Le saline dei veneziani e la crisi del tramonto del Medioevo di Jean-Claude Hocquet edito da Il Veltro

Le saline dei veneziani e la crisi del tramonto del Medioevo

Editore:

Il Veltro

Traduttore:
Guerzoni P.
Data di Pubblicazione:
2003
EAN:

9788885015456

ISBN:

888501545X

Pagine:
410
Formato:
brossura
Argomenti:
Storia medievale, Storia economica
Acquistabile con o la

Descrizione Le saline dei veneziani e la crisi del tramonto del Medioevo

Il saggio di Jean-Claude Hocquet, direttore del Laboratorio di Storia dell'Università di Lilla, è un contributo che fa nuova luce sulla storia agraria del Ducato, che inizia con la precoce valorizzazione agricola della laguna prima dell'anno Mille grazie alle saline, prosegue con l'espansione dei secoli XI e XII e termina con la lunga crisi e l'agonia finale dopo il 1460. Il libro, basato sullo spoglio di un'imponente massa di documenti notarili, di archivi ecclesiastici, soprattutto monastici, poi, a partire dal 1350, dei ricchissimi fondi dei notai di Chioggia, corona quarant'anni di ricerche dell'autore sulla storia di Venezia ed è uno strumento di riflessione sul funzionamento politico e sociale della Serenissima Repubblica.

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5 di 5 su 1 recensione

RECENSIONEDi T. FRANCO-25 luglio 2008

Un importante testo inedito di Jean-Claude Hocquet, direttore di ricerca al Centro Nazionale della Ricerca Scientifica di Parigi e direttore del laboratorio di storia dell'Università di Lilla, che dal 1958 ha dedicato i propri studi alla storia di Venezia, e del quale Il Veltro Editrice ha pubblicato nel 1999 il volume "Denaro, navi e mercanti a Venezia, 1200-1600", è ora disponibile per gli studiosi e i cultori di storia veneta. Questo libro, più che un'opera nuova sulla storia del sale, apporta nuova luce sulla storia agricola del Ducato, un aspetto largamente ignorato della storia di Venezia che inizia con la precoce valorizzazione agricola della Laguna ben prima dell'Anno Mille grazie alle saline, prosegue con l'espansione prodigiosa dei Secoli XI e XII e termina con la lunga crisi e l'agonia finale dopo il 1460. L'Autore basa il suo studio sullo spoglio di un'imponente massa di documenti notarili, anzitutto gli archivi ecclesiastici, soprattutto monastici, poi, a partire dal 1350, sui ricchissimi fondi dei notai di Chioggia. Tali fonti sono stati esaminate a fondo per la prima volta in modo sistematico nell'abbondante storiografia veneziana. Gli attori di questa storia sono numerosi, anzitutto i grandi proprietari veneziani (magnati) e gli innumerevoli monasteri benedettini ai quali essi cedono i loro beni fondiari per attirare il favore divino alla fine di una vita dedicata ai guadagni commerciali, quindi i coltivatori di Chioggia, gestori fino al XIII secolo, mezzadri in seguito, impoveriti di fronte ad una borghesia locale di locatores, antichi tenutari arricchiti che investono nelle saline abbandonate dai proprietari terrieri assenteisti, e infine l'autorità di tutela, il potere politico di Venezia delegato a funzionari del comune, i salinari di Chioggia, sostituiti alla fine del Medioevo dall'Ufficio del Sale. I rapporti sociali fra questi attori non erano lineari; conflitti opponevano i monasteri e i magnati che vogliono recuperare i beni dilapidati da antenati devoti e la cui massa diminuiva rapidamente. Un altro attore è onnipresente, la laguna e i suoi mutamenti tra un lido fragile e le piene fluviali che travolgevano tutto. Lo sfruttamento delle saline erodeva il lido dal quale si ricavava la sabbia per rialzare il suolo delle saline minacciato dalla piena delle acque e favoriva così l'erosione marina. L'Autore da una nuova lettura delle variazioni del livello delle acque la cui piena inesorabile finiva con lo spazzare via le ultime saline che sparivano sotto l'acqua. Il potere politico a Venezia giocava anche un ruolo decisivo attraverso il monopolio. Esso favoriva i mercanti e il commercio marittimo con terre lontane privilegiando il sale importato per nave grazie ad una politica tariffaria di prezzi e di tasse abilmente mascherata dalla diversità di misure e monete, e otteneva l'esenzione da carichi fiscali per le merci importate a Venezia per via fluviale e caricava il peso fiscale sul sale di Chioggia che rimontava questi fiumi. Oberato dalle tasse, il sale della laguna non poteva sostenere la concorrenza e cedeva i propri mercati. Alcuni amministratori veneziani si battevano attivamente a fianco dei chioggiotti, come al momento della ricostruzione dell'economia dopo la guerra genovese del 1379-1380, ma più spesso l'Ufficio del Sale, sotto la spinta dello sforzo bellico permanente, impossibilitato a pagare le forniture dei proprietari, provocava l'indebitamento, lo scoraggiamento e la miseria di una popolazione che cerca nel contrabbando il modo di sopravvivere. La repressione del contrabbando indeboliva ancora un'economia che, alla fine del Medio Evo, mancava di braccia: gli uomini erano decimati dalla guerra e dalla peste divenute flagelli permanenti. Vedove e orfani convertivano le saline in rendita, acquistavano titoli del debito pubblico che finanziava lo sforzo bellico. Allorché la situazione avrebbe potuto migliorare con il ritorno della pace, Venezia imponeva la chiusura delle ultime saline e consentiva il mantenimento di una micro-attività destinata a rifornire la sola popolazione di Chioggia. Il saggio, che corona quarant’anni di ricerche sulla storia di Venezia, mette a disposizione del lettore italiano un nuovo strumento di riflessione sul funzionamento politico e sociale della Repubblica, arricchito di una cartografia inedita e di un copioso indice che ne facilitano la consultazione. Franco Tagliarini