo dei componenti, che hanno tutti un legame più o meno diretto con la Repubblica Centrafricana, è coltivare la memoria storica dei giornalisti che tra il 1988 e il 1989 osarono pubblicare SE, il periodico della savana ai piedi del monte Panà, nel villaggio di Ngaoundaye, in Centrafrica. Il giornale era acquistato e letto dai Panà, straordinario popolo di contadini che vivono in case con tetto di paglia, senza luce elettrica. Negli anni, la vita di ognuno dei protagonisti - «noi, i Centrafricani» - diviene paradigmatica del ruolo della società civile nel Paese, permettendo oggi di ricostruire trent'anni di storia. Il testimone viene infine passato al collettivo Zoukpana, formato da nove studentesse e studenti dell'Università di Bangui che si sono impegnati a inviare articoli, fotografie, video, vignette, quanto credono interessante rispetto alla vita politica, sociale e culturale della Repubblica Centrafricana.
Recensioni degli utenti
La Strada di SE-7 maggio 2021
La Strada di SE l'ho letto senza mai interrompermi perché mi faceva intravvedere molto di più di quello che racconta e lo inseguivo per vedere dove andava a parare. Questo pezzo di storia in Repubblica Centro Africana (RCA) mostra il privilegio che una piccola Comunità ha avuto nel 1988 quando ha incontrato e vissuto per due anni con una persona occidentale che in RCA ha avviato e costruito relazioni, sapendo che le relazioni per diventare stabili e produttive richiedono rispetto, tempo, pazienza e una lentezza indispensabile per avere e dare fiducia. Quindi relazioni con attese e pause ma sempre senza abbandono. Questo e' il sottofondo, impercettibile, delle vicende che si leggono e che coinvolgono più generazioni nella RCA. E' un libro che si legge volentieri, curioso e non leggero ma dotato di saggia leggerezza. Scorrono storie e nomi Celestin Dimanche, il saggio che rimane per sempre maestro di dignità e coraggio; Kiky, che ama la storia del suo popolo ma vuole crescere e si impegna. L'infermiere musulmano Seleman che incontra una donna cattolica ed entrambi emanano sicurezza e semplicità e poi Celestin Bawa e Celestine Eremi, la tragica figura di Misya Amos. Persone con storie di vita e di morte in un Paese dove, se non ci vivi, ti e' impossibile credere che ciò che leggi sia vero. Per questo non sai dove si va a parare, leggendo, perché sono storie di persone e di un Paese che gli Autori conoscono e quindi sai che sono vere ma ti domandi come questo possa succedere. Tocchi con mano, attraverso le vite anche gioiose e ricche di queste persone, come lo sfruttamento della RCA da parte di quel mondo che vede solo il profitto, consenta che si scatenino le peggiori caratteristiche degli esseri umani, mercenari al servizio di questi sfruttatori ma anche di come la forza della vita sia sempre più forte. Non si legge di un'esperienza missionaria dove, spesso, si portano valori occidentali ma si trova un'esperienza di solidarietà civile da parte di alcuni e di crescita personale e sociale di giovani centro africani. Alcuni di questi hanno creato un Collettivo che vive e continuano a farci sapere con i loro scritti e immagini i loro obiettivi, le loro speranze e la loro visione di futuro. Fa bene sapere che si può vivere e non solo sopravvivere e questo e' il privilegio che noi occidentali abbiamo di averli incontrati o direttamente o attraverso questo importante serio e gradevole libro.