Il signor Mani. Romanzo in cinque dialoghi di Abraham B. Yehoshua edito da Einaudi

Il signor Mani. Romanzo in cinque dialoghi

Editore:

Einaudi

Edizione:
1
Traduttore:
Sciloni G.
Data di Pubblicazione:
20 giugno 2018
EAN:

9788806239411

ISBN:

8806239414

Formato:
brossura
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Trama Il signor Mani. Romanzo in cinque dialoghi

Dal giovane Efraim, soldato israeliano di stanza in Libano nei primi anni Ottanta, al patriarca Abraham vissuto nell'Atene di metà Ottocento, i diversi «signor Mani» sfilano nella storia e si trasmettono di padre in figlio una tragica eredità. Può un uomo spezzare la catena che lo lega al passato e al futuro? Può annullare la propria identità? Yehoshua mette in scena cinque dialoghi in cui di volta in volta una voce diversa ci guida verso i molti misteri di un'intero popolo e di una famiglia animata dall'utopia della pace.

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4 di 5 su 6 recensioni

Ostico e poco scorrevole. Ma profondoDi L. Anna-26 maggio 2012

Tra i romanzi dell'autore è certamente il più complesso, anzi, in certi frangenti è proprio di difficile lettura. Mi è piaciuta tantissimo, come sempre, l'elegante scrittura e l'originale impianto narrativo, fondato su cinque dialoghimonologhi che ricostruiscono controcorrente la storia di una famiglia di origini israeliane fino al patriarca. Sorprendneti certe descrizioni di Gerusalemme che mi hanno fatto provare dentro qualcosa di simile a malinconia, più che a desiderio di visitarla.

Il signor ManiDi c. Giovanni-28 settembre 2011

Yehoshua è abile nel costruire una struttura narrativa capace di tenere il lettore sotto tensione: l'autore non costruisce un romanzo familiare (i mani attraverso sette generazioni dalla fine del Settecento agli anni Ottanta del Novecento) , ma elabora cinque monologhi in cui altrettanti personaggi dialogano con un interlocutore del quale però non sono riportate le battute. Il narratore non è uno della famiglia ma parla dei Mani che ha incontrato, modificandone il destino o essendone testimone. Chiaro l'intento di affermare un'identità del popolo ebraico pur nei diversi contesti storici e geografici. Per quanto certi comuni denominatori siano molto più che sotto traccia l'anelito verso Gerusalemme, la mitica terra promessa da conquistare e poi da difendere. Di grande effetto le note biografiche che precedono e seguono le cinque narrazioni teatralizzate. Lì si sente il miglior Yehoshua. Come pure è sempre lui nel moltiplicare efficacemente i punti di vista. Ma l'idea della diegesi parlata e dunque di continuo spezzata, intercalata, e segnata dal ritmo di un'ideale messinscena, alla fine risulta più che ripetitiva, molto farraginosa. Uno di quei libri dei quali è molto meglio parlare cioè descrivere e spiegare che semplicemente leggere. E questo è un limite.

Tanti mani un popoloDi u. giovanni-9 agosto 2011

Libro eccezionale che, attraverso i vari "mani", narra la vita e l'esistenza stessa di un popolo dall'ultimo secolo al 1800, a ritroso. Romanzo fondamentale nella poetica di Yehoshua e altrettanto fondamentale per la conoscenza e, quindi, la dovuta riflessione sulla vicenda ebraica nel suo complesso.

Il signor ManiDi l. alice-18 novembre 2010

Il miglior romanzo di Yehoshua, a mio parere. Scritto sotto forma di dialoghi - monologhi, nel Senso che, del dialogo, si legge solo il monologo della persona che racconta e si intuiscono gli interventi della controparte... Racconta la storia della famiglia Mani indietreggiando nel tempo dagli anni 80 del 1900 alla metà del 1800.

molto belloDi L. Marco-28 ottobre 2010

Un libro avvincente, una saga ebraica descritta con meravigliosa maestria, senza mai emettere giudizi o considerazioni. Ritengo che Yehoshua sia, insieme ad Oz,uno dei migliori talenti della letteratura israeliana.

Il signor ManiDi D. ivan-6 ottobre 2010

Se si fosse costretti a leggerne uno solo di Yehoshua è questo che bisogna leggere. Perchè è una dimostrazione di abilità tecnica straordinaria: la struttura del racconto è genialmente complicata e impone l'impegno e la partecipazione attiva del lettore, come pochi altri testi (ampiamente ripagato, sia chiaro.... il lettore). Perchè si capisce meglio che in quaranta saggi il senso di quel che si dice "ebreo errante". Perchè è un romanzo profondamente, splendidamente mediterraneo, nei colori, nel caldo e nel clima culturale, nella ricchezza di passato vivo, così condizionato da un dio altrettanto vivo (con tutto quello di buono e di cattivo che i due vivi di troppo comportano). Un bellissimo viaggio nel tempo e nello spazio.