L' opera di Quirino De Giorgio (1937-1940). Architettura e classicismo nell'Italia dell'impero
- Editore:
Franco Angeli
- Data di Pubblicazione:
- 16 marzo 2016
- EAN:
9788856834079
- ISBN:
8856834073
- Pagine:
- 512
- Formato:
- brossura
Descrizione L' opera di Quirino De Giorgio (1937-1940). Architettura e classicismo nell'Italia dell'impero
Questo studio è incentrato sui progetti di architettura che Quirino De Giorgio (1907-1997) ha elaborato come responsabile della politica edilizia del partito fascista nella provincia di Padova negli anni compresi tra il 1937 e il 1940. De Giorgio è stato studiato finora soprattutto per la militanza nel movimento futurista durante i primi anni trenta, ma la tesi qui sostenuta è che, più che i disegni del periodo marinettiano, siano le opere ideate ed eseguite dopo la guerra d’Etiopia a presentare aspetti di raffinata innovazione nel panorama dell’architettura italiana e internazionale del periodo.
In accordo con lo spirito che aveva generato le condizioni per la nascita dei totalitarismi italiano e tedesco, il classicismo e la mediterraneità degli edifici progettati da De Giorgio negli anni dell’impero sono intensamente permeati di romanticismo, ed espressi con evidenti connotazioni fiabesche che tradiscono una visione fortemente idealizzata del fascismo. L’impegno febbrile con cui De Giorgio svolge in pochi anni la rilevante attività professionale documentata in questo volume, la sua ammirazione per l’arte del costruire anonima dei capomastri, la cura scrupolosa con cui delega alle fotografie di cantiere la propria immagine di architetto, e la scelta di eseguire le proprie opere secondo l’esasperata, estraniante monocromia conseguente all’adozione di un unico materiale di finitura lasciano intravedere un autocoinvolgimento romantico privo di condizioni, che dà luogo al periodo di maggior libertà creativa di una pur molto più lunga vita professionale. Grazie alla protezione del federale di Padova Umberto Lovo, e dello stesso segretario del Pnf Achille Starace, De Giorgio si astrae dalle contingenze comuni alle consuetudini e all’economia della provincia italiana per elaborare progetti fantastici, evocativi di un mondo ideale. Ma l’irrealtà della propria architettura significa per lui il porsi, senza rendersene conto, come una aberrazione nella macchina tecnico-burocratica del partito, e la conseguente epurazione.
Come sia avvenuto il passaggio dall’esperienza futurista alla particolare versione che del classicismo De Giorgio formula alla vigilia della guerra, tenuto conto dell’opposizione dei valori insita nelle specifiche poetiche, e dell’influenza esercitata dal razionalismo sulle sue prime opere, è il tema qui affrontato. Lo straordinario ciclo di progetti realizzati nel territorio della provincia di Padova dimostra che per lui, alla fine, la via per la modernità attraversa l’ambito della storia.