La metropoli stanca

Audace, schietto, incisivo... Se potessi scrivere come qualcuno, mi piacerebbe ardentemente farlo come lui. Si conferma molto bravo a parlare di Milano, delle sue contraddizioni, delle sue differenti essenze ed anime a volte profondamente tradite, della impossibilità di componenti diverse della sua società reale a parlarsi e ad ascoltarsi, dell'assenza delle istituzioni che probabilmente dovrebbero mediare e che non lo sanno fare, e di forze dell'ordine che hanno una conoscenza a volte troppo vaga del territorio. Si parla anche delle trasfornazioni del territorio e di quanto queste siano state e siano vere e proprie violenze alla cità medesima. Si parla ancora di amicizia, del suo valore, di quanto fragile sia questo legame che un nulla può spezzare, e analogamente quanto sia altrettanto facilmente possibile creare nuove amiciziealleanze anche da persone sostanzialmente diverse, quando esiste una nettezza d'animo che annulla i preconcetti e mette davanti a tutto la persona medesima e la sua essenza, piuttosto che ciò che il luogo comune che in quella persona vogliamo vedere incarnato. Ecco perciò che in questa Milano devastata ed improbabile, alleanze altrimenti impossibili si realizzano anche solo perchè c'è della stima e del rispetto tra le parti in causa. Quello che mi ha forse un po' disturbato è l'eccessiva irrealtà (almeno si spera) della storia narrata che risulta a tratti, a mio avviso, forzata. Disturbo che si traduce nel voto dove la quarta stella, ammesso che ciò voglia dire qualcosa, è data alla fiducia in Gallone e a Milano. Intendiamoci la storia è ben scritta e la colonna sonora è perfetta, ma la forzatura eccessiva, come detto.