Rote Armee Fraktion. Il caso Baader-Meinhof di Stefan Aust edito da Il Saggiatore

Rote Armee Fraktion. Il caso Baader-Meinhof

Collana:
Storia
Traduttore:
Parisi V., Tortorella B.
Data di Pubblicazione:
14 maggio 2009
EAN:

9788842815778

ISBN:

8842815772

Pagine:
531
Formato:
brossura
Argomenti:
Storia del 20. Secolo dal 1900 al 2000, Terrorismo, lotta armata
Acquistabile con la

Descrizione Rote Armee Fraktion. Il caso Baader-Meinhof

Germania, fine anni sessanta. Frustrazione e rabbia aggrediscono la sinistra extraparlamentare e il movimento studentesco dopo la formazione della Grosse Koalition, l'uccisione di uno studente per mano della polizia e l'inasprirsi della guerra in Vietnam. Lo sdegno si trasforma in protesta, la protesta in resistenza, la resistenza si perde nel terrorismo. Ulrike Meinhof, giornalista militante della sinistra radicale, Gudrun Ensslin e Andreas Baader, appena evaso di prigione, danno vita alla Raf. Gli attentati del gruppo, al quale si unisce presto Jan-Carl Raspe, colpiscono la Repubblica federale in una successione diabolica; rapine e omicidi irrompono in maniera devastante. La guerra terroristica turba e disorienta l'intero paese, scuote l'indifferenza della borghesia, mette in crisi il meccanismo di rimozione del dopoguerra. Stefan Aust, testimone diretto di quella drammatica svolta, ripercorre le storie personali dei protagonisti, dagli esordi del 1970 alle azioni dell'"autunno tedesco" del 1977, dal rapimento di Schleyer, potente industriale, al dirottamento di un aereo della Lufthansa, fino al raggelante culmine della parabola della Raf, la "notte di Stammheim", in cui i fondatori del gruppo terroristico furono trovati morti nelle loro celle. In parallelo alla banda Baader-Meinhof agisce lo Stato: la linea dura della repressione e lo spietato regime carcerario imposto ai detenuti tracciano il volto di una Repubblica tormentata nelle sue contraddizioni. Germania, fine anni sessanta. Frustrazione e rabbia aggrediscono la sinistra extraparlamentare e il movimento studentesco dopo la formazione della Grosse Koalition, l'uccisione di uno studente per mano della polizia e l'inasprirsi della guerra in Vietnam. Lo sdegno si trasforma in protesta, la protesta in resistenza, la resistenza si perde nel terrorismo. Ulrike Meinhof, giornalista militante della sinistra radicale, Gudrun Ensslin e Andreas Baader, appena evaso di prigione, danno vita alla Raf. Gli attentati del gruppo, al quale si unisce presto Jan-Carl Raspe, colpiscono la Repubblica federale in una successione diabolica; rapine e omicidi irrompono in maniera devastante. La guerra terroristica turba e disorienta l'intero paese, scuote l'indifferenza della borghesia, mette in crisi il meccanismo di rimozione del dopoguerra. Stefan Aust, testimone diretto di quella drammatica svolta, ripercorre le storie personali dei protagonisti, dagli esordi del 1970 alle azioni del - l'"autunno tedesco" del 1977, dal rapimento di Schleyer, potente industriale, al dirottamento di un aereo della Lufthansa, fino al raggelante culmine della parabola della Raf, la "notte di Stamm - heim", in cui i fondatori del gruppo terroristico furono trovati morti nelle loro celle. In parallelo alla banda Baader-Meinhof agisce lo Stato: la linea dura della repressione e lo spietato regime carcerario imposto ai detenuti – con la sospensione delle garanzie costituzionali e l'abu so del "regime speciale" per fiaccarne la resistenza – tracciano il volto di una Repubblica tormentata nelle sue contraddizioni. Attraverso una puntuale ricostruzione storica Rote Armee Fraktion fissa l'inizio e descrive l'espansione del terrorismo che, a partire dalla Germania, sconvolse l'Europa, in una sequenza di morti, misteri e questioni irrisolte.

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4 di 5 su 2 recensioni

Rote Armee FraktionDi R. Lucia-19 luglio 2011

Premetto che dell'argomento trattato in questo saggio sapevo poco e nulla. Davvero "informativo". Non è scritto nello stile psicologistico di tanta saggistica storica -soprattutto italiana- e mette in primo piano la narrazione dei fatti, con periodi brevi e secchi. Forse mi sarebbe piaciuta qualche pagina in più sul retroterra culturale ed ideologico del Baader Meinhof Complex, qualche parola in più sugli altri gruppi che operarono in quel periodo (tipo il gruppo 2 giugno), ed anche qualche riga sulle connessione con gli altri movimenti europei analoghi (ed anche più radicati, tipo le BR). Comunque, un lavoro davvero molto interessante e ben scritto.

Il caso Baader-MeinhofDi M. Marta-20 marzo 2011

Per certi aspetti il terrorismo tedesco non fu molto diverso da quello italiano, dato che si ispirava anch'esso alla retorica marxista degli anni Sessanta e i protagonisti avevano avuto le medesime esperienze politiche culminate nella contestazione studentesca. Come Curcio, Franceschini e Cagol avevano diffuso il loro primo documento teorico nel quale venivano dichiarati i principi della lotta, Baader e Meinhof scrissero e fecero circolare un Manifesto concettuale della guerriglia urbana, nel quale annunciavano la formazione della RAF, che aveva come obiettivo lo smantellamento forzato della Repubblica Federale. La sigla si ispirò alla Royal Air Force britannica; come essa aveva colpito dall'alto la Germania nazista, la banda Baader-Meinhof "avrebbe costretto alla resa il suo successore bombardandolo e attaccandolo dal basso". Dal 1970 al 1978 la RAF assassinò, in una folle strategia di terrore casuale, soldati, poliziotti, uomini d'affari. 28 furono le vittime, 93 i feriti nelle numerose sparatorie, 162 le persone tenute in ostaggio negli attentati, 30 le banche rapinate per gli autofinanziamenti e molteplici le basi militari americane dove persero la vita parecchi soldati. Il governo esercitava un grande controllo sociale con rigore e capillarità e ciò permise alle forze dell'ordine, già nel 1971, di arrestare la "prima generazione" della banda; Andreas Baader, Ulriche Meinhof e Gudrun Ensslin. La RAF veniva così privata dei suoi capi. Anche Jan-Carl Raspe e Holger Meins furono catturati e quest'ultimo morì nel novembre del 1974 a causa di uno sciopero della fame in carcere. Per vendicare la sua morte il giorno dopo veniva assassinato un giudice berlinese. Una delle azioni più importanti della Banda Baader-Meinhof e l'unica in cui lo Stato cedette al ricatto fu il rapimento di Peter Lorenz, il dirigente della CDU di Berlino: venne liberato dopo pochi giorni in cambio della liberazione di sei terroristi RAF detenuti, che avrebbero dovuto essere dotati di una congrua cifra in dollari e con un Boeing della Lufthansa sbarcare ad Aden, nello Yemen. Il 9 maggio 1976 Ulriche Meinhof, durante il processo per l'attentato dinamitardo alla casa editrice Axel Springer Verlag, avvenuto ad Amburgo nel 1972 e che l'avrebbe con molta probabilità condotta a una condanna all'ergastolo, fu trovata morta, impiccata alle sbarre della finestra della sua cella nel carcere di Stammheim Prozess. I suoi compagni esclusero fin da subito il suicidio. Il più drammatico e conclusivo anno del terrorismo tedesco fu il 1977: nell'aprile l'omicidio del procuratore generale di Karlsruhe Siegfried Buback, figura di spicco nelle procedure penali contro il terrorismo, portò alla condanna all'ergastolo di tutti i terroristi detenuti a Stammheim. In risposta a questo ulteriore irrigidimento dello Stato venne assassinato da un commando il presidente della Dresdner Bank.