Per partito preso di Giuseppe Bonura edito da Lampi di Stampa
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Per partito preso

Data di Pubblicazione:
16 aprile 2009
EAN:

9788848807678

ISBN:

8848807674

Pagine:
214
Formato:
brossura
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Trama Per partito preso

Quando viene pubblicato, nel 1978, Per partito preso è giudicato un romanzo dalla violenta figurazione metaforica: siamo negli anni della contestazione, del centrosinistra, del delitto Moro. Giuseppe Bonura narra di una profonda crisi personale e generale che si approfondirà in quello che potremmo definire “un futuro senza futuro”. Il protagonista in prima persona è un senatore comunista (sono evocati, oltre a un inequivocabile “Enrico”, vari politici noti) che, raccontando a uno psicoanalista la propria vita, rimescola nel presente e intreccia nel ricordo le vicende più recenti. È un eroe della Resistenza che deve misurarsi con la dura realtà: un terremoto accentua e affretta la frana o smottamento dell'intero paese; il partito sospinge lui, recalcitrante leader della zona, a convincere all'esodo gli abitanti; la moglie lo lascia per unirsi al sindaco democristiano. C'è anche un misterioso uomo-ombra che lo spia e lo segue. Completano lo scenario i neofascisti che lo insultano e all'opposto i giovani democratici che operano per una nuova società. Certo il comportamento privato e pubblico del senatore è pieno di contrasti e contraddizioni, di colpi di testa che alieneranno all'io narrante sia i compaesani sia i dirigenti del partito sia la famiglia o quel che ne resta. La discesa agli inferi del protagonista è costante, fino al grottesco e al sarcastico di cui lo scrittore è maestro; al venir meno degli ideali fa riscontro la sconfitta personale. Tutto è precario, tutto cambia, anche per merito dell'ironia e dello spostamento verbale continuo: battute e frecciate s'intrecciano nei motti di spirito e nelle frasi fatte di cui un cambiamento verbale varia il senso. Ma è proprio questa urticante ironia da “presente storico” a reggere tutta la vicenda. Per partito preso non è una metafora di realtà passate, bensì un drammatico atto di coscienza: il suo significato è l'oscura vittoria del “particulare” guicciardiniano, la perdita dei valori resistenziali, la soperchieria delle burocrazie partitiche, e in questo sta la sua vivace attualità. Gilberto Finzi

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