Sesso solitario. Storia culturale della masturbazione
- Editore:
Il Saggiatore
- Collana:
- La cultura
- A cura di:
- V. Lingiardi , M. Luci
- Data di Pubblicazione:
- 15 marzo 2007
- EAN:
9788842811800
- ISBN:
8842811807
- Pagine:
- 444
- Formato:
- brossura
- Argomento:
- Antropologia fisica
Descrizione Sesso solitario. Storia culturale della masturbazione
Nella cultura classica, la masturbazione non provocava particolari ansietà, al massimo era oggetto di scherzi e barzellette. E neppure l'ebraismo diede troppo rilievo alla questione: l'unica, vera colpa di Onan era quella di non procreare. Fu in età medievale che la sessualità diventò la piaga da debellare, a favore di una castità salvifica e edificante, mentre l'autoerotismo veniva al massimo considerato una forma di grettezza. A trasformare la masturbazione in un grave problema morale e medico fu, nel 1712, la pubblicazione di un libercolo che ebbe larga diffusione e acquistò notevole credito, malgrado fosse opera di un ciarlatano che pubblicizzava i propri intrugli. Paradossalmente, la masturbazione moderna è dunque figlia dell'era illuminista, che la considerò un atto antisociale con una malsana componente immaginativa. L'incremento degli spazi domestici e della lettura privata e silenziosa furono infatti nuovi fattori che favorivano l'eccitazione solitaria, soprattutto femminile. Solo grazie a Freud l'autoerotismo fu riconosciuto una fase naturale dello sviluppo identitario e sessuale. Fino ad arrivare ai nostri giorni, segnati da provocatorie performance artistiche e dalla commercializzazione dei vibratori. Autentico caso editoriale, Onania, trattato anonimo pubblicato all'inizio del Settecento, decretò l'ingresso ufficiale dell'onanismo nella storia del pensiero moderno. Sulle tracce dell'ipotetico autore, Thomas W. Laqueur svela l'immenso successo commerciale di questo testo, a metà tra pruderie e farmacopea popolare: copiato e plagiato in tutta Europa, il volume, summa di paure, sensi di colpa e logiche morali, trasformò un esercizio segreto e privato in un termometro sociale. Trascurato dalle prescrizioni di Galeno, relegato tra i peccati minori dai predicatori medievali, promosso a disputa filologica dai cabalisti, in età moderna l'autoerotismo ha interpretato ruoli diversi: soggetto anticlericale per libelli libertini, elemento di antropologia del quotidiano nei testi dei primi viaggiatori, pratica scongiurata dallamorale borghese del XIX secolo. Fino alla consacrazione, nel secolo scorso, a paradigma evolutivo per la psicoanalisi, e a emblema di liberazione del corpo e del sé nelle rivendicazioni del movimento femminista e nelle performance di artisti contemporanei.Protagonisti di questa storia in due tempi, dall'antichità a Onania e dal Settecento a oggi, sono filosofi, letterati, pittori, da Aristotele a Freud, da Agostino a Jean-Jacques Rousseau, da Greuze a Vito Acconci, qui presentati nella veste insolita di interpreti del peccato di Onan.Un saggio documentato in modo impeccabile, che è anche una provocazione. Il racconto, ad alta voce, di un segreto a lungo taciuto.