Il signore di Stechlin di Theodor Fontane edito da Garzanti

Il signore di Stechlin

Editore:

Garzanti

Traduttore:
Becagli C. L.
Data di Pubblicazione:
6 maggio 2010
EAN:

9788811363187

ISBN:

8811363187

Formato:
brossura
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Trama Il signore di Stechlin

Se "Effi Briest", la storia concepita di getto e in sé perfetta di una figura femminile patetica e indimenticabile, è la Traviata di Fontane, allora spiega Giuseppe Bevilacqua nell'introduzione -"Il signore di Stechlin" è il suo "Falstaff": l'una e l'altra opere testamentarie, approdo a una saggezza che non ha nulla di senile, che non ha smesso la vivacità dell'invenzione e il gusto del divertimento, ma neppure la consapevolezza del fondo serio o anzi tragico della vita: e ha come sollevato tutto questo a un'altezza in cui conserva intero il proprio significato ma perde ogni peso.

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4 di 5 su 3 recensioni

Il signore di StechlinDi B. Salvo-10 agosto 2011

Summa e caposaldo della letteratura romantica dell'ottocento tedesco, è un romanzo che prende le forme di una conversazione e poi di una meditazione e di una confessione, un romanzo che raccoglie in sé tutte le esperienze di una vita e tutti i dubbi sulla validità degli ideali del passato e del presente, tempo dal quale il vecchio Stechlin si sente escluso e non compreso. Chiaro fin da principio che nulla può succedere al protagonista, che la sua vita ha ancora un senso e una giustificazione solo in quanto si dedichi alla contemplazione della vita altrui. L'alternanza della vita della nobiltà campagnola e quella della capitale si realizza solo nella supremazia della campagna e di quell'aristocrazia, quella degli Junker della zona orientale di origine slava tant'è che per la prima volta nei romanzi di Fontane un protagonista ha un nome slavo, Dubslav. Il vero ambiente di Stechlin è la campagna e l'intero romanzo può leggersi come un ritorno alla terra, alla terra slava in particolare, ed è questo il perché del suo particolare rapporto con la piccola Agnes e con la detestata sorella di Stechlin, residuo degli ambienti pietisti tanto in voga nella Germania di quel secolo. Dubslav non condivide né le idee progressiste e cristiano-sociali né il misticismo cattolicheggiante rappresentato dal figlio; altrettanto Dubslav non prende posizione nei confronti della nuova realtà berlinese, fatta da un lato di giovani ufficiali baldanzosi ed eleganti e dall'altro di mistici troppo attratti dalle speculazioni filosofiche. Quando il figlio torna a casa, Stechlin crede che l'antico ordine possa considerarsi ristabilito anche nella loro famiglia, ed invece è lui stesso a farsi cogliere per primo dalle reminescenze mistiche, come quelle relative al lago della sua tenuta, che cresce e decresce periodicamente, tanto da essere considerato da lui un simbolo della legge dei cicli eterni e periodici della natura. Sfumati e lirici i capitolini cui Stechlin parla con il servo Engelke come ad un amico; di lui non può più fare a meno e lo tratta con ironia bonaria. E' commovente come la saggezza del vecchio conte e quella del servo siano perfettamente complementari. Quando Dubslav presagisce la propria morte ed infine vi si rassegna, il romanzo diventa una sorta di epitaffio commosso e doloroso in cui Fontane commemora se stesso. Nel complesso, Il signore di Stechlin è uno dei più importanti documenti politico-sociali dell'ultimo Ottocento tedesco, ed è il romanzo più multiforme e complesso di Fontane, un romanzo che è insieme lieve e penetrante, in cui tutto è presente e tutto va al posto giusto, perché nulla succede e nulla ormai potrebbe succedere.

Il signore di StechlinDi R. Alice-7 novembre 2010

Ho dato tre a questo libro perché la ripetitività delle conversazioni , così come il tono pacato delle vicende narrate, hanno rappresentato per me motivo di lentezza e pesantezza nella lettura, pur riconoscendone la validità, soprattutto nella caratterizzazione dei personaggi che circondano il signore di Stechlin. Su tutti spicca la figura di una donna, la bella e intelligente contessa Melusine Barby, una nobile cresciuta nell’Inghilterra vittoriana, ricca di brio e di verve, brillante, spiritosa e senza peli sulla lingua, una donna moderna e ricca di umanità, che precorre i tempi. In contrapposizione con lei vi è la zia Adelheid, la sorella di Dubslav, una vecchia badessa acida affetta da pregiudizi radicati e insuperabili, simbolo di un mondo chiuso al confronto con il tempo che passa.

Il signore di StechlinDi g. matteo-24 settembre 2010

Nel romanzo di Theodor Fontane non accade praticamente nulla. “Alla fine muore un vecchio e due giovani si sposano”: ecco quanto accade in “Il signore di Stechlin”, secondo le parole dello stesso scrittore. E allora, ci si chiede, che cosa scrive Fontane in quelle oltre trecento pagine? Si tratta di un romanzo polifonico, che raccoglie amene conversazioni, sommessi dialoghi tra i personaggi, tutti incastonati nella Prussia di fin de siecle, e precisamente nella provincia brandeburghese che, pur essendo lontana dai luoghi in cui si fa la storia, è tuttavia in una relazione che si potrebbe definire cosmica con il mondo e la storia, simbolicamente rappresentata dalla leggenda del lago di Stechlin, secondo la quale esso si risveglia, ribolle e innalza un getto d’acqua o, nei casi più eclatanti, addirittura emergerebbe dalle sue acque un gallo rosso quando altrove, magari a Giava o in Islanda (questi vulcani islandesi hanno creato problemi anche in passato) la terra subisce un qualche stravolgimento.