Occasioni del Sodoma. Dalla Milano di Leonardo alla Roma di Raffaello

Giovann'Antonio Bazzi detto il Sodoma fu una delle più controverse figure del panorama artistico del Cinquecento. Pittore stravagante è un po' matto, il Sodoma - accolto nel mondo delle corti e all'opera in un luogo prestigioso come la Farnesina di Agostino Chigi - aveva conosciuto apprezzamenti e fortuna letteraria nemmeno paragonabili a quanto potesse vantare l'altro pittore maggiore della Siena cinquecentesca, Domenico Beccafumi. Ma la feroce condanna del Vasari lo consegnò precocemente ad un lunghissimo oblio.Il libro di Roberto Bartalini ricostruisce il mondo che ruotava attorno ad Agostino Chigi, il grande banchiere papale, evocando i tratti di una società intellettuale romana infatuata del mondo antico come della pittura moderna di Baldassarre Peruzzi, Raffaello, Sebastiano del Piombo. Ma soprattutto svela, attraverso l'indagine minuziosa di una documentazione in gran parte inedita, la volontà e le scelte di Agostino Chigi come committente e grande collezionista d'antichità, il suo muoversi in circoli intellettuali dominati dalle passioni astrologiche, la complessa elaborazione dei programmi figurativi della Farnesina.È in questo mondo, e nell'aperto confronto con Raffaello, che il Sodoma trova una sua via e raggiunge il culmine della fama. Alle spalle, un'attività forse ancora più importante (e di sicuro decisiva per le vicende della pittura a Siena). Il libro tratteggia un quadro del tutto nuovo della storia più antica del pittore, già protagonista sul finire del Quattrocento nella Milano degli Sforza, a contatto con Bernardino Zenale e con Bramante e subito stregato dalla "maniera moderna" di Leonardo. Prima che a Siena il Sodoma è a Roma, per poi maturare la propria meditazione sulle opere fiorentine di Leonardo e, di nuovo a Roma tra il 1508 e il 1509, sulla prima attività di Raffaello alla corte papale: esperienze e percorsi che avranno immediate e importanti conseguenze per l'intero contesto della pittura senese.