Descrizione Il mito Che Guevara e il futuro della libertà
Il Che era un mito. Il Che era anche bello, quasi tutti erano innamorati di lui e molti lo sono tuttora, nel XXI secolo, mentre il suo volto replicato all'infinito come un prodotto del mercato globale ci guarda dai poster e dalle magliette. Ma se distogliamo gli occhi dalla sua immagine per volgerli là dove la realtà prende corpo, scopriamo che il sogno della rivoluzione ha lasciato dietro di sé i corpi trucidati di centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo. E di questi morti è responsabile anche il Che, come uomo e come mito. Come e più di altri caudillos latino-americani, da Castro a Pinochet, da Cárdenas a Fujimori, Che Guevara era violento al punto di provare piacere nel distruggere gli avversari (e anche uomini inermi) ed era incapace di usare il potere tanto agognato per costruire sviluppo e amministrare società ed economie in tempo di pace. Se il primo passo per affrontare la realtà è squarciare il velo del mito, Alvaro Vargas Llosa lo fa utilizzando testimonianze inedite (o inascoltate) che gettano sul Che una luce impietosa e inquietante. Poi, però, si tratta di leggere il passato allo scopo di tracciare un percorso per il futuro. Analizzando la storia dell'America Latina, Vargas Llosa cerca di mettere a fuoco le ragioni profonde di un fenomeno vistoso: la costante instabilità. I paesi di questo continente si trasformano regolarmente in democrazie deboli o fittizie o in regimi autoritari – socialisti o militaristi, populisti, nazionalisti o filocapitalisti –, con l'esito drammatico e prevedibile di non potere costruire le indispensabili premesse dello sviluppo socio-economico: le libertà individuali, la legalità, l'iniziativa economica. E questo nonostante la cultura iberica abbia saputo anticipare, fin dal XVI secolo con la Scuola di Salamanca e il giusnaturalismo tomista, le idee e le innovazioni della Scuola Austriaca e del capitalismo liberista.Eppure anche in America Latina sopravvive un individualismo "virtuoso", erede di quello che si opponeva all'ottusa autorità imperiale di Madrid, l'individualismo dei piccolissimi imprenditori della cosiddetta economia sommersa, che negli ultimi decenni hanno saputo crearsi un accesso al mercato e alle risorse che il sistema statalista non consentiva e non consente.