Responsabilità e disagio. Una ricerca empirica sugli adolescenti piemontesi di Roberto Trinchero, M. Loretta Tordini edito da Franco Angeli

Responsabilità e disagio. Una ricerca empirica sugli adolescenti piemontesi

Data di Pubblicazione:
21 ottobre 2011
EAN:

9788856844375

ISBN:

8856844370

Pagine:
224
Argomento:
Gruppi sociali in base all'età: adolescenti
Disponibile anche in E-Book
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Descrizione Responsabilità e disagio. Una ricerca empirica sugli adolescenti piemontesi

Quante volte avete sentito dire che gli adolescenti di oggi sono svogliati, apatici, egoisti, chiusi nel loro privato, disinteressati allo studio, irascibili, inclini alla violenza, poco responsabili, "bamboccioni"? Ma è proprio vero tutto questo? Il volume presenta gli esiti di una ricerca empirica presso quattro istituti superiori piemontesi che ha coinvolto più di 2100 studenti. La ricerca ha fatto emergere atteggiamenti verso la "sfera pubblica", la scuola, i docenti, i pari, se stessi, ponendo i ragazzi di fronte a numerose situazioni problematiche nelle quali essi hanno dovuto operare delle scelte non scontate tra posizioni alternative, ciascuna delle quali portatrice di determinati insiemi di valori di fondo. Gli esiti sono stati commentati da un osservatore "esterno" alle scuole e da numerosi osservatori "interni": gli insegnanti che quotidianamente interagiscono con i ragazzi e ne seguono l'evoluzione. Il metodo di rilevazione e la "doppia lettura" dei risultati hanno consentito al gruppo di ricerca di disegnare uno spaccato dell'adolescenza odierna in grado di superare rappresentazioni parziali e facili stereotipi.

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Adolescenti e responsabilità nella societàDi P. Chiara-26 maggio 2015

Il libro è diviso in tre capitoli e un'appendice finale. Nel primo capitolo vengono analizzati alcuni aspetti della società di oggi, come le nuove tecnologie e i social network, la globalizzazione, il momento del distacco dalla famiglia di origine, gli effetti dei cambiamenti politici, che hanno una forte influenza sui giovani ragazzi. Le nuove generazioni vivono un'enorme contraddizione: da una parte c'è la tendenza a rimanere attaccati al passato, a causa della grande incertezza del futuro, dall'altra vi sono la crisi economica e lo sviluppo delle innovazioni tecnologiche, che portano a grandi spostamenti da parte degli individui. Nel secondo capitolo vengono trattate le differenze tra il mondo dei giovani e quello degli adulti, evidenziando varie interferenze e difficoltà. Viene messo in evidenza il grado di responsabilizzazione dei ragazzi, valutando quelle che l'autore definisce "sirene della deresponsabilizzazione" che, se vengono ignorate dalla famiglia e dalla scuola, possono disorientare il ragazzo, portando fino a un grave disagio evolutivo. Lo scopo principale è descrivere le caratteristiche e gli atteggiamenti che possono essere fonti di disagio per i soggetti. Gli indicatori per evidenziare ciò dipendono dal genere, dall'età, dalla scuola frequentata, dai risultati ottenuti e dal contesto abitativo. Il disagio è stato analizzato in base a 24 fattori, a ognuno dei quali viene attribuita una posizione di disagio e una di responsabilità. Il soggetto è stato invitato a prendere una posizione precisa a favore di un limitato numero di alternative. Dai risultati ottenuti si è giunti a evidenziare sette nodi problematici, sotto forma di diritti e doveri per adulti e per ragazzi. Per gli adulti vi è il dovere a non ragionare per stereotipi, a non rinunciare a educare e, insieme ai ragazzi, a educare ad assumersi la responsabilità degli altri; per i ragazzi vi è il dovere a non dare fiducia senza motivazioni, e ad assumersi le proprie responsabilità. I ragazzi si ritrovano di fronte a un'incertezza del futuro e a una scarsa chiarezza a proposito degli obiettivi da raggiungere, fattori che contribuiscono a creare comportamenti a rischio nelle nuove generazioni, poiché li disorientano e creano un divario tra la società dei ragazzi e quella degli adulti. Questo disorientamento può portare a un disagio evolutivo, provocando difficoltà nell'assunzione di compiti evolutivi richiesti dal contesto sociale per il conseguimento dell'identità sociale e il raggiungimento di competenze necessarie per la gestione delle relazioni quotidiane. Nel terzo capitolo vengono valutati i risultati delle scuole prese in esame per la valutazione, e insieme ai ragazzi vengono discusse le tematiche evidenziate nei dati ottenuti. Dai risultati si nota che il disagio esiste, ma è ancora un fenomeno piuttosto contenuto. L'appendice illustra gli elementi caratterizzanti l'offerta formativa della scuola presa in esame, l'Iis Sella Aalto. Il campione riguarda giovani adolescenti piemontesi dai 14 ai 19 anni e ha coinvolto 2100 allievi, indagando in particolare il loro rapporto con la scuola, con la società, con la famiglia, con i pari, per comprendere il contesto umano con cui si rapportano ogni giorno. La finalità è quella di cogliere le criticità, per comprenderle e superarle, e i punti di forza, per potenziarli. È stato utilizzato un questionario, con l'integrazione di discussioni con i docenti. I risultati hanno mostrato l'importanza sia sul piano scientifico che su quello metodologico, e hanno consentito di dedurre come la scuola possa essere laboratorio di ricerca e di innovazione, e come si possano stabilire sinergie produttive tra esperienze scolastiche e saperi accademici. È un testo che permette di evidenziare le differenze tra il mondo degli adulti e quello degli adolescenti, cercando di integrarli insieme per comprendere le idee e i dubbi che emergono dalla società. In particolare il libro mette in evidenza come gli individui debbano assumersi delle responsabilità, in base alle interferenze che la società o i pari gli presentano, e si rivolge in particolar modo agli adulti, ai genitori che hanno timore ma anche curiosità di entrare nel mondo dei giovani, per poter capire i motivi delle loro scelte e delle loro richieste. Si rivolge anche a quei ragazzi che hanno bisogno di trovare un riscontro alle proprie idee. Leggerlo ci permette di capire le difficoltà e gli ostacoli presenti nella scuola, nella società, nella famiglia e tra i pari.

Saremo futuri cittadini?Di b. ilaria-26 maggio 2015

"Alle generazioni che verranno", questa è la dedica che troviamo alla prima pagina del volume. Il volume, abbastanza corposo, si struttura in maniera lineare presentando, dopo una succinta premessa a cui fa seguito un'introduzione, tutte le fasi proprie della ricerca svolta, che diviene argomento del saggio stesso. Nel primo capitolo viene descritto il quadro teorico di base di questa indagine, che ci pone di fronte alla dura realtà di come la tecnologia abbia assorbito l'uomo al punto che, nonostante i molteplici contatti virtuali, nella realtà la società viva una profonda crisi economica nella quale chi non è disoccupato (pochi) svolge come un robot programmato i compiti affidatigli, puntando a soldi e notorità, senza avere tempo per riflettere o coltivare buone e sane forme d'arte. Nel secondo capitolo e nei successivi viene descritta la ricerca effettuata specificando il campionamento, le modalità di rilevazione utilizzate (con messa in evidenza dei dati ottenuti), e infine un'accurata analisi dei risultati, a cui viene dedicata un'ampia porzione del testo, con ripetizione delle evidenze maggiori riscontrate. Il testo ha come argomento il grado di disagio, e di conseguenza di responsabilità, dei giovani italiani, ovvero il grado di responsabilità delle attuali generazioni di ragazzi. La ricerca condotta è una ricerca-azione il cui campione è stato formato da circa 2000 studenti, ragazzi provenienti da quattro istituti d'istruzione piemontesi, scelti per rappresentatività. A loro è stato somministrato un questionario online con domande aperte, attraverso un programma che garantiva la riservatezza degli studenti, in assoluto anonimato. Il tema da indagare, ovvero il disagio è stato operazionalizzato suddividendolo in 24 item che andavano a indagare differenti aree tematiche: competenza dei docenti, evidenze di bullismo, necessità della violenza come strategia di difesa e così via. Ciascuna area tematica è stata presentata sottoforma di situazione verificatasi nella realtà, con alternative differenti di reazioni possibili, e gli studenti erano invitati a dire quale delle alternative ritenessero più moralmente corretta, con specificazione per ogni studente esaminato di dati quali: sesso, residenza, età e grado di empatia. Una volta ottenuti i dati, sono stati raggruppati in cinque tipologie di atteggiamento differente (verso la sfera pubblica, verso i docenti, verso la formazione scolastica, verso i pari, verso se stessi) con suddivisione in base al genere e all'indice di empatia. Tra i risultati in riferimento agli atteggiamenti sopra citati si può evidenziare che i ragazzi hanno fiducia nell'intervento delle forze dell'ordine, che i docenti non vengono criticati per la loro scarsa motivazione all'insegnamento ma per le lezioni noiose, senza interazione, e per la scarsa capacità di suscitare interesse negli alunni. I docenti, inoltre, sono invitati a comprendere il soggetto nella sua globalità non solo come alunno ma come persona, e ad aiutare chi è in difficoltà, cosi come dovrebbero fare le famiglie (accusate di essere assenti). Gli studenti sono disponibili ad aiutarsi a vicenda, quando richiesto. Un dato negativo è che non tutti sono propensi all'integrazione: c'è un clima di razzismo e molti affermano che "chi è di etnia diversa sta meglio con quelli come lui". Gli studenti non sembrano riporre grande fiducia nella possibilità di crescita delle loro capacità, o in quella di poter controllare l'ansia: ritengono che o si portati o no, e l'ansia può essere un gran peso nel percorso di formazione. Questi i risultati principali che sono stati ottenuti anche grazie al commento alle risposte prodotto dai soggetti esaminati. La lettura è impegnativa e la parte relativa all'estrapolazione dei dati è complessa, tanto che lo consiglio a chi è interessato alla ricerca, ma lo vedo più indicato per i docenti interessati specialmente all'analisi tecnica dei risultati. Il testo fa capire che noi giovani non siamo privi di responsabilità, non siamo i bamboccioni senza lavoro ma ragazzi a cui una società bisognosa di migliorare dovrebbe offrire le possibilità per diventare non solo membri di una società di adulti, ma cittadini. Nonostante ciò non dobbiamo essere ciechi nei confronti del perbenismo che si potrebbe celare nelle risposte degli studenti, quindi invito a leggerle con un occhio di riguardo. Il libro è dedicato alle generazioni che verranno, con la speranza che possano divenire cittadine di una società più giusta in cui non siano le raccomandazioni, i soldi e il copiare ad essere garanzia di successo, ma l'impegno e la passione.

Conoscere il disagio e assumersene le responsabilitàDi P. Silvia-25 maggio 2015

Argomento del testo è l'analisi della condizione di disagio in cui si trovano spesso gli adolescenti nel loro percorso di responsabilizzazione, per conoscere le loro motivazioni, misurarne il grado e cercare le responsabilità del mondo adulto preposto all'educazione. Il testo si articola in tre capitoli: nel primo capitolo Tordini espone le caratteristiche del contesto socio-politico-economico contemporaneo, la globalizzazione, la mescolanza delle culture, la crisi economica, le nuove tecnologie e le loro dipendenze, le trasformazioni politiche, la crescita esponenziale di separazioni e divorzi, il decremento della natalità, il problema della salute dei ragazzi che sempre più spesso presentano sintomi ipocondriaci, paure, panico e disaffezione scolastica: un turbinio di trasformazioni e informazioni che travolge, un mondo liquido dove il cittadino lascia lo spazio al consumatore e il profitto conta più del benessere valoriale. La ricerca vera e propria viene illustrata nel secondo capitolo. Trinchero, dopo aver esaminato come il disagio sia frutto di un disorientamento generato da pressioni e da messaggi contrastanti, focalizza l'attenzione sulle tipologie di disagio e sui modi in cui lo stesso viene esternato, ed è proprio qui che prende corpo la ricerca: rilevare gli atteggiamenti legati al disagio in relazione a cinque sfere: la sfera pubblica, la formazione scolastica, gli insegnati, i propri pari e se stessi. Come tecnica di rilevazione dei dati è stata adottata una variante della tecnica delle storie: considerando che sono i valori e gli atteggiamenti dei soggetti a guidare le scelte in situazioni cruciali, si fatto uso di 24 fattori legati al disagio, ai quali sono stati contrapposti degli indicatori costituiti appunto da precisi atteggiamenti dei soggetti. Protagonista è un campione di allievi (2156) bilanciati per genere, residenti in contesti abitativi differenti e frequentanti 5 istituti tecnici e licei a vari indirizzi, ubicati a Torino e zone limitrofe. A loro è stato somministrato il questionario on-line attraverso il software QGen. Il materiale reperito con tale indagine è consistente e fornisce molti spunti di riflessione. In prima analisi appare evidente l'invito a non ragionare per stereotipi: il disagio esiste ma risulta tutto sommato contenuto, incoraggiante risulta l'atteggiamento di disapprovazione nei confronti del ricorso alla violenza, alto il grado di valore attribuito all'istruzione e presente la fiducia nelle forze dell'ordine. Nel contempo, però, non si deve sottovalutare l'importanza del ruolo svolto dal mondo adulto nella sua funzione primaria di educare, a partire dalla famiglia, che risulta sempre più spesso assente, smembrata e in conflitto, per arrivare alla scuola, dove la figura dell'insegnante, coniugando gli aspetti strettamente didattici alle capacità di comprensione e ascolto, deve saper promuovere la motivazione intrinseca dello studio, cioè apprendere per comprendere il mondo, facendo leva sullo spirito di gruppo e offrendo ruoli attivi in iniziative sociali e culturali. L'ultimo capitolo illustra, infine, il contributo offerto dalle scuole coinvolte nel progetto: così per il Primo Liceo Artistico l'arte e la produzione di immagini rende visibile ciò che non lo, per il Liceo Galilei di Ciriè la cittò e il territorio diventano aula, per l'Istituto di Istruzione Superiore 8 Marzo è basilare formare cittadini attivi e propositivi, per il Sella Aalto è fondamentale porre quale base di una buona preparazione a carattere scientifico e tecnologico una solida cultura umanistica, così come risulta evidente dall'offerta formativa illustrata in appendice. Il testo si rivela uno strumento utile e indispensabile, rivolto agli educatori intesi nel più ampio senso della parola, perché possano capire l'enorme portata del compito loro affidato e, con spirito di interazione, possano svolgerlo nel migliore dei modi.

Gli adolescenti di oggi e la società fluidaDi C. Miriam-23 aprile 2015

In un mondo fatto di incertezze, paure, perdita di identità e isolamento sociale, si delinea questa ricerca empirica che mira a descrivere le caratteristiche degli adolescenti che manifestano possibile disagio. Infatti, gli adolescenti di oggi si trovano a vivere in una realtà fluida, priva di punti di riferimento e nella quale sembra che anche i valori stiano decadendo. In bilico tra un passato che dà sicurezza (come quella economica familiare) e un futuro incerto ma che spinge al distacco, i giovani sembrano essere disorientati e portati ad essere sempre meno responsabili. Da tale situazione di incertezza emerge lo studio dei due autori, che hanno indagato i fattori legati al disagio nelle scuole piemontesi. La ricerca ha coinvolto 2156 ragazzi di sei istituti diversi, a cui sono state somministrate delle storie in cui era necessario immedesimarsi nella situazione e fornire una propria opinione, con l'obiettivo di indagare gli atteggiamenti verso la scuola, verso gli insegnanti, verso i proprio pari, verso se stessi e verso la sfera pubblica. Nell'analisi sono stati presi in considerazione separatamente genere, età, residenza ed empatia per ciascuna situazione del test. Dai risultati è emerso che il disagio esiste, ma è un fenomeno contenuto, che riguarda il 16% dei giovani indagati. Il volume è ottimo per chi vuole farsi un'idea non stereotipata del rapporto fra adolescenti e scuola, per chi vuole leggere il contesto in cui viviamo in modo ampio e non scontato, assumendo la prospettiva sia dei giovani che degli anziani. Emerge inoltre la necessità che ciascuno si assuma le proprie responsabilità, non solo gli adolescenti ma anche la famiglia e gli insegnanti, che devono collaborare per garantire agli studenti un futuro migliore o, in questo caso, semplicemente un futuro.

Chi responsabile del disagio?Di P. Giovanna-11 aprile 2015

Cosa significa essere adolescenti negli anni Zero? Quanto profondo è il confine fra la società dei ragazzi e la società degli adulti? Quanto deve essere lungo il salto che permette ai giovani di sperimentare il proprio Sé? Questo volume presenta un percorso di ricerca, un'analisi dedicata alle generazioni che verranno. Gli autori, dopo aver descritto il contesto di indagine, spiegano come l'uomo sia passato dai riti di iniziazione che segnavano il passaggio all'età adulta ai movimenti di protesta giovanili degli anni Sessanta, atti a prendere il controllo del mondo dei padri, dopo aver evidenziato cosa significa essere giovane e cosa essere anziano in una società fluida e quanto sarebbe più opportuno considerare il BIL (Benessere Interno Lordo) rispetto al sovrastimato PIL (Prodotto Interno Lordo). In seguito gli autori espongono la loro indagine illustrando 24 situazioni rappresentative della responsabilità e del disagio giovanile. Il disagio inteso come malessere, come comportamento trasgressivo e il disagio come condotta autolesiva viene operazionalizzato e analizzato seguendo le ipotesi di ricerca che prevedevano differenze significative per genere, età e luogo di residenza. La compilazione online del questionario, avvenuta nelle scuole aderenti all'indagine (e che quindi non ha previsto la scelta di un campione rappresentativo dell'intera popolazione di studenti, se non di quelli piemontesi), ha coinvolto 2156 ragazzi di 6 istituti diversi. Le dimensioni indagate sono state: l'atteggiamento verso la sfera pubblica, l'atteggiamento verso la formazione scolastica, l'atteggiamento verso gli insegnanti, l'atteggiamento verso i propri pari, l'atteggiamento verso se stessi. Quello che è emerso dalla ricerca è che il disagio c'è, esiste, ma rispetto agli indicatori considerati è un fenomeno piuttosto contenuto e che riguarda circa il 16% dei soggetti. Come evidenziano gli autori, non sovrastimare il problema non vuol dire ignorare che esso esista, ed è importante andare incontro alle esigenze dei ragazzi che richiamano a una migliore professionalità docente, che vada oltre gli aspetti puramente didattici ma includa anche quelli educativi e relazionali, perché l'insegnante possa ascoltare in modo non giudicante le esigenze degli studenti; anche la famiglia deve essere presente e partecipativa, capace di porre delle regole senza però mettere ansia e minare l'autostima del ragazzo, dandogli responsabilità e fiducia. Questo testo merita di essere letto soprattutto da quella società degli adulti che, a volte, sembra sottostimare l'importanza delle nuove generazioni, che pone barriere e che soprattutto non sempre riesce ad essere un modello di riferimento. Trinchero e Tordini, in 216 pagine, evidenziano come la necessità dei rispondenti sia quella di un gioco di squadra che coinvolga i genitori, gli insegnanti, il gruppo dei pari e naturalmente il ragazzo stesso. L'intervento educativo deve quindi promuovere nei ragazzi la piena consapevolezza della necessità di assumersi le proprie responsabilità, spronandoli attraverso vari livelli e varie attività e facendogli credere nel valore della meritocrazia non a parole, ma con i fatti. Gli studenti sono cittadini, non clienti e consumatori; il disagio giovanile non è l'espressione di una sola parte della popolazione, ma rappresenta il malessere dell'intera società di cui fa parte.