€ 12.35€ 13.00 Risparmi: € 0.65 (5%) Spedizione GRATUITAsopra € 25 Disponibile in 2/3 giorni lavorativi![]() e ritira quando vuoiScopri come ![]() ![]() La rizzagliatadi Andrea Camilleri
Descrizione del libroIl romanzo si colloca nelle vicinanze della cronaca più recente. E dà una rappresentazione storicamente ravvicinata del generale insordidamento politico: delle occulte geometrie e delle segrete intese fra poteri forti trasversali alle colorazioni stinte dei partiti; degli strusciamenti della corruzione; delle collusioni mafiose; dei vari gradi di perversione del linguaggio velato o atteggiato, elusivo o reticente, ossequioso o intimidatorio. Le apparenze abbagliano. Ed è sconsigliato denudare le parole e interpretare i fatti. L'impermeabilità della politica irradia di sé le carriere, nelle aziende pubbliche, e i passaggi dei pacchetti azionari nella Banca dell'Isola; e persino le alcove: le fedeltà e le infedeltà coniugali; l'amor costante e le passioni tattiche. La giostra, che la politica fa intorno al cadavere di una studentessa assassinata e al fidanzato raggiunto da un avviso di garanzia, viene seguita, e assecondata, dal direttore del telegiornale isolano. Anche gli innocenti, che credono di star fuori o ai margini della trama, e sanno come 'cataminarisi', hanno le loro tare e qualche inaspettato tornaconto nel romanzo. La verità è confezionabile, come qualsiasi menzogna. [...] Salvatore Silvano NigroLa vicenda ruota attorno alla redazione della RAI siciliana. Il direttore, Michele Caruso, tralascia di dare la notizia dell'avviso di garanzia di Manlio Caputo, figlio del leader della sinistra siciliana, accusato dell'omicidio della sua fidanzata, Amalia Sacerdote, anche lei un cognome importante perchè suo padre è il segretario generale dell'Assemblea Regionale Siciliana. La ragazza è stata trovata morta a casa sua con il cranio fracassato da un pesante portacenere e quel cadavere crea non pochi problemi, per le rivalità politiche dei genitori dei due giovani e per le evidenti connessioni con i poteri economico, giudiziario, giornalistico e politico dell'isola, una rete così solida - rizzaglio è una rete a forma di campana - cui è difficile sfuggire perchè i piombini che girano tutt'intorno la portano a fondo e poi una corda la serra e dentro ci restano i pesci. I libri più venduti di Andrea CamilleriAcquistali insieme
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Recensioni degli utentiScrivi una nuova recensione su La rizzagliata e condividi la tua opinione con altri utenti. Voto medio del prodotto: ![]() di B. Stella - leggi tutte le sue recensioniUna vicenda oscura, un omicidio che ha le sue ripercussioni nella vita politica, sociale ed anche mediatica della Sicilia. Un omicidio che coinvolge i "quartieri alti", e per questo viene inizialmente taciuto. Perchè coinvolge due importanti famiglie trascinandole a fondo proprio come la rete coi piombini che da il titolo al romanzo. Ritieni utile questa recensione? SI NO ![]() di V. Giacomo - leggi tutte le sue recensioniForse tra i romanzi di Camilleri è quello più atipico e quello più influenzato da Sciasscia. Non troviamo il commissario Montalbano e questo giustamente, perché la denuncia di Camilleri di un'insieme di cose quotidiane a cui ormai ci siamo quasi assuefatti esula da quello che è il semplice romanzo giallo che vede protagonista il simpatico poliziotto (anche se a volte pure lì ci sono allusioni nemmeno tanto velate ai mali attuali) . La rizzagliata non è stato scritto per divertire il lettore, ma per avvertirlo, per mostrargli il degrado in cui è immerso e di cui sovente ha solo una vaga consapevolezza. In questo senso può essere anche considerato un romanzo storico, pur nell'ambito di personaggi di esclusiva fantasia, ma il mondo rappresentato, le connivenze e le furberie, gli interessi solo in apparenza contrapposti costituiscono un preciso atto d'accusa a una classe, quella dei politici, che vive una realtà tutta sua, in una sorta di limbo infernale le cui manifestazioni esteriori sono di pubblico dominio, una sorta di rissa in cui gli altri- cioè il popolo - sono ridotti al rango di semplici spettatori. Se è vero che la rizzagliata è una rete da pesca da cui il pesce difficilmente può scappare, è altrettanto vero che è pressoché impossibile sfuggire alla rete che il potere politico, economico e mediatico costruisce attorno a una persona. Nel libro c'è una costruzione siffatta che, nella sua individualità, può essere tuttavia estesa all'intera collettività, impotente di fronte a un accerchiamento di forze che di fatto ha addormentato le coscienze e nauseato, fin quasi allo sfinimento, chi ancora ha occhi per vedere. In particolare, nel romanzo l'intreccio esistente fra gli organi di informazione, potere politico, potere economico e potere mafioso portano a un profondo senso di disgusto che è la prova certa di quanto la decadenza a tutti i livelli, compresi quelli familiari, stia corrodendo gli animi, in un trionfo dell'amoralità, in cui tutto viene fatto senza il benché minimo esame di coscienza. E poiché nell'uomo sono naturalmente presenti il male e il bene, nel ridursi ai più bassi istinti finirà sempre con il prevalere, senza battaglia, il male. Camilleri questa volta ha inteso scrivere un romanzo più impegnato, ha lanciato un grido, per non dire un urlo che chissà se sarà udito. Indubbiamente si nota nello scritto quanto la questione gli stia a cuore, c'è insomma una sua partecipazione emotiva che nuoce un po' all'equilibrio del testo (o forse questo mondo di pazzi, così ben descritto, è squilibrato per sua natura) . ![]() di L. Vito - leggi tutte le sue recensioniLa rizzagliata è un romanzo ambientato nella Sicilia dei nostri giorni, e prende il nome da uno speciale tipo di rete da pesca, munito di piombini, dai quali i pesci non possono uscire. La rete è un mix di potere politico, giornalistico, giuridico in cui cerca di muoversi Michele Caruso, direttore locale della Rai, alle prese con il delitto della figlia di un politico. Un bellissimo giallo. ![]() di C. Lia - leggi tutte le sue recensioniBreve thriller senza troppe pretese, d'altronde lui da il meglio di se solo con Montalbano. Da un delitto in stile Garlasco, ad una vicenda che intreccia poteri forti e deboli, nonché con delle buone frecciate verso i mass-media. Di buon effetto, ritornando un po' alla falsariga comico-impegnata del famoso birraio. Qui, siamo nell'attuale e l'atmosfera si fa cupa. C'è la lotta di potere all'interno di una testata regionale RAI. Ci sono corna e contro-corna (cioè corna fatte per amore e contro fatte per spregio o per carriera). C'è il famoso delitto di cui sopra, dove si intrecciano mafia e gelosia. Ma ci si innesta anche la politica con tutta la pletora di clientelismo che vi girano intorno. Sarà il buon senatore (forse buon non è la parola esatta) che da lontano, da Roma, intreccerà e streccerà inganni e svisamenti, in modo che la vicenda, passo dopo passo, avrà una sua fine. Ed ovviamente, non sarà una fine positiva. I cattivi non avranno pene per le loro malefatte (o comunque non quelle che si meritavano) . I cattivelli continueranno ad avanzare. I cattivi che sbagliano saranno puniti dai cattivi che non sbagliano. E i buoni? Beh, quelli non sono presenti, neanche di passaggio. Ma tutto avrà un suo fine, una sua logica (e questo è sempre un buon punto per un autore) . Svelando anche il mistero di quel titolo preso, non casualmente, dalla pesca. Qualcuno lo sa decifrare senza andare subito su Internet? ![]() di R. Mario - leggi tutte le sue recensioniPotrà senza dubbio sembrare banali, ma l'autore mi piace di più quando scrive romanzi storici. Non che il plot de "La rizzagliata" non sia intrigante, con le sue incursioni nella politica palermitana, non che la storia non sia piena di mistero, non che l'aleggiare della mafia su tutta la vicenda sia fuori posto, non che la descrizione dell'atmosfera elettrica di una redazione televisiva non sia coinvolgente (anche se l'autore nella Nota di chiusura giuri e spergiuri di non averne mai vista una! ) , non che altrettanto coinvolgenti non siano le storie di sesso del protagonista con l'amante Giuditta e con la moglie ex-moglie Giulia, non che la conclusione non sia coerente con la storiaPer carità, tutto bene, ma il Commissariato di Vigata è un'altra cosa. Voto massimo comunque! ![]() di P. Federica - leggi tutte le sue recensioniQuesta incursione nel contemporaneo di Camilleri non mi è piaciuta granchè: un intreccio faticoso, mosse, contromosse, ricontromosse... E personaggi simpatici, ma non molto credibili. Si legge comunque volentieri, alcune descrizioni sono azzeccate, i dialoghi sono talvolta belli ma "non fa sangue". Sembra scritto un po' per contratto, e dato che Camilleri sa comunque scrivere bene è accettabile. Decisamente se la cava meglio con altri periodi storici (insuperabile il Birraio di Preston, o la concessione del telefono) . Sa decisamente fare di meglio, di molto meglio. ![]() di S. Mara - leggi tutte le sue recensioniLa sensazione che mi ha lasciato questo romanzo è il profondo cinismo, come se Camilleri volesse dire che tutti nessuno escluso ormai ne sono permeati, dalla famiglia, alle relazioni sentimentali, politica, televisione, magistratura, polizia, ecc ecc Però alla fine la storia risulta anche a tratti più che ingenua nell'esposizione, ci sono diverse situazioni che mi hanno sorpreso non poco, per la scarsa aderenza con certe realtà, specialmente quelle mafiose -ad un certo punto c'è la sparizione di un tipo ad opera della mafia, ma che risulta inutile ai fini della narrazione, non solo, ma anche il ruolo del personaggio non aveva nessun motivo di essere eliminato da una qualsiasi mafia, come se Camilleri volesse forzatamente metterci pure questo, altra situazione rappresentata non male, malissimo è un rapimento lampo ... Nel complesso senza infamia e senza lode, sesso, intrighi, e tanto di tutto e di niente, l'unica nota divertente è il linguaggio siculo che di per se strappa qualche sorriso ![]() di D. Gaetano - leggi tutte le sue recensioniLa fantasia di Camilleri, in un romanzo come questo, trova purtroppo facile humus nelle vicende dell'Italia repubblicana. Questo offre continui spunti di riflessione nel corso di una lettura avvincente che non stanca mai... ![]() di M. Renzo - leggi tutte le sue recensioniPovera Italia, verrebbe da dire giunti all’ultima pagina, ma sarebbe più opportuno concludere con un poveri noi. La rizzagliata, infatti, è un giallo alla Sciascia in cui si rappresenta il diffuso cinismo che sembra soffocare ogni giorno di più quello che un tempo veniva chiamato Il bel paese. Non troviamo il commissario Montalbano e questo giustamente, perché la denuncia di Camilleri di un’insieme di cose quotidiane a cui ormai ci siamo quasi assuefatti esula da quello che è il semplice romanzo giallo che vede protagonista il simpatico poliziotto (anche se a volte pure lì ci sono allusioni nemmeno tanto velate ai mali attuali). La rizzagliata non è stato scritto per divertire il lettore, ma per avvertirlo, per mostrargli il degrado in cui è immerso e di cui sovente ha solo una vaga consapevolezza. In questo senso può essere anche considerato un romanzo storico, pur nell’ambito di personaggi di esclusiva fantasia, ma il mondo rappresentato, le connivenze e le furberie, gli interessi solo in apparenza contrapposti costituiscono un preciso atto d’accusa a una classe, quella dei politici, che vive una realtà tutta sua, in una sorta di limbo infernale le cui manifestazioni esteriori sono di pubblico dominio, una sorta di rissa in cui gli altri- cioè il popolo - sono ridotti al rango di semplici spettatori. Se è vero che la rizzagliata è una rete da pesca da cui il pesce difficilmente può scappare, è altrettanto vero che è pressoché impossibile sfuggire alla rete che il potere politico, economico e mediatico costruisce attorno a una persona. Nel libro c’è una costruzione siffatta che, nella sua individualità, può essere tuttavia estesa all’intera collettività, impotente di fronte a un accerchiamento di forze che di fatto ha addormentato le coscienze e nauseato, fin quasi allo sfinimento, chi ancora ha occhi per vedere. In particolare, nel romanzo l’intreccio esistente fra gli organi di informazione, potere politico, potere economico e potere mafioso portano a un profondo senso di disgusto che è la prova certa di quanto la decadenza a tutti i livelli, compresi quelli familiari, stia corrodendo gli animi, in un trionfo dell’amoralità, in cui tutto viene fatto senza il benché minimo esame di coscienza. E poiché nell’uomo sono naturalmente presenti il male e il bene, nel ridursi ai più bassi istinti finirà sempre con il prevalere, senza battaglia, il male. Camilleri questa volta ha inteso scrivere un romanzo più impegnato, ha lanciato un grido, per non dire un urlo che chissà se sarà udito. Indubbiamente si nota nello scritto quanto la questione gli stia a cuore, c’è insomma una sua partecipazione emotiva che nuoce un po’ all’equilibrio del testo (o forse questo mondo di pazzi, così ben descritto, è squilibrato per sua natura). La rizzagliata è un piatto freddo, per non dire gelido, un’unica portata per un popolo che sembra non avere più fame di verità. Eppure, a Camilleri va un plauso per la sua incrollabile tenacia che lo porta a condurre, nonostante l’età avanzata, una battaglia che sembra persa in partenza. Tanto di cappello, quindi, con la speranza che chi leggerà questo eccellente romanzo possa comprenderlo nel suo autentico significato, risvegliando magari una coscienza da troppo tempo sopita. ![]() di P. Matteo - leggi tutte le sue recensionipuo' risultare non scorrevole, non si vede la tipica ironia, e' un libro amaro che induce a pensare... ![]() di O. Francesca - leggi tutte le sue recensioniChe succede quando il giornalismo e la politica vanno a braccetto? nomine, cariche e intrallazzi pilotati... sullo sfondo un omicidio scomodo... leggetelo, è uno spaccato sulla decadenza e sulla corruzione italiane, quanto mai veritiero... ![]() di M. Patrizia - leggi tutte le sue recensioniAmarissimo romanzo sul potere mafioso e le sue ramificazioni sulla politica, l'economia e sui mezzi di comunicazione. Le notizie non sono mai oggettive: vengono date a dosi o non date, vengono "manipolate" per far carriera : come nel rizzaglio ( rete da pesca coi piombini)restano solo i pesci più lenti, anche nel mondo della comunicazione galleggia solo chi è più lesto a capire cosa si vuole da lui.I recenti licenziamenti di giornalisti non allineati confermano la preveggenza di Camilleri. ![]() di C. Aldo - leggi tutte le sue recensioniIl solito Camilleri ottimo scrittore, anche senza il suo Commissario, purtroppo un po' troppo facilmente influenzato dalle sue idee poltiche, che affiorano quel tanto che basta a inquinare un po' le sue pur pregevoli opere, perchè le situazioni, guarda caso, sono sempre unilaterali e pendono negativamente solo dalla parte poltica a lui avversa. Lui direbbe che ogni tanto scrive che non c'è differenza tra Governo e Opposizione, ma sappiamo bene che lui non la pensa così e lo scrive solo per confonderci le idee, dato che i Governi si alternano. Questo, purtroppo, è il limite di un grande scrittore, di cui ho comunque letto con soddisfazione quasi tutti i libri e che in ogni caso consiglio, per la validità dei contenuti, pareri politici esclusi. Leggi anche le altre recensioni su La rizzagliata (13) Prodotti correlatiGli altri utenti hanno acquistato anche... |
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