La pietra delle masche. Diciassette storie di streghe, servan, giganti, animali di Bruno Vallepiano edito da Araba Fenice

La pietra delle masche. Diciassette storie di streghe, servan, giganti, animali

Editore:

Araba Fenice

Data di Pubblicazione:
8 aprile 2010
EAN:

9788895853659

ISBN:

8895853652

Pagine:
136
Formato:
brossura
Argomento:
Racconti
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Trama La pietra delle masche. Diciassette storie di streghe, servan, giganti, animali

Diciassette storie di servan, giganti, animali, streghe, vecchie megere e quant'altro abbia da sempre popolato i racconti della tradizione piemontese, e non solo. Diciassette storie a cavallo tra Piemonte e Liguria, di paura, follia, superstizione, esorcismi, di diavolerie in genere. Bruno Vallepiano ci accompagna in un mondo che è appena scomparso, ma le cui lunghe ombre ci toccano ancora, non facendoci dormire sonni troppo tranquilli.

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4 di 5 su 2 recensioni

InteressanteDi M. Chiara-11 luglio 2011

Un bel libro che ci accompagna nel meraviglioso mondo delle leggende popolari e del folklore. Scritto in uno stile fresco e scorrevole, mai noioso, è una lettura sicuramente consigliata. L'unico neo è che è troppo breve, le persone a cui piacciono questo genere di libri non ne hanno mai abbastanza!

Bella lettura...Di M. Luca-7 maggio 2010

Diciassette storie di servan, giganti, animali, streghe, vecchie megere e quant’altro abbia da sempre popolato i racconti della tradizione piemontese, e non solo. Diciassette storie a cavallo tra Piemonte e Liguria, di paura, follia, superstizione, esorcismi, di diavolerie in genere. Bruno Vallepiano ci accompagna in un mondo che è appena scomparso, ma le cui lunghe ombre ci toccano ancora, non facendoci dormire sonni troppo tranquilli. La Tubera, un momento prima di spirare disse alla madre di Giaco: datemi la mano, per favore... Ma la donna, che conosceva l'arte ed i malefici delle streghe e ben sapendo che in questo modo la masca avrebbe trasmesso a lei i suoi poteri e la sua personalità malefica, raggiungendo lo scopo di rovinare Giaco, le allungò il manico della scopa. Così la Tubera morì, lasciando i suoi poteri ad una scopa vecchia, che pochi istanti dopo spirava pure lei, ardendo nel camino.