€ 10.40€ 13.00 Risparmi: € 2.60 (20%) Spedizione GRATUITAsopra € 25 Normalmente disponibile in 3/4 giorni lavorativi![]() e ritira quando vuoiScopri come ![]() ![]() Il sergente nella neve-Ritorno sul Dondi Mario Rigoni Stern
![]() ![]() Trama del libro"Oggi, a quasi cinquant'anni dalla pubblicazione, questo celebre resoconto di un semplice sottoufficiale alpino che si trova a combattere nel settore centrale del fronte russo, proprio quando l'esercito dell'Unione Sovietica sferra il suo potente attacco demolitore, acquista rilievo speciale. Man mano che i fatti narrati si allontanano nel tempo, il diario del sergente diventa più intenso e assume i caratteri dell'esperienza perenne. La testimonianza scritta, rispetto agli eventi storico-geografici da cui è scaturita, intrattiene lo stesso rapporto che potremmo supporre fra la moneta e il suo conio." (Dalla postfazione di Eraldo Affinati)Recensioni degli utentiScrivi una nuova recensione su Il sergente nella neve-Ritorno sul Don e condividi la tua opinione con altri utenti. Voto medio del prodotto: ![]() di C. CECILIA - leggi tutte le sue recensioniNon è un libro di guerra, ma una storia umana, di un'avventura. Lui non era uno scrittore "professionista", ma sa emozionare e far riflettere in questo bellissimo e commuovente libro sulla ritirata dell'Armir, Corpo di Spedizione Italiano in Russia. Ci regala bellissime descrizioni di paesaggi (Rigoni Stern nutriva un profondo amore per la natura) e intense introspezioni psicologiche dei compagni che condivisero con lui quei terribili momenti. Lo consiglierei ai ragazzi delle scuole medie superiori. Ritieni utile questa recensione? SI NO ![]() di R. LAURA - leggi tutte le sue recensioniBellissimo libro, commovente nella sua semplicità e chiarezza. Senza ricorrere a descrizioni impressionanti e traculente, Rigoni Stern fa rivivere al lettore il dolore e la disperazione, ma anche il coraggio e la forza di volontà che furono propri di tutti quegli uomini coinvolti nella disastrosa ritirata dal fronte russo nella seconda guerra mondiale. Uno stile lieve e coinvolgente permette quasi di affrontare di persona quella immane tragedia. Assolutamente da leggere. ![]() di B. Alice - leggi tutte le sue recensioniUn resoconto lucido della disastrosa ritirata dei nostri soldati dal terribile e gelido fronte russo... Le storie di mille volti, giovani ma sopraffatti dalla fatica e dalla disperazione, si mescolano in quadro dalle tinte fosche in cui, fortunatamente come un'ancora di salvezza, si ergono storie di sopravvissuti, ad indicarci che la vita c'è e resiste ![]() di L. Gazzola - leggi tutte le sue recensioniL'indimenticabile tragedia dell'ARMIR, voluta e desiderata dal fascismo per guadagnare un peso politico maggiore, si rivela un dramma personale, individuale e contemporanemente collettivo e sociale, grazie alla narrazione scarna, asciutta, ma evocativa, diretta, di una efficacia espressiva impressionante di Mario rigoni Stern. Leggere questo libro vuol dire comprendere, vivere quindi giudicare la storia. ![]() di S. Ilaria - leggi tutte le sue recensioniQuesto libro riesce a impressionare il lettore facendogli capire di cosa si è trattata la ritirata di Russia. Mario Rigoni Stern racconta i suoi sentimenti, e questo libro racchiude malinconia, tristezza e felicità. Ne consiglio la lettura. La trama è molto semplice, si può trovare un linguaggio semplice. ![]() di S. Ilaria - leggi tutte le sue recensioniQuesto libro riesce a impressionare il lettore facendogli capire di cosa si è trattata la ritirata di Russia. Mario Rigoni Stern racconta i suoi sentimenti, e questo libro racchiude malinconia, tristezza e felicità. Ne consiglio la lettura. La trama è molto semplice, si può trovare un linguaggio semplice. ![]() di A. Marco - leggi tutte le sue recensioniMi sono sempre chiesto come mai Stern non si faccia leggere a scuola, questo libro è veramente bello, e anche breve. Nella categoria dei combat novel è uno tra i più potenti e meglio scritti. Rigoni Stern mostra qui uno stile, un'asciuttezza e una padronanza della lingua invidiabile. Che poi la storia (che quasi non esiste, è semplicemente una lunga e allucinante marcia della morte vista dall'interno, da uno di quelli che hanno avuto la fortuna di non morire) sia elettrizzante, non ve lo devo dire io: provate a cominciarlo, e vedete se riuscite a staccarvi. ![]() di P. Simone - leggi tutte le sue recensioniIl libro che più amoe che ho riletto piùà volte Un'opera che dovrebbe essere obbligatoriamente fatta leggere in tutte le scuole superiori. Un racconto malinconico, doloroso e pure così vivo. Un romanzo che racconta cosa è successo ai nostri nonni fra le steppe della Russia e che dovrebbe far riflettere chi ancora oggi parla di "fare la guerra". ![]() di M. Andrea - leggi tutte le sue recensioniUn libro da fare leggere ai ragazzi delle scuole; la testimonianza di uno dei conflitti più cruenti e drammatici della storia italiana, e molto spesso dimenticato. La testimonianza di un sergente del battaglione Vestone nella drammatica ritirata dal fronte del Don; gli amici commilitoni, i ricordi di casa e di caccia, il rapporto con il nemico e con la popolazione russa... Tante tematiche in un libro dalla stesura semplice ed avvincente ![]() di G. Stefano - leggi tutte le sue recensioniUn classico della nostra letteratura. La ritirata di Russia, una delle pagine più tristi della seconda guerra mondiale. Raccontate da un sergente poco più che ventenne ma senza la voglia di piangersi addosso nonostante la cocente disfatta, probabilmente perché in primis bisognava riuscire a tornare a casa vivi e a piedi la strada fino all'Italia era veramente lunga. ![]() di G. Luca - leggi tutte le sue recensioniSolo per lettori esigenti e con molto tempo a disposizione. Ci sono libri che sono rilevanti per la letteratura, altri che lo sono per l'importanza documentale e la testimonianza; il presente sta di sicuro nella seconda categoria, e non lo dico con leggerezza, né il mio è un tentativo facile di liquidare in blocco tutte le testimonianze di guerra (riconosco ad esempio che ce ne sono altri che stanno contemporaneamente in tutte e due le classi, come alcuni testi di Levi ed altri di Fenoglio). Fino all'ultimo mi sono chiesto se non mi fosse capitata in mano una riduzione scolastica, ed i dubbi me li ha tolti il saggio che sta in coda al libro: un tentativo goffo di dare rango di opera immortale a questo testo di memorialistica che avrebbe avuto bisogno di qualche altra riscrittura (oltre alle sette già imposte da Vittorini, allora all'Einaudi). Rimangono alcuni passaggi comunque memorabili, sia nella prima parte statica (Il caposaldo), sia nella seconda molto più dinamica (La sacca); ma è un dinamismo dominato dalla meccanica, da una sorta di sonnambulismo. L'alternanza di sprazzi di umanità e scene di ordinaria follia sono indice del fatto che forse la guerra non l'ha capita nemmeno chi l'ha fatta e forse - per fortuna - nessuno la capirà mai. ![]() di P. Simona - leggi tutte le sue recensioniUn'altro libro che tutti dovrebbero leggere. La storia, quella vera, quella della gente, scritta con una delicatezza non comune, con una umanità speciale. La crudezza di questa esperienza, inimmaginabile per noi, ci apre una finestra sulla vita di questa gente: la miseria, il freddo infinito, l'incomprensibilità di una guerra decisa a tavolino da altri e fatta combattere ai poveri cristi contro altri poveri cristi. Ognuno con la stessa fame e lo stesso freddo, solo con una divisa di colore diverso. Struggente. ![]() di H. Silvia - leggi tutte le sue recensioniA me piace la storia, molto e volevo leggere questo libro da molto tempo. Solo che trovavo sempre mille scuse per non farlo, avevo sempre qualcos'altro di più semplice, rilassante, ludico o meno impegnativo da leggere. Poi un giorno ero in biblioteca e mi sono detto, perchè no? Ed ecco che comincio a leggere "Il sergente nella neve" e non riesco più a staccarmene. Non riesco a fare a meno di immaginarmi quello che descrive, vedo negli occhi quello che Rigoni Stern ha messo nero su bianco. E fa male. Fa male, fa quasi venire da piangere. E' crudo, umano, disperato, terribile e meraviglioso. Tutto insieme. Il pensiero di cosa devono aver passato i reduci, delle emozioni e soprattutto della mancanza di emozioni che devono aver vissuto, mi ghiaccia il sangue nelle vene. Sono tre le cose che più mi hanno colpito (e tutte le altre mi hanno colpito poco meno) : la descrizione degli scarponi, prima quelli dei commilitoni che incontra e poi delle sue, e il senso di solitudine, che non riesco a descrivere ma che traspira chiarissimo dopo l'ultima battaglia. Ma su tutto è l'umanità, quasi fisica, tangibile, che esce fuori nell'amicizia prima e dopo e nella disperazione nei momenti più bui. ![]() di G. Diego - leggi tutte le sue recensioniLeggerlo è un pugno nello stomaco, perché la storia che racconta è una storia tragica, e non ci si può nemmeno nascondere dietro al fatto che è solo invenzione dato che è tutto vero. Ma è un pugno che bisogna saper incassare per potere guardare con il giusto rispetto negli occhi chi mentre era ancora ragazzo è stato costretto ad un martirio inutile. Perché se possiamo essere tutti d'accordo che la guerra è inutile, è purtroppo vero che la guerra non la combatte chi decide di dichiararla, ma dei ragazzi che di sicuro preferirebbero fare altro. ![]() di L. Mauro - leggi tutte le sue recensioni"Il Sergente nella neve" è il racconto di un’esperienza di guerra, una delle più terribili che si possano immaginare, destinata a segnare per sempre la vita di un uomo. Essere uno dei pochi sopravvissuti alla campagna di Russia significa avere combattuto eroicamente contro un nemico che si rispettava, si temeva e non si riusciva a odiare; avere conosciuto il freddo, la fame, gli stenti, la fatica e la disperazione; avere guardato ogni giorno la morte in faccia a vent’anni, avere rimpianto ogni momento la propria casa e le persone care e avere dubitato di riuscire a farvi ritorno; avere visto tanti compagni cadere e sentire senso di colpa per non averlo potuto impedire e addirittura per essere scampati allo stesso destino… Mario Rigoni Stern riesce a raccontarci tutto questo senza enfasi, in uno stile di volta in volta asciutto o lirico, leggero o sconvolgente, intimo o tagliente, dando rilievo sia al fatto storico, che al lato umano di tutta la vicenda; in tal modo ci consegna una delle prove più alte e suggestive della memorialistica di guerra e, insieme, un romanzo di rigorosa ed efficace struttura compositiva, degno di essere annoverato tra i capolavori letterari del Novecento. Non fatevi ingannare dalle dimensioni ridotte, questo libro è immenso. ![]() di G. Alessia - leggi tutte le sue recensioniHo conosciuto da poco questo libro, ti porta indietro nel tempo, a conoscere una realtà drammatica, di poveri soldati mandati allo sbaraglio, a morire congelati in un paese lontano, a lottare per la sopravvivenza. ti fa rendere conto di come oggi la vita sia superficiale. ![]() di T. Giacomo - leggi tutte le sue recensioniMontagne di saggi e romanzi sono stati scritti sulla seconda guerra mondiale, una discreta quantità di essi riguardano la sorte italiana nel conflitto. Nonostante ciò, Rigoni riuscì a produrre un'"epica alpina", una piccola storia contenuta in quella mondiale, che mostrava al lettore la vera vita dell'Armir in Russia e in particolare del corpo d'armata alpino, formato da tanti giovani strappati dalle valli alpine e gettati nella gelida macelleria del fronte russo. Diversi episodi e flash costituiscono l'essenza del volume, così come un nonno vi racconterebbe la guerra che ha vissuto in prima persona: raccontando per situazioni, senza tradire l'ordine cronologico, arricchendo il racconto con aneddoti all'apparenza limitati ma spesso significativi. Importante è poi l'assenza degli alti ufficiali e quindi di ogni ipocrisia nel racconto, il cui punto di vista è quello della truppa alpina, descritta nella sua grande umanità, che non scompare del tutto nemmeno nella tragedia della ritirata. "Il sergente nella neve" è un prezioso elemento in qualsiasi libreria e per la cultura di ogni italiano che non voglia dimenticare ciò che è successo. ![]() di M. Nicolina - leggi tutte le sue recensioniIl romanzo è bello per la sua realtà e per il mondo che si respira nelle sue pagine. Lo consiglio. ![]() di V. Gianni - leggi tutte le sue recensioniE' stata una bella lettura, interessante ed a tratti commovente. Si tratta di una raccolta di ricordi della ritirata di Russia, dagli ultimi giorni al fronte, all'ordine di ripiegare fino alla certezza del rientro in patria. E' un racconto fine, realistico ma senza scendere nei particolari sconvolgenti della guerra; la narrazione viene affrontata sempre con una, secondo me voluta, superficialità, si parla di caduti, di feriti, di raffiche di proiettili, senza però scendere nei dettagli che questi episodi di guerra producono fisicamente sugli uomini, in poche parole non è crudo e diretto come Remarque in "Niente di nuovo sul fronte occidentale", ma bada di più ai sentimenti che i soldati/uomini provano durante il conflitto. Caratterizzante e bellissima è la scena in cui Rigoni entra in una Isba e si trova di fronte due soldati nemici che stanno mangiando con le armi accanto al tavolo: lui armato, loro armati, ma come seguendo un protocollo non scritto di dignità e fratellanza umana, non si attaccano, ma al contrario, i Russi offrono all'Italiano un piatto di minestra che egli consuma in silenzio prima di allontanarsi in pace... Una scena che testimonia l'umanità delle persone anche in momenti terribili come un conflitto mondiale. Un libro fine, reale e triste, ma molto bello ed interessante. ![]() di P. Chiara - leggi tutte le sue recensioniPosso dare solo 5 stelle, ma ne darei volentieri 10. Rigoni Stern riesce a portarti con sé nella guerra. Sono letture che dovremmo fare tutti più spesso per ripulire il nostro animo dalle mille stupidaggini che ci stanno attorno quotidianamente. Per me è stata una lettura curativa per lo spirito. Bellissimo, commovente, toccante, umano, ma mai pietoso. 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