Il metodo antierrore. Perché guardiamo senza vedere, osserviamo senza ricordare e ci facciamo convincere da discorsi privi di fondamento
- Editore:
Newton Compton
- Collana:
- Grandi manuali Newton
- Traduttore:
- Leotta V.
- Data di Pubblicazione:
- 2009
- EAN:
9788854114531
- ISBN:
8854114537
- Pagine:
- 320
Descrizione Il metodo antierrore. Perché guardiamo senza vedere, osserviamo senza ricordare e ci facciamo convincere da discorsi privi di fondamento
Spesso ai test barriamo la prima risposta che ci viene in mente, convinti al cento percento che sia quella giusta, e invece non lo è affatto. A volte siamo del tutto certi di quello che vediamo, e poi scopriamo che la nostra vista ci ha fatto un diabolico scherzetto. I nostri racconti vorrebbero essere puntuali e fedeli alla realtà e invece siamo andati completamente fuori pista. Perché sbagliamo? Quali sono i meccanismi alla base dei nostri errori? Hallinan analizza quelli più frequenti, ci spiega l'importanza dei dettagli e dimostra che proprio le qualità che ci permettono di essere efficienti sono quelle che ci conducono a sbagliare. Scoprirete perché un ragazzino di tredici anni può vedere un errore che allo scienziato della nasa è passato del tutto inosservato. Capirete perché il multitasking non funziona, perché gli uomini commettono alcuni errori mentre le donne no, e perché la maggior parte di noi si ostina a ritenere giuste alcune nozioni del tutto errate.
Recensioni degli utenti
Il metodo antierrore-9 novembre 2010
Troppo "americano", troppo sensazionalistico, troppo poco sistematico, troppo a prova di cretino, troppo manipolatorio. I dati non vanno usati in maniera tendenziosa per dimostrare che tu hai ragione e mi dispiace, ma neanche tu hai la Verità. Insomma, un coacervo di banalità: mette insieme aneddoti ma non spiega nulla o dice ovvietà tali che, dopo aver dato una scorsa al primo saggio di sociologia che ti capita sotto mano, potresti dargli ripetizioni. Inoltre, caro tizio con ambizioni pseudoscientifiche abortite, l'aneddoto buttato lì senza contesto non vuol dire nulla: un singolo caso non è paradigmatico e non può essere assurto a statistica, e "uno studio" non ha dimostrato un'emerita fava. La prossima volta, prima di scrivere ammantandoti di pseudoscientificità, studia!