Mon histoire. Pensieri e testimonianze di Claude Monet edito da Abscondita
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Mon histoire. Pensieri e testimonianze

Editore:

Abscondita

Collana:
Miniature
A cura di:
L. Giudici
Data di Pubblicazione:
26 settembre 2023
EAN:

9791254721131

ISBN:

1254721134

Pagine:
144
Formato:
brossura
Argomenti:
Storia dell'arte e stili artistici: dal 1800 al 1900, Pittura e tecniche della pittura
Acquistabile con la

Descrizione Mon histoire. Pensieri e testimonianze

«Sin dall'infanzia fui indisciplinato di natura; non sono mai riusciti a piegarmi a una regola. È a casa che ho imparato quello che so. Il collegio mi ha sempre fatto l'effetto di una prigione, e non ho mai sopportato di viverci, tranne in quelle ore di libertà, quando il sole era invitante, il mare bello, e m'inebriava correre sulla scogliera, all'aria aperta, o sguazzare nell'acqua». Così inizia "Mon Histoire", lo scritto autobiografico del padre dell'impressionismo. A quella data ha sessant'anni, è ricco e famoso ma ancora lotta con le ossessioni di tutta la sua vita: l'aria e l'acqua. Sta lavorando al ciclo delle Ninfee, sulle rive del lago che si è fatto costruire nel suo giardino a Giverny. Dopo quarant'anni di lavoro ancora si sente impotente di fronte a quella grande lezione di verità che è la natura: «mi sembra di non fare nessun progresso, particolarmente da quando ogni giorno scopro cose nuove che non avevo visto il giorno prima. Aggiungo e perdo. In breve, cerco l'impossibile».

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4 di 5 su 2 recensioni

Voglio dipingere l'ariaDi m. elisabetta-8 maggio 2012

Quasi una raccolta di aforismi, squarci di vita di Monet da cui con semplicità ci si fa strada nella sua vita: svogliato e poco assiduo scolaro, in classe cerca di sopravvivere alla noia facendo caricature dei Professori... Saranno questa caricature a metterlo in contatto con il mondo dell'arte... Un percorso iniziato quasi per scherzo che poco a poco l'ha condotto dapprima verso l'amore per la natura e poi, attraverso lo studio e la dedizione di una vita, all'amore per l'impressione che la natura stessa ha su chi la osserva. Davanti ai paesaggi ( che lui stesso definisce il suo unico atelier) si commuove, si entusiasma, si incanta... Poi viene pervaso dal desiderio di riprodurre su tela quello spettacolo, con spinta volitiva ed energia, cercando di dipingere l'oggetto immerso nell'aria e nella luce che lo avvolgono e che cambiano secondo dopo secondo, giorno dopo giorno, stagione dopo stagione... Lasciandolo esausto e spesso insoddisfatto della propria continua ricerca.

Monet oltre la banalizzazioneDi c. mario-17 maggio 2010

Leggere gli scritti degli artisti è generalmente molto istruttivo,poiché molte volte è proprio attraverso quegli scritti che ne riconsideriamo l'opera,nella sua complessità e profondità ;gli scritti dell'artista sono infatti il mezzo migliore per liberarci di molti di quei pregiudizi banalizzanti nati dall'inesperienza e dalla conoscenza superficiale delle opere e di colui che le ha prodotte. BR /Il caso degli scritti di Claude Monet è paradigmatico:una volta letti,l'immagine facilona dell'impressionista felice e disimpegnato non può che essere rigettata definitivamente;stessa sorte toccherà a quell'atteggiamento superficiale che eventualmente guidava il nostro occhio (abituato a puzzle,gadgets e stampe nei salotti) quando si trovava davanti ad un quadro impressionista. BR /Questi scritti contribuiscono quindi,in maniera determinante,a dare il giusto peso a Monet e alla sua opera. BR /Cade l'inganno datoci dalle visioni serene di Parigi incendiata dal sole,dei campi fioriti e delle spensierate scampagnate estive,perché scopriamo quanto sia sofferto il processo che ha portato a quelle immagini di serenità .Scrive l'artista:'io solo posso conoscere le mie inquietudini e il male che mi procuro per finire tele che non soddisfano neppure me stesso'. BR /Uno dei temi che ricorre maggiormente negli scritti raccolti dal volume,è la difficoltà di approcciare il nuovo paesaggio,la difficoltà di rendere sulla tela le sensazioni che la nuova veduta innesca nell'occhio e nell'anima del pittore:'se poi occorre sempre un certo tempo per familiarizzarsi con un luogo nuovo'; questo vuol dire che la tecnica impressionista,almeno nell'accezione datale da Monet,non è una tecnica meccanica,una formula che si possa applicare senza problemi ad ogni tipo di motivo che si sceglie di rappresentare;al contrario,ogni paesaggio,ogni brano di natura ha la sua peculiarità,ogni effetto di luce e d'atmosfera appartiene solo al dato luogo e a nessun altro:il pittore impressionista non potrà che cercare di adeguarsi al paesaggio e ai suoi effetti,rendendoli sulla tela col solo ausilio di una tecnica pittorica che è,dunque,ardua e continua sperimentazione. Da qui la sofferenza di Monet,che a volte sfocia nella disperazione autentica ("ne ho appena distrutte almeno trenta[tele]").