L' opera galleggiante di John Barth edito da Minimum Fax

L' opera galleggiante

Editore:

Minimum Fax

Edizione:
3
Traduttore:
Furst H., Testa M.
Data di Pubblicazione:
17 gennaio 2018
EAN:

9788875218904

ISBN:

8875218900

Pagine:
368
Formato:
brossura
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Trama L' opera galleggiante

Una mattina di giugno del 1937 Todd Andrews - un'avviatissima carriera di avvocato, una sobria vita borghese in una cittadina del Maryland, un improbabile ménage à trois con l'amico Harrison, erede di un impero dei sottaceti, e la graziosissima moglie di lui - si sveglia, si alza dal letto e guardandosi allo specchio scopre che la risposta a ogni suo problema è il suicidio. Vent'anni dopo, ancora vivo, racconta al lettore gli sviluppi di quella fatale giornata. Pubblicato originariamente nel 1956 e rivisto dallo stesso autore nel 1967, "L'opera galleggiante" è considerato da molti il suo capolavoro. Con un saggio dell'autore.

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Recensioni degli utenti

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3 di 5 su 4 recensioni

Più curioso ed interessante che piacevoleDi B. Paolo-15 maggio 2012

Non e' un romanzo nelle mie corde. La sua lettura in piu' capitoli mi ha un po' annoiato ma nonostante questo trovo che il romanzo sia da consigliare a chi adora la lettura perche' il romanzo e' composto molto bene con trovate letterarie notevoli e molto attuali. Ricco di pensieri interessanti per giovani scrittori. Non ho approfondito la storia dell'autore ma molti scrittori contemporanei probabilmente lo hanno imitato.

L'opera galleggianteDi C. Lello-25 luglio 2011

Non mi è piaciuto, lo trovo un pochino scialbo sebbene ha un idea originale alla base. La coppia di amici, "belli e quasi dannati" è piuttosto irritante. Le figure di contorno non convincono troppo. L'insieme ha poca ragione di essere. Scritto quando l'autore ha solo 26 anni; che sia quello il problema? Decisamente meno interessante dei racconti. Si vede già la brillantezza ma qui Barth non osa staccarsi dalla coerenza narrativa e quindi non spicca mai il volo. Riedito da Minimum Fax a distanza di 7 anni dalla precedente edizione; si pubblica ben di peggio, però se ne poteva anche fare a meno.

Il meglio di BarthDi F. Annapaola-31 luglio 2010

Atroce dilemma dai connotati inquietanti e marzulliani. La giovanile scrittura di Barth( circa 24 enne durante la febbrile stesura) è scoppiettante ed ottima, pur considerando che va messa in conto una serie affastellante di debiti e crediti pynchoniani e wallaciani e chi puo' ne ha più ne am- metta, con grande spregio e ad onta di cronologie anagrafiche, il salto letterario/temporale in avanti e indietro è stato degno di un fantascientifico polpettone, fortuna che l'arguzia schizofrenica di Barth mi rifornisce di un ottimo paracadute. Barth razzola beato e grufolante grondando fanghiglia luminescente in un post modernismo privo di eccessive lusinghe o salamelecchi espressivi , cullandosi beffardo e cialtrone in una ardita rappresentazione/cocktail di sperimentazioni linguistiche-parolaio-figurative , la sua causticità è fluente e al contempo affaticante, come il più ardimentoso dei free jazz. Strabiliante constatare che conservi , pur nella foga giovanile linguistica , nella felice favella da delirium tremens, una limpidezza smaltata vorticosa e passaggi memorabili oltre a un fervido soffermarsi in tappe quasi da letteratura "classica". La genialità della trama e il suo relativo svolgimento apparentemente scanzonato (i germi del salvifico cinismo son già tutti inoculati ) sono tuttavia di una potenza tale da lasciare senza fiato fino alla fine (salvo alcuni passaggi volutamente eccessivi nel dettaglio e nella ricostruzione di particolari tendenti all'insignificante , che sembrano appesantire l'opera, di cui ovviamente, a rifletterci bene, Barth ci spinge a non farne assolutamente a meno, anzi a dolerci se quelle fasi catatoniche lascino il posto ad altre "efficienti") Ecco, Barth è così abile da aggrovigliarti le meninigi, spostarti la prospettiva mascellare, insinuato come un virus senza copertura ad ampio spettro, tossisci ogni sua parola , ogni sua delirante trovata, e tiri su col naso, respirandolo, mira a soffocarti, eppure a condurti di fronte ad angolazioni ed inclinazioni impreviste e ricche di ossigeno. Indi, ad onta ed oltre il logico turbamento per il deja vu( o scritto) di chi ha masticato con gioia Pynchon (in fin dei conti son quasi coetanei-sette anni appena di differenza e hanno iniziato a pubblicare nella medesima fascia di età), posso dire che il senso di precarietà e il fluttuare navigante (battello ed esistenza ugualmente avvinti da un similar dondolio) di ogni singola pagina , rendano l'Opera galleggiante e il suo bizzarro autore un irrinunciabile godimento .

John Barth, maestro dimenticato.Di f. claudio-6 luglio 2010

Tra i primi esempi d'opera "post-moderna". Tra un gioco di parole e un altro, virtuosimi, humor nero e riflessioni filosofiche sul valore del suicidio, Barth, dotato di un talento immenso, crea una grande opera metanarrativa, contraddistinta da un andirivieni di temi, personaggi, situazioni magistralmente orchestrati. Barth, per inciso ha un talento immenso (l'ho voluto ripetere!). Come il Calvino di "Se una notte d'inverno un viaggiatore", l'autore ci prende per mano e ci conduce all'interno della creazione letteraria, illustrandoci i meccanismi e i trucci. Ho bisogno di rileggerla per comprenderla meglio, magari tra qualche mese, mi ha annoiato un po' ed ora non ho la forza per farlo.