Ragazzi in guerra e nell'Olocausto. I loro diari segreti edito da Marco Tropea Editore
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Ragazzi in guerra e nell'Olocausto. I loro diari segreti

a cura di

L. Holliday

Collana:
Saggi
Traduttore:
Gherardelli P.
Data di Pubblicazione:
10 gennaio 2008
EAN:

9788855800242

ISBN:

8855800248

Pagine:
314
Formato:
brossura
Argomenti:
DIARI E LETTERE, Olocausto
Acquistabile con la

Descrizione Ragazzi in guerra e nell'Olocausto. I loro diari segreti

La prima raccolta di diari tenuti da bambini e ragazzi di ogni parte d'Europa durante la Seconda guerra mondiale. Dai ghetti della Lituania, della Polonia, della Lettonia e dell'Ungheria ai campi di concentramento di Terezin, Stutthof e Janowska, dalle strade bombardate di Londra e Rotterdam alla prigione nazista di Copenaghen, queste pagine, sconosciute al grande pubblico e conservate in poche copie superstiti, raccontano cosa significhi per un adolescente vivere ogni giorno con la consapevolezza che può essere l'ultimo. Ma è proprio in situazioni tanto drammatiche che la scrittura testimonia un'irriducibile voglia di vivere. Guidate dalla spontaneità dell'età infantile, le penne di questi giovani narrano l'incubo del quotidiano con una schiettezza sorprendente. I toni sono spesso amari, ma non mancano note umoristiche, espressioni di fiducia e, soprattutto, di grande coraggio. Il diario diviene l'unico sostegno, il miglior amico a cui confessare paure e con cui sfogare la rabbia per affrontare il domani. E, allo stesso tempo, una forma di resistenza alla follia dei tempi. Un modo per dare ordine al caos, per contrastare l'oppressione, per sopravvivere nella memoria. Per salvaguardare la propria umanità, e quella degli altri.

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4 di 5 su 2 recensioni

Toccante e significativoDi S. Rossella-15 maggio 2015

Le lunghe pagine di diario riportate in questa significativa raccolta rappresentano un'indiscutibile testimonianza degli orrori vissuti da giovani ragazzini durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale. Grazie alla loro appartenenza a nazionalità e religioni diverse gli autori dei diari, che hanno un'età compresa tra i dodici e i diciotto anni, ci offrono un quadro estremamente ampio delle conseguenze materiali e psicologiche determinate dall'invasione nazista in cui la morte, in tutte le sue molteplici forme, è l'unico fattore comune. Dalla lettura dei diari scaturisce un involontario paragone che determina il confronto tra i diversi destini a cui ogni vita è andata incontro e che porta, in modo molto più evidente, alla consapevolezza della reale segregazione subita dagli ebrei. Gli scenari di guerra, infatti, pur essendo ugualmente ricchi di descrizioni di paesaggi devastati dai bombardamenti, di corpi umani seppelliti dalle macerie, di cadaveri mutilati sparsi per le strade e di feriti in fin di vita in cerca di salvezza, si differenziano per le impressioni e i sentimenti che generano nei cuori di chi scrive. I ragazzi non ebrei autori dei diari sono mossi da molteplici emozioni: per alcuni la guerra è uno sfondo pittoresco a una vita da romanzo, per altri è considerata un avvenimento innovativo giunto per rompere la tranquilla quotidianità, per altri ancora, invece, è motivo di indignazione. Nonostante i diversi stati d'animo è interessante notare come ognuno di questi ragazzi e ragazze arrivi, nel corso di quei lunghi anni, alla comprensione dell'orrore determinato da quella guerra attribuibile esclusivamente a una progressiva degradazione dell'umanità e alla patriottica decisione di arruolarsi per combattere con coraggio al fine di difendere la propria patria spezzata e sottomessa. Tutto ciò era impensabile per i giovani autori ebrei di queste pagine che, rinchiusi all'interno dei ghetti o nei campi di lavoro e di sterminio in cui erano stati costretti a sopravvivere, potevano solo rendersi conto di ciò che veniva loro inflitto rimanendo vittime non solo di violenze e soprusi, ma anche e soprattutto di uno stato di completa e immutabile impotenza. La libertà, quindi, è la concreta e sostanziale differenza tra chi sceglieva liberamente il proprio destino, pur andando incontro alla morte, e chi, invece, doveva sottostare senza alcuna libertà di azione alle condizioni di spietati carnefici portatori sani di sadismo. Quest'opera può quindi essere considerata una dimostrazione di come la mancanza di libertà fisica debba essere compensata con la libertà di espressione, concretizzata in questi diari, attraverso la scrittura. Scrivere, per ognuno di questi ragazzi – molto spesso orfani – diventa il principale e quasi unico canale di sfogo di tutte le paure, di tutte le speranze, di tutti i bisogni e di tutti i sogni che, in questo modo, possono essere condivisi, raccontati, ascoltati e salvati dalla solitudine interiore. Il diario, nonostante il pericolo di essere scoperti e di andare incontro a punizioni durissime, diventa il migliore amico, quello più fidato, a cui confidare emozioni e debolezze; e la scrittura assume un ruolo di vitale importanza per la sopravvivenza se non del corpo almeno dell'anima. La lettura di questo libro pone un quesito su cui, pur volendo, è impossibile non riflettere. La domanda è: perché? Perché tanta brutalità? Perché così tante vite spezzate? Perché un odio così furioso e incondizionato? Perché lo sterminio di sei milioni di persone semplicemente perché ebree? Da leggere per comprendere che una vera risposta che giustifichi un simile abominio non esiste.

Ragazzi in guerra e nell'olocaustoDi D. Francesca-1 marzo 2012

Un'opera davvero toccante, vivida, coinvolgente, emozionante. Ammirevole anche il lavoro di raccolta di questi testi preziosissimi, che altrimenti non sarebbero arrivati fino a noi; un lavoro importante a testimonianza di episodi della storia che sempre più spesso ci suonano lontani e perciò irreali, ma che invece sono accaduti e non vanno assolutamente dimenticati.