La scuola elementare nel ventennio fascista edito da Centro Studio Ricerche Espressive

La scuola elementare nel ventennio fascista

a cura di

Vanni

Data di Pubblicazione:
26 giugno 2019
EAN:

9788894311242

ISBN:

8894311244

Pagine:
72
Formato:
brossura
Argomenti:
Storia d'Italia, Storia del 20. Secolo dal 1900 al 2000
Acquistabile con la

Descrizione La scuola elementare nel ventennio fascista

Dopo la prima guerra mondiale l'Italia, Paese essenzialmente agricolo, aveva 37 milioni di abitanti, una bassa scolarizzazione e una percentuale di analfabetismo fra i giovani del 25%, che arrivava al 31% per le ragazze. Fu questa una delle ragioni per cui il fascismo dette inizio nel 1923 alla trasformazione della scuola con quella che Mussolini definì "la più fascista delle riforme". Questa ebbe carattere elitario, coerente con l'impostazione del suo promotore, Giovanni Gentile, che affidò a Giuseppe Lombardo Radice l'elaborazione dei programmi per quanto riguardava la scuola elementare. In questi si sottolineava la natura ludico-fantastica del bambino, il "fanciullo poeta", collocando al centro del lavoro scolastico le attività espressive. Si affermava che le "istruzioni metodiche, ciascun maestro deve scoprirle, come una viva norma, in se stesso, aiutato dallo studio degli autori che hanno meditato sull'educazione e narrato le loro esperienze spirituali o creato per i fanciulli opere suggestive". Al centro dei programmi si trovano il disegno, la bella scrittura, il canto, la lettura espressiva e la recitazione.

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