Memorie di ghiaccio. La caduta di Malazan vol.3.2 di Steven Erikson edito da Armenia

Memorie di ghiaccio. La caduta di Malazan vol.3.2

Editore:

Armenia

Collana:
Fantasy
Traduttore:
Guarnieri A.
Data di Pubblicazione:
2 gennaio 2006
EAN:

9788834418505

ISBN:

8834418506

Pagine:
597
Formato:
rilegato
Acquistabile con la

Trama Memorie di ghiaccio. La caduta di Malazan vol.3.2

Con l'inizio dell'offensiva del Dio Storpio, deciso a vendicarsi degli dei e degli ascendenti che hanno causato la sua caduta e l'Incatenamento, i Canali sono diventati difficili da utilizzare, infettati da una sorta di veleno che sta uccidendo Burn, la Dea Dormiente. Inoltre il Dio Storpio si sta servendo del veggente Pannion come mezzo per seminare rovina e distruzione nel mondo. Per contrastare le orde di Pannion si forma un'improbabile alleanza: da un lato Caladan Brood e Anomander Rake, dall'altro l'armata di Dujek Un-braccio. Insieme queste forze avanzano nel cuore del dominio di Pannion, coadiuvate dai T'lan Imass, convenuti da tutto il mondo per il loro secondo raduno.

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4 di 5 su 2 recensioni

Memorie di ghiaccioDi R. Lidia-4 aprile 2011

Non ci si può pentire di aver aspettato Erikson. L'autore, in una recente intervista, parlava con tanta passione di questo volume che mi ha convinto ad acquistarlo. Egli termina questo suo terzo romanzo della saga nella sua interezza, compresivo anche della prima parte raccogliendo molti frutti seminati per strada. A tratti toccante, avvincente, umano, onirico, crudo, serio, epico, avvolge una parte di quel mondo che Erikson ha partorito e che tenta di svelare davanti ai nostri occhi, lasciandolo emergere in ampiezza e profondità. Un intreccio legato indissolubilmente agli eventi di un remoto passato e un drammatico presente, che scava per illuminare memorie dimenticate o forse semplicemente abbandonate. Solido.

Un nuovo modo di scrivere fantasy.Di S. Maria Vittoria-14 agosto 2010

Inizio con un pensiero che mi ha folgorata a lettura conclusa: se Tolkien è stato consacrato indiscutibilmente sul monte degli dèi dell’arte fantastica, venendo a costituire quasi un passaggio obbligato per chiunque dopo di lui si sia cimentato nel genere, ebbene, Erikson, a parer mio, sta venendo ad essere un altro, ineliminabile, punto di svolta per questo genere letterario che tanto ci sta a cuore. Erikson ha inaugurato un nuovo modo di fare fantasy, cui tutto si può recriminare (le solite accuse di scarsa attenzione alla psicologia dei personaggi) fuorché l’originalità. Ma veniamo a questa terza storia del Libro Malazan dei Caduti. Avevo iniziato la lettura con una domanda: è vero che "Memorie di Ghiaccio" è il miglior romanzo che Erikson abbia scritto fino ad ora? Molti lo giudicano così – non a torto – mentre io mi ostinavo a non volermi disancorare dalla mia preferenza data a "Maree di Mezzanotte". Qual è la risposta, oggi, alla domanda iniziale? "Memorie di Ghiaccio" è un meraviglioso affresco di storie che si intrecciano come fili variopinti di un arazzo. Ho difficoltà a giudicarlo inferiore al mio prediletto "Maree"… diciamo che i due romanzi se la giocano molto bene, ognuno coi suoi punti di forza. "Maree" secondo me è speciale perché l’ho vissuto come il più compiuto di tutti, un romanzo per certi versi a sé stante: qui sta tutta la sua eccezionalità, quella d’essere la storia dello scontro tra due popoli pieni di contraddizioni; e qui anche la sua estrema attualità. "Memorie" vive invece di personaggi: ritengo siano questi ultimi le punte di diamante del romanzo. Non uno di essi rimane nell’ombra e non colpisce per qualcosa; di tutti gli attori di questa storia rimane almeno un ricordo. In particolare, mi piace vedere l’evoluzione di Ganoes Paran da piatto soldatucchio di origine agiata a uomo fortemente umano, costretto a fronteggiare i propri dubbi e debolezze di fronte a una responsabilità estremamente grande da sopportare (non spoileriamo!). Ben lo Svelto, Kruppe e i vari comandanti malazan sono sempre delle piacevoli conferme. Anomander Rake è straordinario come solo lui può. E che dire di Gruntle, Itkovian, Toc il Giovane…? tante declinazioni dell’animo umano, sfaccettature della capacità tutta nostra di essere steli che si piegano al vento e insieme scogli solidi che contrastano le onde.