Il museo delle promesse infrante

In un museo senza opere d’arte, senza biglietto da pagare, si contano le emozioni volutamente perdute della gente che rimangono conservate nel tempo. Elisabeth Buchan in Il museo delle promesse infrante racconta la storia di un luogo particolare che non può essere scalfito dal presente. Laure l’ha creato per poter conservare il suo di ricordo e per permettere a tutti di conservare le proprie emozioni e, in questo museo delle promesse, sono i ricordi a parlare e a consentire il via vai tra passato e futuro. Laure ha qui il suo ricordo più doloroso, quello che le rammenta l’amore che ha perduto. Quando, vent’anni prima, la donna arrivò a Praga da Parigi capì che qualcosa di terribile stava accadendo. Era infatti il 1986 e la città cecoslovacca era in preda alle derive della cortina di ferro e di un mondo diviso a metà. Nel delirio di ideali, sogni e rivolte, Laure incontra Tomas e l’amore che prova per lui la porta a infrangere tante regole e a passare sopra a ciò in cui ha sempre creduto. Poi però il regime ha spazzato via tutto e di Tomas è rimasto solo il ricordo e, per Laure, il grande rammarico di aver trovato l’amore della sua vita e di non averlo saputo tenere stretto a lei. Una volta tornata a Parigi le è venuto in mente di aprire il museo delle promesse infrante, come quella che lei fece a Tomas e non è stata in grado di mantenere. Le emozioni, le voci, i ricordi sono però sempre in agguato e forse andranno molto lontano nel romanzo di Elisabeth Buchan.