Rifugio di Sami Michael edito da Giuntina
Buona reperibilità

Rifugio

Editore:

Giuntina

Collana:
Israeliana
Traduttore:
Padoa D.
Data di Pubblicazione:
18 settembre 2008
EAN:

9788880573159

ISBN:

8880573152

Pagine:
341
Formato:
brossura
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Trama Rifugio

1973: guerra del Kippur. A Haifa lontana dal fronte, prigioniera del coprifuoco, non è solo la paura che dilaga alle notizie trasmesse dalle radio sempre accese. Per coloro che, arabi ed ebrei, lottano da sempre per i diritti dell'altro con fede incrollabile nel marxismo, a deflagrare sono anche le contraddizioni. Sami Michael, senza censure o partigianeria, ne focalizza i punti nevralgici. Attraverso i vari personaggi, israeliani e palestinesi, e le loro storie intime, offre al lettore la chiave per comprendere la realtà complessa di un mondo che i mass media troppo spesso semplificano in una visione piatta e manichea. Un romanzo in cui emergono le molteplici sfaccettature delle ragioni dell'una e dell'altra parte senza che gli antagonismi oscurino l'umanità di chi vive accanto a noi.

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4 di 5 su 2 recensioni

RifugioDi C. Lia-20 novembre 2010

Questo romanzo vale più di mille articoli di esperti mediorientali per aiutare a capire le opposte ragioni degli abitanti della terra più travagliata del pianeta, a penetrare nel loro cervello, nel loro cuore e nelle loro viscere. Sami Michael, considerato il più arabo fra gli scrittori israeliani, ci descrive infatti i suoi personaggi palestinesi e israeliani, musulmani, ebrei e arabi cristiani con intensa empatia e senza concessioni al politically correct. Ha detto: "Quando descrivo un personaggio ebreo sono un ebreo, quando descrivo un personaggio arabo sono un arabo". E ci riesce benissimo.

Passioni in contrastoDi M. MARA-14 ottobre 2008

Il romanzo, scritto nel 1977, narra una vicenda ambientata a Haifa all'epoca della Guerra dello Yom Kippur; la guerra ammantata di un alone tragico, perché successiva alla trionfante vittoria del Giugno 1967. In una Haifa, lontana dal fronte, ma nella quale si respira un'atmosfera di guerra e in cui gli abitanti si sentono un tutt'uno, l'attenzione dello scrittore è posta su un gruppo di militanti del partito comunista israeliano, ebrei ed arabi. Il romanzo è giocato sull'intreccio delle vite e dei ricordi di ciascuno, sulla contrapposizione delle esperienze e delle storie, contrasto che rende difficile una vera comunicazione, una pace autentica, a prescindere dalle vicende politiche e militari che fanno da sfondo. Sami Michael sa penetrare con la sua caratteristica capacità di introspezione psicologica nell'animo di ciascuno; ci appassionano i suoi ritratti di donna, qui Shula e Shoshana; in precedenza Huda o Victoria. La parola chiave o tema principale del romanzo è: RIFUGIO. Rifugio come luogo di riparo, ma anche occasione per iniziare una vita nuova. Il linguaggio di Sami Michael è evocativo, ricco di accenti profumati. Vi sono pagine di altissima drammaticità, come quelle in cui Shula si reca dalla famiglia dell'amato Rami dopo che, da un accenno della propria madre, intuisce che l'uomo è morto. Non si dimenticano la solitudine e la disperazione di Rami, riportate dalla testimonianza su di lui del fratello minore Ron, anch'egli sul campo di battaglia nel Golan. Il romanzo, che merita di essere conosciuto ed apprezzato da un vasto pubblico, non è un consolatorio inno alla pace e alla convivenza, ma un'analisi onesta e sofferta sulle differenze e i molteplici aspetti di una realtà complessa nella quale le storie individuali vanno ben oltre le vicende storiche più ampie.