Resto qui di Marco Balzano edito da Einaudi

Resto qui

Editore:

Einaudi

Collana:
Super ET
Data di Pubblicazione:
25 febbraio 2020
EAN:

9788806243692

ISBN:

8806243691

Pagine:
192
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Trama Resto qui

«Se per te questo posto ha un significato, se le strade e le montagne ti appartengono, non devi aver paura di restare». Quando arriva la guerra o l'inondazione, la gente scappa. La gente, non Trina. Caparbia come Curon, il piccolo paese del Sudtirolo in cui è cresciuta, sa opporsi ai fascisti che hanno messo al bando la lingua tedesca e le impediscono di fare la maestra. Non ha paura di fuggire sulle montagne col marito disertore. E quando le acque della diga stanno per sommergere i campi e le case, si difende con ciò che nessuno le potrà mai togliere: le parole. Marco Balzano ha la sapienza dei grandi narratori: accorda la scrittura al respiro dei suoi personaggi. Con una voce intima che restituisce vita alla Storia, ritrae la forza di una comunità nell'attimo in cui, aggrappandosi alla rabbia, sceglie di resistere. «Una storia di sperdimento e di provvisorietà ben radicata nel-l'oggi. La letteratura resta qui, come il campanile di Curon». «la Lettura - Corriere della Sera» «Attraverso una scrittura molto semplice, questo bellissimo romanzo rivela una parte sconosciuta delle lotte di un popolo intrappolato tra fascismo e nazismo. E dipinge allo stesso tempo il magnifico ritratto di una donna tanto sensibile quanto coraggiosa». «L'Express» «Marco Balzano ha un dono per la caratterizzazione dei personaggi femminili; le voci delle sue donne sono sincere e allo stesso tempo poetiche». «El Mundo» MARCO BALZANO (1978) è nato a Milano. Oltre a raccolte di poesie e saggi ha pubblicato con Sellerio i romanzi: Il figlio del figlio (Premio Corrado Alvaro Opera prima), Pronti a tutte le partenze (Premio Flaiano) e L'ultimo arrivato (Premio Campiello). Per Einaudi ha pubblicato anche Le parole sono importanti . Resto qui ha vinto, tra gli altri, il Premio letterario Elba, il Premio Bagutta e il Premio Mario Rigoni Stern; è stato finalista al Premio Strega. Je reste ici ha vinto il Prix Méditerranée. I suoi libri sono tradotti in numerosi Paesi. MARCO BALZANO

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5 di 5 su 1 recensione

Romanzo decisamente veritieroDi E. Ida-7 agosto 2021

Quando la scrittura è autentica e veritiera piace, conforta, attira. L'Alto Adige si situa al di là della comprensione di un italiano medio che non conosce la storia del Tirolo. Bisogna infatti cercare di comprendere la scissione che la gente di quei luoghi ha patito a partire dalla ridefinizione dei confini europei, in  seguito al primo conflitto, e fino a molti decenni dopo la nascita della Repubblica italiana che ha restituito un po' di autonomia a quel Sudtirolo che storicamente aveva, e mi sembra abbia ancora, usi e costumi a sé stanti e comunque non italiani. Un'autonomia giunta quando la deriva ideologica aveva ormai compromesso la pacifica convivenza tra italiani - causa il fascismo - e sudtirolesi di lingua tedesca. Adesso c'è pace - perché questo la gente vuole, pace - ma anche perché gli interessi dei singoli sono globalizzati, la concorrenza nel commercio è libera e l'economia liberista: non vuole confini e disprezza i nazionalismi. Nel suo excursus storico il romanzo non mente. Ritengo di poterlo dire per aver letto altrove resoconti storici dettagliati sull'argomento. Si veda anche Eredità di Lilli Gruber. Ma la vicenda di Curon e Resia, località di confine sullo spartiacque alpino, è emblematica anche per il dissesto geologico che interessa tutta la penisola. Lo stato italiano pensava di costruire una diga costringendo le acque dell'Adige in un invaso che avrebbe cancellato non pochi masi lungo le rive e le sponde, vale a dire un intero paese. I lavori sono giunti fino alla costruzione di un lago artificiale, cioè fino all'effettiva sommersione delle case e della vegetazione, distruggendo l'economia locale e costringendo la popolazione a trasferirsi altrove. Lo stesso villaggio di Curon, ormai scomparso, è diventato un luogo della memoria dove mappe e targhe non sono che perentorie sottolineature di quello scempio, a partire da quel campanile che emerge solitario dall'acqua, segno tangibile di una devastazione crudele e per giunta ingiustificata dal momento che la diga non fu mai portata a termine. La ricostruzione post bellica e l'industrializzazione, all'insegna del progresso, ha stravolto il paesaggio e ha anche mietuto vittime; e viene in mente la sciagura del Vajont. Questi residenti del Tirolo non sono stati cancellati fisicamente, ma a lungo e profondamente hanno risentito delle conseguenze del fascismo che ha generato odio là dove odio non c'era, confusione ideologica, incertezza del futuro, disgregazione dell'assetto sociale. Una tara geopolitica di lungo corso. La diga era la minaccia costante e subdola, la dittatura e le guerre il male sempre evidente e in primo piano. Quando finalmente la pace porta quel respiro che serve a sanare le ferite, è il momento della corsa all'industrializzazione, alla  produzione di energia elettrica per mettere in moto le speranze nel futuro. L'abbandono delle attività agricole non è stato indolore per nessuno. Fu per tutti un esilio. Altri, in situazioni simili hanno potuto ribellarsi. Mi viene in mente Orgosolo, in Sardegna, che si è battuta con successo contro la centrale nucleare; recentemente il movimento no TAV. Nella maggioranza dei casi una tendenza all'inurbamento e all'emigrazione spontanea dalle zone rurali era già una causa di impoverimento e di degrado del territorio, prima ancora che lo sfruttamento delle risorse naturali divenisse quel fenomeno primario e devastante per la salute pubblica che ben conosciamo. Qualcosa ci è sfuggito di mano. Le nuove proposte di riconversione ecologica pretendono ora il miracolo, il ritorno al lavoro dei campi, alla cura del territorio, alla vita nei borghi. La letteratura e la cinematografia si concentrano su questa problematica e a quanto pare incontrano il favore del pubblico, vedi Le otto montagne di Paolo Cognetti che ha vinto il premio Strega e ora ne faranno un film. Ma anche questo bel romanzo di Marco Balzano non scherza. Una caratterizzazione anche poetica dei personaggi. Vai a capire come funzionano i premi letterari.