Luoghi sospesi di Annamaria Ferramosca edito da Puntoacapo
Discreta reperibilità

Luoghi sospesi

Editore:

Puntoacapo

Data di Pubblicazione:
14 aprile 2023
EAN:

9788866793823

ISBN:

8866793825

Pagine:
112
Acquistabile con la
Spedizione GRATUITA sopra € 25
€ 14.25€ 15.00
Risparmi:€ 0.75(5%)
Disponibile in 3-4 giorni
servizio Prenota Ritiri su libro Luoghi sospesi
Prenota e ritira
Scegli il punto di consegna e ritira quando vuoi

Recensioni degli utenti

e condividi la tua opinione con gli altri utenti
5 di 5 su 1 recensione

Studi stilisticiDi M. Renzo-24 maggio 2023

Quando ho occasione di leggere le opere che un autore via via propone ho anche lopportunità di verificare come si evolve lo stile e così è capitato anche con Giuseppe Carlo Airaghi, un poeta che ho incontrato con una silloge, edita da Fara, dal titolo Quello che ancora restava da dire. E stata una piacevole scoperta anche perché come ho evidenziato nella mia recensione si tratta di unopera che di primo acchito instaura con il lettore un filo di empatia, frutto, soprattutto, al di là del valore intrinseco delle poesie, della pressoché immediata comprensione, circostanza non frequente oggi specialmente quando il contenuto è particolarmente profondo. Successivamente mi ha incantato il Monologo dellangelo caduto, una raccolta ben diversa dalla precedente, perché in questo poemetto cè unevidente ricerca di un nuovo percorso espressivo che sia in grado di andare ben oltre lesternazione del proprio io. Con Ora che tutto mi appare più chiaro cè un ulteriore passaggio stilistico, peraltro a fronte di una eterogeneità dei temi svolti. In particolare ho riscontrato una ricerca visiva schematica volta a creare atmosfere e a esprimere riflessioni, come appare evidente nel Capitolo intestato Notti periferiche, laddove con i simboli di certe metropoli si evidenzia uninsoddisfazione esistenziale a cui fa riscontro, come palcoscenico, un degrado sociale (Al margine della lista delle immagini appuntate per descrivere la notte cè una pozzanghera folgorata dallinsegna di un bar dove si inscenano modesti calvari paesani, ). E una tematica che ho notato nelle sue precedenti produzioni, ma che qui è esposta in modo capace di rendere tangibili determinate sensazioni. Dove però cè un effettivo stravolgimento, più che stilistico concettuale, è con Autobiografia apocrifa. A tratti, come a creare un habitat poetico, cè un certo afflato pascoliano, non fine a se stesso, ma ben raccolto e inserito in un discorso di cui la natura, nelle sue interazioni, è la vera protagonista ( Nel cortile lievita una parete verde di gelsomino. Piantata la primavera in cui di comune accordo decidemmo di sfidare la sorte. Ospitò in estate un nido di merli, incauti. I gatti di casa non gli lasciarono scampo... ) E cè chiara ed evidente una corrispondenza fra paesaggio e sensazioni, come per esempio in Una nevicata annunciata (Sotto una nevicata annunciata da unavanguardia di luce e di gelo cammino lungo il percorso pedonale dove destate seccano al sole i fichi non colti e le merde dei cani. Calzo scarpe inadeguate. Mi gela il freddo dei bambini a cui piace il freddo sulla faccia, il suono dei passi in frantumi, l e lacrime di vento sul bordo degli occhi... ) . Questa affinità fra natura, che come sappiamo non ha coscienza, e sensazioni è riscontrabile anche nel capitolo Lestate perenne, e quasi a sottolineare questa connessione vi è anche addirittura unElegia (Allora di cena cominciavamo a bere. Oltre la cornice della finestra 7 tutto il disordine della stanza si manteneva a malapena in equilibrio sopra i rami spogli del pino marittimo in giardino. ) . Considerato lesito positivo di Monologo dellangelo caduto, Airaghi si deve essere chiesto perché non replicare, non tanto gli angeli, ma i monologhi, ed ecco allora i Monologhi di scena, niente di eclatante in verità, ma comunque un utile esercizio che probabilmente è venuto prima di quello ben più valido dellangelo caduto. Mi piacerebbe dire altro, soprattutto cenni su quei capitoli che non ho qui citato, ma ahimè il tempo è tiranno ed è necessario pertanto che arrivi a una conclusione. Come già scritto cè stata una variazione dello stile, più che altro un affinamento e anche una ispirazione che talora è frutto di studi pascoliani, talaltra, più moderna, ma meno frequente e ironica ricorda per certi aspetti Bukoski, più presente questa, a mio avviso, in passato. In ogni caso, limpressione che ho ritratto da questa raccolta è che per Airaghi il poeta è sempre schiavo di se stesso, incapace di trovare una nota lieta dellesistenza, vista invece come un progressivo sprofondamento nel nulla, come a dire che se dal nulla veniamo, nulla siamo e nulla diventiamo. In parte sono daccordo, in parte no, perché nel mondo lunico essere pensante è luomo e sta a lui cercare e trovare un senso della vita. Ciò nonostante, credo che nei versi di questa raccolta sussista uno spiraglio per una salvezza dellessere umano, perché altrimenti non si spiegherebbero i riferimenti, altamente espressivi, alla natura. Da leggere.