Squadrone bianco. Storia delle truppe coloniali italiane di Domenico Quirico edito da Mondadori

Squadrone bianco. Storia delle truppe coloniali italiane

Editore:

Mondadori

Collana:
Oscar storia
Data di Pubblicazione:
2003
EAN:

9788804521327

ISBN:

8804521325

Pagine:
360
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Descrizione Squadrone bianco. Storia delle truppe coloniali italiane

Domenico Quirico ripercorre in questo volume il tema, poco esplorato, del ruolo delle truppe indigene africane tra le forze militari italiane. Tra la fine dell'Ottocento e il 1941, sotto la bandiera italiana hanno combattuto infatti centinaia di migliaia di soldati indigeni raggruppati per lo più nelle formazioni degli ascari (eritrei) e dubat (somali). Buona parte delle vittorie italiane sono state merito di questi abili e resistenti reparti.

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3 di 5 su 1 recensione

Timido revisionismo colonialeDi B. Valerio-9 luglio 2010

Strano saggio quello scritto da Domenico Quirico, relativo a un ambito - la storia del colonialismo italiano - nel quale gli studi non abbondano e lo spettro della rimozione rende gli storici ritrosi al cimento. L'esposizione sulla nascita, l'evoluzione e le caratteristiche delle truppe coloniali italiane è abbastanza interessante, anche se non sostenuta da una conoscenza scientifica del retroterra culturale da cui provenivano gli ascari eritrei, i meharisti libici o i dubbat somali. Tale carenza induce l'autore a esprimere giudizi troppo superficiali - a volte ai limiti del razzismo - sia nei confronti delle attitudini mentali e dei comportamenti delle truppe coloniali (di cui infatti spesso Quirico indulge a esaltarne la "fedeltà" all'Italia), sia rispetto al valore storico e ai valori etici manifestati dal colonialismo italiano, valutati con eccessiva indulgenza e quasi velati da una sorta di nostalgia (per fortuna le opere di storici seri come Del Boca, Labanca e Rochat hanno destrutturato il mito del colonialismo "buono" degli Italiani). Ci troviamo dunque a leggere un saggio troppo "giornalistico" (nel senso deteriore del termine) e poco storico, che rischia di disorientare i lettori non specialisti di storia coloniale e di portare acqua al mulino delle schiere di revisionisti che nel loro furore vorrebbero veicolare l'idea dell'umanità e della giustezza dell'impresa coloniale italiana