Se prima eravamo in due

Enrico Brizzi continua il racconto delle sue saghe familiari con "Se prima eravamo in due". Dopo il successo di "Ho sposato una vegana", ci porta di nuovo nella sua casa, tra le pieghe delle sue relazioni personali. Da un anno è arrivata Penelope Nina nella vita dello scrittore e la sua esistenza ne è stata completamente stravolta. Il racconto scanzonato, divertito, assonnato di Brizzi fa eco ai sentimenti, alle emozioni di avere un figlio. L’alleanza tra mamma e neonato contro il povero papà lo disorienta, lo fa star male, ma poi subentra l’amore incondizionato per questo nuovo piccolo essere che fa di tutto per farsi odiare e che suscita solo bellezza. Penelope Nina, come tutti i bambini, la notte strilla, usa il pannolino e utilizza le migliori energie dei genitori, ma nonostante questo viene amata alla follia e lo scrittore di ne diventa assolutamente schiavo. Come uscire da questo stato di ebrezza? Non se ne uscirà e la soluzione sarà arrendersi. A complicare la situazione una moglie vegana, salutista e un po’ estrema in tutto. "Se prima eravamo in due" sembra una gara di sopravvivenza, ma in realtà è il racconto esatto della vita di un genitore, in questo caso di un uomo impreparato a tanto amore.