Medea. Voci di Christa Wolf edito da E/O
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Medea. Voci

Editore:

E/O

Collana:
Le cicogne
Traduttore:
Raja A.
Data di Pubblicazione:
16 ottobre 2019
EAN:

9788833571249

ISBN:

8833571246

Pagine:
197
Formato:
brossura
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Trama Medea. Voci

Nel romanzo di Christa Wolf, Medea è una donna forte e libera, una "maga" depositaria di un "sapere del corpo e della terra". È questo "secondo sguardo" che le fa scoprire un orribile segreto nascosto nel sottosuolo del palazzo reale di Corinto. Medea dovrà pagare per aver svelato il crimine su cui si fonda il potere. Non saprà né vorrà difendersi perché - dopo aver abbandonato la natia Colchide, anch'essa macchiata di sangue innocente - non ha più radici né ideali che la sostengano. Dopo dieci anni da Cassandra, Christa Wolf torna al romanzo con "Medea", ricorrendo come in quella felice occasione alla riscrittura radicale del mito. La figura di Medea ci è stata consegnata da Euripide soprattutto come la madre che ha ucciso i propri figli, la violenza irrazionale contrapposta alla razionalità patriarcale della civiltà greca. Christa Wolf ribalta questa versione con una vera e propria indagine riallacciandosi alle fonti antecedenti Euripide. Postfazione di Anna Chiarloni.

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5 di 5 su 4 recensioni

Christa Wolf, incerdibileDi D. Matteo-20 marzo 2018

Che dire, l'opera scritta dopo il crollo del muro di Berlino rispecchia una Medea estranea, incapace di potersi ambientare per l'ostilità del popolo che non vuole necessariamente accoglierla. La stessa vicenda si lega alla biografia della Wolf accusata di tradimento, di essere una spia, solo per il pretesto della città di addossare le colpe su qualcuno che non conoscono.

Il mito di Medea riscrittoDi E. Gennaro-21 maggio 2012

Christa Wolf descrive per noi una Medea diversa da quella famigerata nel mondo classico; è una eroina contemporanea, non strega guaritrice bensì psicologa, osservatrice dell'animo umano. Purtroppo è talmente tanto fiduciosa nel prossimo che lei, signora della Colchide "selvaggia", cade nel tranello degli "evoluti" Corinzi, con un ribaltamento del tema positivo di evoluzione e civilizzazione. Decisamente interessante l'esperimento della Wolf!

Una storia straziante e bellissimaDi C. MIRELLA-25 gennaio 2012

In questo romanzo Christa Wolf, scrittrice tedesca scomparsa pochi mesi fa, "riscrive" il mito di Medea, cercando di comprendere a fondo l'ambientazione nella quale è inserita la vicenda. Christa Wolf rifiuta l'interpretazione di Euripide di una Medea matricida per vendetta verso Giasone; rifiuta questa interpretazione perchè in netto contrasto con tutto ciò che Medea rappresenta: la magia, la vita, la guarigione. La narrazione è affidata a più voci e questo espediente aiuta a leggere la vicenda da diversi punti di osservazione. Una lettura molto coinvolgente, nonostante l'ambientazione sia così lontana dalla nostra contemporaneità, perchè affronta temi che si possono definire eterni, come l'amore, la passione, il potere; è la forza del teatro greco antico.

Un’eroina anticaDi m. tecla-15 agosto 2010

“Medea. Voci” di Christa Wolf è uno dei romanzi contemporanei più convincenti e più potenti. Sono rimasta senza parole e senza pensieri dopo aver terminato la lettura, con un fondo di disperazione per questo forzato distacco, come avviene con i capolavori della letteratura di tutti i tempi. La prosa di Christa Wolf è poesia, è teatro. Scritto in prima persona, si presenta come un flusso corale continuo di pensieri, di emozioni, di scoperte. Medea nella terribile società che la circonda si svela in tutta la sua grandezza e unicità. Non più accecata dalla gelosia e dipendente dall’infido Giasone, come ce la racconta il mito, Medea rappresenta la libertà, la verità, l’indipendenza e come tale non può esistere, perché rende più evidente, per differenza, la piccolezza e meschinità altrui. Ci fa tirare il fiato appena dal tumultuoso susseguirsi degli eventi la relazione con Oistros, il cui amore la risolleva dal buio in cui l’aveva gettata l’abbandono di Giasone. La lapidazione finale (non dico di chi….) stravolge il mito stesso e disegna una nuova Medea che ci sembra più vera e credibile di quella tramandata, prima “strega” vittima dell’ignoranza, della forza brutale del maschio, della meschinità di una società immatura. Imperdibile.