La relatività e la falsa cosmologia di Marco De Paoli edito da Manni

La relatività e la falsa cosmologia

Editore:

Manni

Data di Pubblicazione:
1 aprile 2004
EAN:

9788881765201

ISBN:

8881765209

Pagine:
367
Formato:
brossura
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Descrizione La relatività e la falsa cosmologia

Sui fondamenti della teoria della relatività, che domina la scena della fisica contemporanea, rimane la necessità di una più adeguata riflessione epistemologica. La riflessione si amplia in una approfondita analisi della cosmologia imperante da decenni che, saldatasi alla cosmologia einsteiniana, ha progressivamente imposto l'inverosimile teoria di un universo in espansione a partire da una misteriosa "singolarità" creatrice esplosa con il cosiddetto Big Bang. Tale teoria si è potuta imporre solo attraverso una lettura unilaterale e riduttiva dello spostamento verso il rosso della luce galattica e della radiazione di fondo diffusa nell'universo, mentre gli stessi dati sembrano aprire ad altre più plausibili interpretazioni alternative.

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4 di 5 su 1 recensione

Da leggere, comunqueDi r. enrico-6 febbraio 2020

Einstein: nuova destra, vecchia sinistra e soliti discorsi Si assiste negli ultimi tempi ad un moltiplicarsi di siti web dedicati ad Einstein ed alla relatività. Da un lato esiste infatti una vecchia sinistra che esalta lo scienziato come un genio e ne fa il vessillo del libero pensiero e della democrazia, mentre dall'altro esiste una nuova destra che lo accusa di plagio, di relativismo, di gravi errori e di totale inattendibilità. La teoria della relatività, in verità, non è facilissima da capire e qualsiasi professore di fisica risponderà con molta sufficienza alle vostre obiezioni o perplessità, se non gli dimostrerete di conoscere almeno i fondamenti matematici del calcolo tensoriale (il calcolo tensoriale permette di presentare le equazioni fisiche in forma indipendente dalla scelta del sistema di coordinate) . Di fatto la prima domanda che si affaccia spontanea a chi studia la teoria della relatività riguarda soprattutto la contrazione del tempo. Rallenta davvero l'orologio del gemello in viaggio nello spazio a velocità altissime o non è piuttosto il segnale luminoso inviato sulla terra ad impiegare tempi crescenti dovendo percorrere spazi crescenti, così da generare l'impressione di un rallentamenton dell'orologio montato sulla navicella spaziale? Critiche bislacche alla teoria della relatività compaiono, comunque, ogni giorno su vari siti web o vengono spedite a riviste specializzate da pseudo scienziati, da incompetenti e da esaltati paranoici. Di tre critiche, comunque, la scienza ufficiale dovrebbe tener conto, soprattutto perché formulate da personaggi al di sopra di ogni sospetto: i filosofi Bergson e Popper ed il fisico Louis Essen. Bergson oppose un tempo spirituale ed interiore al tempo misurato ed oggettivo di Einstein, ottenendo scarso seguito da parte degli scienziati (scarsamente propensi ad occuparsi dello spirito e del mondo interiore dell'uomo) . Popper sottolineò l'impossibilità di falsificare la teoria della relatività, visto che su fantasiosi viaggi alla velocità della luce era solo possibile condurre "esperimenti mentali", ma trovò un seguito solo presso i filosofi ed i "metafisici". Essen, inventore e sviluppatore degli orologi atomici, mise in discussione la teoria di Einstein e, nonostante alcune osservazioni sensate (basate soprattutto sulla difficoltà di assimilare il concetto del tempo con la misura del tempo) , non fu minimamente ascoltato dalla scienza ufficiale, che evidentemente sospettava della sua lucidità mentale in età senile. L'idea di misurare il tempo con la luce (o meglio con gli orologi a luce) può lasciare sicuramente perplessi i ciechi, le popolazioni residenti al nord del circolo polare artico (che non vedono la luce per alcuni mesi l'anno e che possono non scorgere le stelle per settimane a causa della presenza di fitte masse nuvolose) e coloro che scandiscono gli eventi in base ad un tempo interiore ed assoluto. Normalmente il tempo è, comunque, misurato dall'alternarsi dei ritmi giorno - notte e gli orologi sono regolati, all'interno dei vari fusi orari, in base alla culminazione del sole sull'orizzonte a mezzogiorno. Pensare quindi ad un mondo a quattro dimensioni in cui il tempo è fortemente connesso con lo spazio è un'ipotesi abbastanza logica. Va di fatto che, una volta che accettata come ragionevole l'idea di misurare il tempo come rapporto tra lo spazio percorso da un impulso luminoso e la velocità costante dell'impulso stesso, diventa quasi impossibile rigettare la torsione (o distorsione) delle lunghezze (che risultano ridursi all'aumentare della velocità) , delle masse (che aumentano con la velocità) e dei tempi misurati (che sembrano contrarsi per chi viaggia più velocemente) .