Le regole del cammino. In viaggio verso il tempo che ci attende

Questo nuovo libro do Antonio Polito si rivela accattivante già dal titolo che, in due proposizioni semplici e incisive, ne definisce il contenuto e la narrazione. Tema guida è il cammino, parola-chiave, come si evince dalla declinazione dell'indice stesso che inizia con la parola " Il cammino" (cap. I) e termina con il sintagma "In cammino" (cap. XI) , e al loro interno sono racchiusi i nove capitoli in cui si snoda la narrazione. Questa struttura ci rimanda alla forte simbologia del numero nove e all'immagine del Cammino per eccellenza, quello di Dante, che è viator peregrinus ovvero straniero nella sua terra d'origine e si mette in viaggio per raggiungere la sua vera patria, la sua meta. Tuttavia i significati metaforici non si esauriscono qui: il saggio è soprattutto una discesa in interiore homini, una discesa agli Inferi o negli abissi della propria coscienza, per dirla con la nuova antropologia è una ricerca del sacro, di ciò che è permanente ed eterno e che dà senso alla vita. La ricerca di Polito inequivocabilmente tende alla conquista di senso capace di inaugurare una nuova stagione del nostro stare al mondo: proprio da questa istanza deriva la sua ricerca di luoghi fisici e metafisici, quelli incontrati lungo il cammino realmente compiuto, il Cammino di san Benedetto, che da Norcia giunge fino all'Abbazia di Montecassino. Da qui nascono articolate riflessioni, ricche di riferimenti culturali sul nostro presente, sul nostro modo di stare al mondo, sulle attuali, gravi difficoltà sanitarie ed economiche che sembrano travolgerci in un gorgo dal quale difficile sarà la risalita. Ci sono passaggi nel racconto davvero illuminanti, come quello che chiarisce con elementi circostanziati il concetto di "frugalità", che non va inteso come risparmio ma come radicale cambiamento di valori che mettano in primo piano i valori della vita, che non si identificano con l'economia e con la merce, e quello sulla necessità di un mutamento del modello di sviluppo capace di recuperare il passato per proiettarsi nel futuro. L'unicità e il valore di questo libro consistono, dunque, nello scandaglio approfondito di una possibile individuazione della meta del nostro commino che possa toglierci da questa sospensione di vita, che ci paralizza ed ottunde la mente e il cuore, e ridarci la speranza. La meta può essere allora per noi tutti la conquista di un Testimonium ovvero quel documento che attesta, tappa per tappa, il percorso compiuto, che oggi possiamo interpretare come "passaggio di consegne da chi sa a chi deve ancora scoprire" (p. 155) . Un passaggio di consegne che è anche memoria di ciò che siamo stati a coloro che verranno, senza il quale non c'è futuro, che è dovere etico e civile. Su questo Testimonium allora potranno essere incise queste parole: "In ricordo del dovere che vi aspetta, quando toccherà a voi riprendere il cammino che vostro padre, prima o poi, lascerà interrotto" (ibidem) . Vi è qui un richiamo all'umanità di ciascuno di noi, quell'umanità di cui così bene ha scritto Terenzio: homo sum, humani nihil a me alienum puto ( sono un uomo, nulla di ciò che riguarda l'umanità mi è estraneo) . Un'umanità proprio per questo in cammino.