Il rapporto di Philippe Claudel edito da TEA

Il rapporto

Editore:

TEA

Collana:
Teadue
Traduttore:
Bruno F.
Data di Pubblicazione:
15 aprile 2010
EAN:

9788850221400

ISBN:

8850221401

Pagine:
287
Formato:
brossura
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Descrizione Il rapporto

In un paesino sperduto tra i monti, provato dalla guerra e dall'occupazione nazista, approda un individuo che sembra provenire da un'altra epoca. È accompagnato da un cavallo e da un asino, e l'innata diffidenza degli abitanti non tarda a marchiarlo come l'Altro. È l'inizio di una convivenza difficile, l'origine di un crimine collettivo che rende indispensabile una ricostruzione puntuale dei fatti. Chi meglio del "paesano" Brodeck può farlo, lui che padroneggia la scrittura e di mestiere stende rapporti sulla flora e la fauna locali? Addentrandosi in un territorio sconosciuto - l'animo umano e le sue dense ombre -, Brodeck perderà di vista la sua missione e si calerà tra le miserie dei suoi simili, scandagliando impietosamente una realtà dove nessuno può dirsi innocente. Perché anche quando ad agire è l'intera comunità, non per questo viene meno la responsabilità individuale, per quanto comodo sia convincersi del contrario.

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4 di 5 su 1 recensione

Il RapportoDi M. Luigi-7 aprile 2011

Una lettura piacevole e intelligente, un linguaggio semplice ma estremamente efficace nel descrivere soprattutto una grande passione: quella per la letteratura. Una macabra fiaba senza tempo per raccontare, in modo surreale, gli orrori della nostra storia contemporanea, ma anche per scandagliare il lato oscuro che sembra albergare nell'animo umano, anche in quello dei deboli e delle vittime. Protagonista assoluto è il concetto di altro, diverso, l'Anderer, appunto, che arriva, bislacco e ed insolito nell'aspetto enegli atteggiamenti, in un piccolo villaggio di montagna alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Distruggendo ogni bucolica idealizzazione della vita rurale, Claudel ci dipinge invece un mondo chiuso, gretto, inospitale, teso solo a difndere le sue piccole certezze da ogni forma di invasione e di diversità. Il dramma che ne scaturisci graffia e brucia come un taglio fatto con un foglio di carta: piccolo, insignificante ma molto doloroso. Il tutto raccontato con un linguaggio poetico, con un ritmo da fiaba, con una sospensione spazio-temporale che lo rendo spesso metafora. Alcuni episodi sono strazianti, altri cazzottano fitto lo stomaco, altri scivolano in una lentezza languida che è forse l'unica minima pecca di questo romanzo. Resta, anche dopo l'ultima pagina, un senso di disagio e di inquietudine che non si stacca per molte ore.