Il paese sbagliato. Diario di un'esperienza didattica
- Editore:
Einaudi
- Collana:
- Einaudi tascabili. Scrittori
- Data di Pubblicazione:
- 1 febbraio 2022
- EAN:
9788806252601
- ISBN:
8806252607
- Pagine:
- 512
- Formato:
- brossura
Descrizione Il paese sbagliato. Diario di un'esperienza didattica
«Mario Lodi è stato e continua a essere un maestro da ascoltare, leggere, studiare, perché la sua scuola era rigorosa ed esigente e insieme appassionata e divertente» (Franco Lorenzoni). Il paese sbagliato alla sua prima pubblicazione, nel 1970, mise a nudo le deficienze di una scuola rigida che escludeva i più fragili. Da allora è trascorso mezzo secolo, ma siamo ancora lontani dal garantire un'istruzione capace di contrastare ogni forma di discriminazione, mentre è cambiata profondamente la relazione dell'infanzia con il gioco, l'intrattenimento e le fonti di informazione. I bambini trascorrono sempre piò ore davanti a schermi di ogni dimensione, spesso cercando nel virtuale una via di fuga dalla solitudine. Capire che scrivere è «scoprire gli altri», che le parole sono anche suoni e colori, che ci sono molti modi per incontrare la storia e che si può costruire conoscenza insieme, anche se diversi, è quanto hanno imparato gli allievi di Mario Lodi. Il suo diario racconta quell'esperienza suggerendo una scuola inclusiva e aperta che innanzitutto vuole educare, e che crede nello studio come occasione di crescita morale e civile. Con una «Lettera aperta ai giovani maestri».
Recensioni degli utenti
Grande-15 marzo 2023
Un vero e proprio manuale di didattica laboratoriale cinquant'anni prima.
Una scuola che non c'è più-27 marzo 2012
Vale la pena rileggere oggi questo libro pubblicato per la prima volta nel 1965. Certo, l'Italia è cambiata da quell'anno scolastico 1964-65 di cui Lodi offre qui una cronaca dettagliata. Il maestro Lodi registra ciò che succede giorno dopo giorno nella sua scuola media. Una scuola vecchia, con una forte impronta novecentesca, su cui Lodi interviene con fantasia, didattica e amore. Certo, l'Italia agricola e contadina di quegli anni non c'è più. Ma i pensieri sul piacere della scoperta nell'apprendimento, su una istruzione-carcere, sulla libertà dello studente, sulla liberazione della sua emotività, sugli ambienti e i materiali e le pratiche didattiche riescono ancora ad emozionare.