Sotto il ponte che non si farà di Matteo Bottari edito da Biblioteca del Cenide

Sotto il ponte che non si farà

Collana:
Nuvole
A cura di:
D. Cogliandro
Illustratore:
Guinicelli L.
Data di Pubblicazione:
1 gennaio 2009
EAN:

9788887669688

ISBN:

8887669686

Pagine:
200
Formato:
brossura
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Trama Sotto il ponte che non si farà

Una storia degli anni '80, lo scenario dello Stretto di Messina, il progetto del ponte, le prime trivellazioni sulla sponda calabra, il romanzo del primo manipolo di "stakeholders" che si opposero all'opera. Scrive l'autore: "Seguendo da spettatore la questione della costruzione del Ponte sullo Stretto, ne riconosco i movimenti ambigui e sospettosi, l'andatura sinuosa e l'affermazione imperiosa, godo dell'incertezza in cui si è cacciato questo enorme serpente che è pronto a stritolare ma deve mostrarsi accondiscendente, fare buon viso a qualunque cattivo gioco, anche a questo scritto che verrà e che vorrebbe cancellare la sua esistenza con la sveglia repentina da un incubo, ma che per il momento si limita a rimettere insieme una quantità di voci prima che il loro esistere finisca nel nulla."

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5 di 5 su 1 recensione

La rivalsa del pensiero meridianoDi t. kilgore-12 agosto 2009

Nel libro "Il pensiero meridiano" di Franco Cassano viene fatto notare che non è più possibile pensare il Sud a partire dalle sue negligenze o difficoltà strutturali se confrontate con il Nord. Il Sud ha una sua identità e da questa va fatta ripartire una rivalsa culturale. Il libro di Matteo Bottari invita alla rivalsa raccontando una storia, ambientata a metà degli anni 80, di un gruppo di persone che, ante litteram, si opposero all'idea che un Ponte sarebbe stata la panacea di tutti i mali del Sud. Il romanzo ha il suo incipit in un borgo collinare messinese, Castanea delle Furie, e attraversa lo Stretto per dipanare il racconto attorno ad un manipolo di personaggi che vivono sulla costa calabrese, a Cannitello, e lì operano le loro azioni di protesta, talvolta in maniera grottesca, contro il primo presidio operativo di valutazione per la posa del pilone del Ponte sullo Stretto: la Società Lodio, responsabile delle prospezioni geologiche del terreno. Il narratore, che è anche uno dei protagonisti di questa storia minima d'Italia, tratteggia personaggi e interpreti (il Conte, don Totò, il professor Imberti, donna Peppina, etc) in maniera da configurare un quadro narrativo e una sintassi storica e attraverso i loro modi di fare, le loro azioni, le loro espressioni chiarisce, lasciando decantare le parole, il senso di vacuità che permea chi abita lo Stretto di Messina e, al tempo stesso, la voglia di riscatto e la nobiltà di gesti minimi ed essenziali. Il romanzo si chiude con una scelta del protagonista che non assolve, grazie ad un suo comportamento nei confronti di un mafiosetto locale, il disagio meridionalista ma al tempo stesso si riprende l'innocenza perduta con un gesto "cavalleresco" nei confronti di un amico gambizzato dalla 'ndrangheta.