Come nasce un sindaco. Cesarino Crescente e l'impegno sociale e politico

Il libro, che si avvale della prefazione del sociologo Silvio Scanagatta e dell’introduzione del giornalista Francesco Jori, ripercorre e documenta gli anni (1908-1924) della formazione umana, sociale e politica di Cesare Crescente, che sarà poi sindaco di Padova dal 1947 al 1970 ed è tuttora ricordato come una delle figure più positive e stimate della storia amministrativa della città veneta. Sono gli anni del Partito Popolare e del diffondersi della dottrina sociale della Chiesa: la vicenda del giovane Crescente si intreccia così a quelle di molti altri protagonisti, locali e nazionali, di quell’epoca decisiva per il futuro della nazione. In particolar modo a quella di Sebastiano Schiavon, che sarà attivissimo difensore dei diritti delle popolazioni più umili sia con l’attività sindacale svolta sul territorio, sia come deputato del Parlamento prefascista.
Due cammini intrecciati, molto diversi nel destino – Schiavon morirà nel 1922 ad appena 38 anni, Crescente nel 1983 a quasi 97 – ma accomunati, negli anni della formazione giovanile, da uno strenuo e sincero impegno in favore dei valori autentici che dovrebbero animare la passione politica: in pratica, due esempi di etica civile tutt’altro che superati e, anzi, oggi più che mai meritevoli di riscoperta e attenzione.
«Ci sono svolte della storia che richiedono leader in grado di interpretarle, di leggerne i segni, di porre le basi perché possano dipanarsi nel vivere collettivo. Quella della prima metà del Novecento è stata una di queste; e ha avuto interpreti all’altezza in una serie di persone, tra cui rientrano certamente Cesare Crescente e Sebastiano Schiavon. Nell’anno in cui registra il decimo anniversario della propria costituzione, il Centro Studi intitolato a quest’ultimo ritiene di poter portare un suo piccolo, modesto ma convinto contributo alla conoscenza di due padovani illustri; ma anche alla consapevolezza che cambiare si può, se si vuole, e che il futuro è quello che ciascuno di noi saprà costruire, qui ed ora. Con piccoli passi, certo; ma è a piccoli passi che vengono tracciate, e percorse, le lunghe strade» (dall’introduzione di Francesco Jori).